Recensione: PARADISO AMARO (2011)

USCITA CINEMA: 17/02/2012
GENERE: Commedia, Drammatico
REGIA: Alexander Payne
SCENEGGIATURA: Alexander Payne, Nat Faxon, Jim Rash
ATTORI: George Clooney, Judy Greer, Shailene Woodley, Matthew Lillard, Beau Bridges, Robert Forster, Rob Huebel, Patricia Hastie, Michael Ontkean, Mary Birdsong, Milt Kogan, Amara Miller, Nick Krause
FOTOGRAFIA: Phedon Papamichael
MONTAGGIO: Kevin Tent
PRODUZIONE: Ad Hominem Enterprises
DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox
PAESE: USA 2011
DURATA: 110 Min
FORMATO: Colore 2.35 : 1
SITO: http://www.paradisoamaroilfilm.it/

TRAMA
Paradiso amaro vede protagonista Matt King, un marito e padre da sempre indifferente e distante dalla famiglia. Ma quando la moglie rimane vittima di un incidente in barca nel mare di Waikiki è costretto a riavvicinarsi alle due figlie: e quindi a riconsiderare il suo passato e valutare un nuovo futuro. Mentre i loro rapporti si ricompatteranno, Matt è anche alle prese con la difficile decisione legata alla vendita di un terreno di famiglia, richiesto dalle elite delle Hawaii ma anche da un gruppo di missionari.

RECENSIONE
Nella commedia drammatica di Alexander Payne (Sideways, A proposito di Schmidt), le Hawaii diventano il paradiso amaro di Matt King (George Clooney), un uomo ricco ma troppo impegnato nel suo lavoro e per questo poco presente in famiglia. Quando sua moglie entra in coma, a causa di un incidente, Matt si ritrova, all'improvviso, a dover affrontare una situazione difficile da gestire, soprattutto con le due figlie di cui si è sempre occupato poco. La situazione, tuttavia, peggiora ulteriormente quando, dopo essere venuto a sapere che sua moglie morirà, scopre anche che la donna lo tradiva e stava per chiedere il divorzio.
Questa in sintesi la storia di Paradiso amaro, senza anticipare altri dettagli che vale la pena scoprire da soli.

A mio avviso si tratta di un buon film, forse il migliore della settimana, perchè riesce a trattare in modo "leggero" argomenti molto drammatici, inducendo lo spettatore a riflettere sulla precarietà della quotidianità; sull'idea che il dramma si cela dietro ogni angolo e nessuno è immune alle problematiche della coppia e, in generale, della vita (nemmeno chi vive alle Hawaii).
La forza del film, infatti, è la straordinaria umanità dei personaggi che, a prescindere dal loro status sociale, si trovano a vivere un dramma più grande di loro, incapaci di accettare la situazione.
In tal senso vale la pena sottolineare la bravura degli attori, in particolare di George Clooney, capace di trasmettere allo spettatore tutto il suo smarrimento di fronte ad una situazione assurda, ma decisamente reale e dolorosa.
Sullo sfondo anche problematiche ambientali legate all'edilizia selvaggia, che sta lentamente distruggendo un paradiso naturale come l'arcipelago delle Hawaii.

Il film è candidato a 5 premi Oscar: miglior film, miglior regia, migliore attore protagonista (George Clooney), migliore sceneggiatura non originale, miglior montaggio.
Dal punto di vista tecnico molto buona la prova di Alexander Payne che utilizza una regia asciutta, lineare, puntando molto sull'espressività degli attori attraverso continui primi piani. Infatti più che le parole, il regista lascia parlare le emozioni, i sentimenti.
Lo scenario naturale delle Hawaii aiuta molto la fotografia ed è funzionale per rendere ancora più evidente il contrasto tra il drammatico e silenzioso stato emotivo dei protagonisti e la felicità, apparente, di un paradiso naturale. Originale e interessante anche la colonna sonora, che trasmette un senso di profonda nostalgia.

Per tutto questo, a mio avviso, il film vale il prezzo del biglietto. Consigliato!

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