Rubrica: L'INTERVISTA (ospite Lara Manni) #4

Ospite della puntata di oggi è Lara Manni
Da poco è uscito il suo ultimo romanzo TANIT

Ciao Lara! Benvenuta nel blog e grazie per aver accettato l’invito. Ti va di presentarti? 
Ciao! Ben trovato e ben trovati. Dunque: mi chiamo Manni, proprio come i maghi della Torre nera di King, Lara come quella fanciulla che gira in pantaloncini e pistole in un certo videogioco, ho superato i trent’anni, scrivo, ho un blog, e continuo a non avere un gatto.
 
E’ appena uscito in libreria il tuo ultimo libro, Tanit, terzo capitolo di una trilogia che comprende anche EsbatSopdet. Ci racconti come nasce la saga e di cosa parla? 
La saga ha un argomento centrale: il momento in cui due universi, quello degli uomini e quello dei demoni, vengono in contatto. Può essere letta in molti modi, partendo da questo punto: può essere considerata un doppio romanzo di formazione (del demone Hyoutsuki, che cambia facendo  esperienza dell’umanità, e della ragazza Ivy, che cresce facendo esperienza del proprio potere).  I tre libri raccontano altrettante storie, ognuna delle quali è conclusa e indipendente: in Esbat è protagonista assoluta la Sensei, la mangaka che dal proprio desiderio vede materializzarsi quello che credeva il personaggio di un fumetto; Sopdet è una corsa corale attraverso la Storia italiana; al centro di Tanit c’è la dea che fin qui era rimasta sullo sfondo. Creazione e distruzione sono le tematiche che attraversano i tre libri. In modi diversi.
 
Una curiosità: Esbat è stato pubblicato da Feltrinelli, mentre gli altri due da Fazi. Come mai? 
Molto semplice: con Feltrinelli avevo firmato per un solo libro, anche perché all’epoca non avevo cominciato a scrivere il secondo. Di comune accordo, abbiamo pensato che la destinazione naturale per una trilogia fosse una casa editrice con  maggiore dimestichezza con il fantastico. Appunto, Fazi.
 
Un pregio e un difetto del tuo ultimo libro. 
Intendi Tanit? Il pregio: credo che, fra i tre, sia quello più maturo per trama e  stile. Il difetto (che forse per qualcuno non è tale): è più inquietante degli altri.
 
Nella tua biografia mi ha colpito questa frase “i narratori di storie non dovrebbero avere un volto: perché le storie sono più importanti di chi le racconta”. Ci spieghi meglio? 
“Le storie sono più importanti di chi le racconta” è una frase di Stephen King che ho sempre amato molto perché rispecchia perfettamente il mio modo di intendere la scrittura. E’ quello che racconti nei libri a contare: il resto è contorno. Mi sembra, invece, che stia avvenendo il contrario: conta chi scrive, o, per usare le parole di Baricco, l’autore diventa “brand”. Conta come si muove, come parla, come si veste. Conta il suo aspetto fisico, anche. O la sua età. O la sua biografia. Personalmente, credo che la mia strada sia un’altra.
 
Il complimento che preferisci da scrittrice. La critica che odi di più.
Mi fa felice quando un lettore scrive di non essersi riuscito a staccare dal mio libro. La critica che odio è quella ideologica: quella che finge di riguardare il testo e riguarda invece la mia persona, le mie idee. Le mie amicizie, anche: dimmi chi frequenti e ti osanno o ti stronco, in poche parole.
 
Vorresti essere più Antonia Byatt o Sarah Waters?  
Vorrei essere Lara Manni. E diventare brava come loro.
 
Qualche domanda da lettrice. Libro, autore e genere preferito. 
L’autore è, come qualcuno immaginerà, Stephen King. Difficile rispondere sul libro e me la cavo con un racconto recente dello stesso King: “Herman Wouk è ancora vivo”. Un capolavoro di grazia e dolore. Genere: fantastico, ma sono letterariamente onnivora.
 
