Oggi si parla di fantasy, in particolar modo di quello orientale, con una giovane scrittrice, Francesca Angelinelli, autrice di: Chariza, Valaeria, Werewolf, Kizu no Kuma, Racconti del viaggio del monaco Kyoshi.
Ciao Francesca! Benvenuta nel blog e grazie per aver accettato l’invito. Ti descrivi utilizzando tre aggettivi?
Grazie a voi.
Dunque, direi volitiva, sognatrice, impegnata.
Qual è a tuo avviso la migliore definizione di fantasy?
Quella della Wikipedia!
“Fantasy è un termine, mutuato dalla lingua inglese, con il quale si indica un genere letterario, nato nell'ottocento, i cui elementi dominanti sono il mito, la fiaba, il soprannaturale, l'immaginazione, l'allegoria, la metafora e il simbolo. In questo filone rientrano quelle storie di letteratura fantastica dove gli elementi fantastici non vengono spiegati in maniera scientifica.”
Hai scritto diversi libri sul genere. Ci parli, in poche righe, della tua produzione?
Dunque, ho iniziato scrivendo racconti e partecipando a qualche concorso. Poi nel 2007 ho avuto la possibilità di proporre il mio primo romanzo diviso in due volumi, Chariza, il soffio del vento e Chariza, il drago bianco, di genere fantasy orientale. Successivamente ho pubblicato Valaeria, un fantasy ispirato alla Roma Tardo Antica. Nel frattempo ho scritto e successivamente pubblicato Werewolf, un paranormal romance sui lupi mannari, e vinto un concorso che mi ha permesso di pubblicare un’antologia, Racconti di viaggio del monaco Kyoshi.
Nel 2010 ho pubblicato Kizu no Kuma, ancora un fantasy orientale, che apre la serie delle cucitrici.
Nel frattempo non ho mai smesso di scrivere racconti e di partecipare a concorsi e antologie.
Che differenza c’è tra il fantasy occidentale e quello orientale?
Banalmente si potrebbe rispondere: l’ambientazione.
In realtà i miti, l’immaginario, quegli elementi di cui parla la Wiki, sono molto diversi. Per alcuni possono apparire anche lontani perché il background è quello di culture antichissime, ma differenti dalla nostra.
Un esempio su tutti: il drago nell’immaginario occidentale più comune è una creatura legata alla terra e al fuoco. Per l’oriente invece il drago è spesso legato all’elemento acqua.
È un diverso modus pensandi che va ben oltre l’ambientazione.
Hai fatto una breve incursione nel sottogenere paranormal romance. Come mai sei tornata subito sui tuoi passi?
Non direi che sono tornata sui miei passi. Scrivo tante cose e spesso differenti tra loro. Werewolf ha avuto modo di essere pubblicato, altre incursioni nell’ambito della urban fantasy o del paranormal romance sono uscite solo sotto forma di racconto breve.
Non mi piace essere legata a un unico genere. Mi piacere scrivere narrativa fantastica nel senso più ampio del termine e quindi, se capita, scrivo anche cose che si allontanano dall’oriente.
L’oriente è il mio mondo, ma non è l’unica via.
A quale scrittore pensi di assomigliare maggiormente?
Assomigliare… nessuno. Mi piacerebbe molto essere stata Lev Tolstoj, in una vita precedente.
Ho letto che scrivi da quando eri bambina. Cosa ti piaceva scrivere? Conservavi un diario?
No, niente diari. Mi piaceva molto scrivere racconti, fiabe, favole. Narrativa fantastica, anche all’epoca.
Naturalmente sei anche una lettrice. Qual è il tuo genere preferito? E il tuo scrittore?
Inutile dire che la narrativa fantastica mi piace molto. La scrivo perché amo leggerla. Ho iniziato a scrivere fantasy orientale proprio perché in Italia ne arriva poco e quindi mi sono scritta quello che avrei voluto leggere. Però amo moltissimo anche i classici.
Marion Zimmer Bradley e Diana Paxton sono senza dubbio tra le mie autrici preferite nell’ambito del fantasy. Ma, Lev Tolstoj a parte, mi piacciono molto i classici della narrativa giapponese e quelli inglesi dell’800, da Shikubu Murasaki a Jane Austen.
Il libro che ti ha influenzata maggiormente come scrittrice?
Sicuramente il Genji Monogatari di Shikibu Murasaki. E Guerra e Pace, sempre Tolstoj.
Ma moltissimo devo alla lettura di racconti, soprattutto quelli raccolti nelle antologie di Marion Zimmer Bradley.
Cosa pensi della legge Levi?
Niente più sconti oltre il 15% nelle librerie?
In periodo di liberalizzazioni, mi sembra una cavolata. In un paese come il nostro, dove si legge poco, mi sembra ancora più insensata.
Ma non è l’unica cosa insensata dell’Italia.
Lo sconto poteva essere un incentivo all’acquisto, l’acquisto (forse) avrebbe portato alla lettura del libro. Ma leggere apre la mente e un popolo che pensa…
Progetti letterari per il futuro? Ci puoi anticipare qualcosa?
Ora come ora… no. C’è stato, di recente, un piccolo, ma importante cambiamento, per cui mi vedo costretta ad avvalermi del V° emendamento.
