Recensione: THE HELP (2011)

USCITA CINEMA: 20/01/2012
REGIA: Tate Taylor
SCENEGGIATURA: Tate Taylor
ATTORI: Emma Stone, Bryce Dallas Howard, Mike Vogel, Sissy Spacek, Allison Janney, Jessica Chastain, Ahna O'Reilly, Viola Davis, Chris Lowell, Anna Camp, Octavia Spencer, Aunjanue Ellis, Cicely Tyson, Dana Ivey, Brian Kerwin
FOTOGRAFIA: Stephen Goldblatt
MONTAGGIO: Hughes Winborne
PRODUZIONE: Paramount Vantage, 1492 Pictures, DreamWorks Pictures, Harbinger Pictures,I magenation Abu Dhabi FZ, Participant Media
DISTRIBUZIONE: Walt Disney Pictures
PAESE: USA 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 137 Min
FORMATO: Colore
SITO: http://www.thehelp.it/

TRAMA
Ambientata a Jackson, Mississippi, nei primi anni Sessanta, la storia esplora i temi del razzismo e del perbenismo di facciata delle famiglie del Sud, quando una aspirante scrittrice intervista una cameriera che racconta la verità sulle sue esperienze nelle case dei bianchi.

RECENSIONE
Prima di scrivere questa recensione ho voluto aspettare un pò di tempo per "staccarmi" dal forte coinvolgimento emotivo del film e cercare di essere più obiettivo.
Partiamo dalla trama. Siamo negli anni 60' in una cittadina del Sud, in Mississipi, dove il razzismo e la discriminazione verso le persone di colore è parte integrante del tessuto sociale. Il film indaga il rapporto tra le cameriere, di colore, e le loro "padrone" bianche. Naturalmente un rapporto basato sulla disparità e sull'ingiustizia.
La giovane Eugenia (ragazza bianca) ha appena finito l'università e sogna di diventare una scrittrice. Dopo aver ottenuto un lavoro come giornalista, come curatrice di una rubrica, decide di voler fare qualcosa di più importante. La sua idea è quella di scrivere un libro (intotolato The Help appunto) per dar voce ai pensieri, ai sentimenti, alle storie delle domestiche. Per questo inizierà una frequentazione segreta e pericolosa (a quel tempo era vietata dalle leggi) con due di esse, prima che anche altre donne trovino il coraggio di collaborare.

Non ho letto il best seller da cui è tratto (peccato), ma già dalla trama si potevano intuire bene gli argomenti affrontati. Siamo di fronte all'ennesimo film sul razzismo che cerca di raccontare, questa volta, il mondo femminile; la vita di queste domestiche  discriminate e umiliate di continuo da donne bianche ricche, annoiate, frustrate, invidiose, il cui obiettivo principale era sposarsi, fare figli e giocare a bridge.
La prima cosa che va sottolineata è la sublime prova del cast tutto al femminile (qualcuna, sono convinto, vincerà l'Oscar). A mio avviso Viola Davis è pazzesca.
Il secondo aspetto è la bellissima fotografia e, in generale, tutta l'estetica del film molto curata e raffinata (gli abiti, il trucco, i colori, ecc..).
Il terzo aspetto è la straordinaria carica emotiva del film; detto senza vergogna in diverse scene mi sono quasi commosso. E' impossibile, infatti, rimanere impassibile di fronte a certe immagini (almeno per il sottoscritto).
Il quarto aspetto è il livello tematico. Il film non è solo un atto di denuncia verso il razzismo o qualsiasi forma di discrimazione, ma è soprattutto un inno alla libertà; un monito a "combattere" per i propri diritti. Vengono tirati in ballo valori come l'uguaglianza, la fratellanza, il rispetto, l'amore, la giustizia, la libertà.
Il quinto aspetto è l'ottima prova del regista che ha il grande merito di mettersi al servizio di un cast eccezionale, aiutato da una sceneggiatura solida (come detta tratta da un libro di Kathryn Stockett).

Veniamo agli aspetti meno convincenti. Il film, nonostante risulti molto scorrevole, dura circa 2 ore e 20 minuti e qualche piccolo calo di tensione è fisiologico. 
E' presente qualche banalità e luogo comune di troppo (ad es. il fatto che quasi tutte le donne bianche sono cattive e insensibili, mentre quelle nere tutte brave). La storia alla fine è abbastanza prevedibile e segue una narrazione molto schematica. Il sentimentalismo è predominante e quando questo accade di solito si tratta di film "furbi" che fanno leva principalmente sull'emotività dello spettatore.

A parte questi piccoli nei è comunque film intenso, appassionante, commovente, recitato benissimo, che merita assolutamente di essere visto. Consigliato.

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