Quanti libri leggi mediamente all’anno? Ti capita di abbandonare i libri che stai leggendo? 
Ne leggo due a settimana, di media. Non riesco a non leggere, per meglio dire. E in rari casi abbandono, quando trovo il libro decisamente incompatibile con i miei gusti.
 
Preferisci scrittori italiani o stranieri? Perché? 
Non ho pregiudizi di nazionalità. Leggo indistintamente italiani e stranieri. Posso dirti che fra i miei autori preferiti, restando in ambito fantastico, ci sono King e Baldini, Murakami e Palazzolo, Barker ed Evangelisti.
 
Scrittrice, lettrice e anche blogger di successo. Quest’ultima esperienza ti ha arricchita? In che modo? 
Mi ha arricchita moltissimo, e con mia sorpresa. Ho aperto il blog nella primavera del 2008, per puro divertimento, e man mano sono cresciuta insieme a lui e alle persone che commentano ogni giorno. Al momento, è il luogo dove posso condividere notizie e riflessioni sulla narrativa fantastica, ed è una consuetudine quotidiana a cui non rinuncio.
 
Un parere sulla legge Levi. 
Parziale.
 
Ho letto che hai appena finito di scrivere un libro con una protagonista che si chiama Lavinia. Come mai questo nome? Ci dai qualche anticipazione? 
Il nome viene da Lovecraft. In particolare da “L’orrore di Dunwich” a cui l’intero romanzo fa riferimento. Altro non dico, se non che cerco di esplorare una strada leggermente diversa rispetto alla trilogia. Non del tutto diversa, però.
 
Lara grazie ancora per la disponibilità. E’ stato un piacere averti come ospite. Un’ultima domanda: hai realizzato il tuo sogno da bambina?    
No. Volevo diventare detective. Grazie a te e a tutti.

Titolo: Tanit
Autore: Lara Manni
Editore: Fazi
ISBN: 978-8876251139
Pagine: 370
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 18,50 €
Sito: http://www.lainfazi.it/laramanni/

I narratori di storie aprono porte fra i mondi e non sempre questa è una metafora. A volte, quelle porte si spalancano davvero, e lasciano  passare creature che non dovrebbero camminare fra i mortali. In Esbat, primo capitolo della trilogia, la Sensei, una disegnatrice di manga che inventa storie ambientate in un mondo fantastico, ha determinato l’arrivo sulla terra del demone Hyoutsuki. La magia di una stella in Sopdet, il secondo libro, ha aperto un varco tra i due mondi e portato quello stesso demone e il suo antagonista Yobai a inseguirsi nei cieli grigi della storia umana. In Tanit è una dea crudele, Axieros, a calpestare le strade degli uomini per mettere al mondo una figlia che potrebbe distruggere il genere umano. Creazione e distruzione, vita e morte, sono i temi di questo romanzo, epica conclusione della saga. Creazione come talento artistico: quello di Ivy, una ragazza innamorata di Hyoutsuki, che con i suoi disegni cambia gli avvenimenti nel mondo dei demoni, e quello di Nadia, una donna misteriosa che si affianca a Ivy, forse per proteggerla, forse per annientarla. La distruzione minaccia l’universo dei due demoni Hyoutsuki e Yobai, chiamati a giocare una partita definitiva, e incombe su una Roma rabbiosa e impoverita che le fa da scenario. Vita e morte. Ma sarà l’amore, quello che Ivy prova per Hyoutsuki e quello di Axieros per Yobai, a determinare la sopravvivenza dell’uno o dell’altro universo. Vita, morte, amore. Di questo sono fatti gli uomini e le donne. 

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L'AUTRICE
 Lara Manni è nata e vive a Roma, lavorando tra librerie e biblioteche. Dal 2006 scrive fan fiction su Efp con lo pseudonimo di Rosencrantz. Nel 2009 ha pubblicato il romanzo Esbat con Feltrinelli. Non ha un gatto, ma ha un blog (laramanni.wordpress.com).

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