Francesca grazie per il tempo che ci hai dedicato e per la tua disponibilità. In bocca al lupo per il futuro.
Grazie a voi!
Grazie a voi.
Dunque, direi volitiva, sognatrice, impegnata.
Qual è a tuo avviso la migliore definizione di fantasy?
Quella della Wikipedia!
“Fantasy è un termine, mutuato dalla lingua inglese, con il quale si indica un genere letterario, nato nell'ottocento, i cui elementi dominanti sono il mito, la fiaba, il soprannaturale, l'immaginazione, l'allegoria, la metafora e il simbolo. In questo filone rientrano quelle storie di letteratura fantastica dove gli elementi fantastici non vengono spiegati in maniera scientifica.”
Hai scritto diversi libri sul genere. Ci parli, in poche righe, della tua produzione?
Dunque, ho iniziato scrivendo racconti e partecipando a qualche concorso. Poi nel 2007 ho avuto la possibilità di proporre il mio primo romanzo diviso in due volumi, Chariza, il soffio del vento e Chariza, il drago bianco, di genere fantasy orientale. Successivamente ho pubblicato Valaeria, un fantasy ispirato alla Roma Tardo Antica. Nel frattempo ho scritto e successivamente pubblicato Werewolf, un paranormal romance sui lupi mannari, e vinto un concorso che mi ha permesso di pubblicare un’antologia, Racconti di viaggio del monaco Kyoshi.
Nel 2010 ho pubblicato Kizu no Kuma, ancora un fantasy orientale, che apre la serie delle cucitrici.
Nel frattempo non ho mai smesso di scrivere racconti e di partecipare a concorsi e antologie.
Che differenza c’è tra il fantasy occidentale e quello orientale?
Banalmente si potrebbe rispondere: l’ambientazione.
In realtà i miti, l’immaginario, quegli elementi di cui parla la Wiki, sono molto diversi. Per alcuni possono apparire anche lontani perché il background è quello di culture antichissime, ma differenti dalla nostra.
Un esempio su tutti: il drago nell’immaginario occidentale più comune è una creatura legata alla terra e al fuoco. Per l’oriente invece il drago è spesso legato all’elemento acqua.
È un diverso modus pensandi che va ben oltre l’ambientazione.
Hai fatto una breve incursione nel sottogenere paranormal romance. Come mai sei tornata subito sui tuoi passi?
Non direi che sono tornata sui miei passi. Scrivo tante cose e spesso differenti tra loro. Werewolf ha avuto modo di essere pubblicato, altre incursioni nell’ambito della urban fantasy o del paranormal romance sono uscite solo sotto forma di racconto breve.
Non mi piace essere legata a un unico genere. Mi piacere scrivere narrativa fantastica nel senso più ampio del termine e quindi, se capita, scrivo anche cose che si allontanano dall’oriente.
L’oriente è il mio mondo, ma non è l’unica via.
A quale scrittore pensi di assomigliare maggiormente?
Assomigliare… nessuno. Mi piacerebbe molto essere stata Lev Tolstoj, in una vita precedente.
Ho letto che scrivi da quando eri bambina. Cosa ti piaceva scrivere? Conservavi un diario?
No, niente diari. Mi piaceva molto scrivere racconti, fiabe, favole. Narrativa fantastica, anche all’epoca.
Naturalmente sei anche una lettrice. Qual è il tuo genere preferito? E il tuo scrittore?
Inutile dire che la narrativa fantastica mi piace molto. La scrivo perché amo leggerla. Ho iniziato a scrivere fantasy orientale proprio perché in Italia ne arriva poco e quindi mi sono scritta quello che avrei voluto leggere. Però amo moltissimo anche i classici.
Marion Zimmer Bradley e Diana Paxton sono senza dubbio tra le mie autrici preferite nell’ambito del fantasy. Ma, Lev Tolstoj a parte, mi piacciono molto i classici della narrativa giapponese e quelli inglesi dell’800, da Shikubu Murasaki a Jane Austen.
Il libro che ti ha influenzata maggiormente come scrittrice?
Sicuramente il Genji Monogatari di Shikibu Murasaki. E Guerra e Pace, sempre Tolstoj.
Ma moltissimo devo alla lettura di racconti, soprattutto quelli raccolti nelle antologie di Marion Zimmer Bradley.
Cosa pensi della legge Levi?
Niente più sconti oltre il 15% nelle librerie?
In periodo di liberalizzazioni, mi sembra una cavolata. In un paese come il nostro, dove si legge poco, mi sembra ancora più insensata.
Ma non è l’unica cosa insensata dell’Italia.
Lo sconto poteva essere un incentivo all’acquisto, l’acquisto (forse) avrebbe portato alla lettura del libro. Ma leggere apre la mente e un popolo che pensa…
Progetti letterari per il futuro? Ci puoi anticipare qualcosa?
Ora come ora… no. C’è stato, di recente, un piccolo, ma importante cambiamento, per cui mi vedo costretta ad avvalermi del V° emendamento.
Francesca grazie per il tempo che ci hai dedicato e per la tua disponibilità. In bocca al lupo per il futuro.
Grazie a voi!
Per ulteriori informazioni e curiosità sull'autrice potete visitare il suo sito internet: http://www.francescaangelinelli.it
I LIBRI DI FRANCESCA:
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