Recensione: COSE NOSTRE - MALAVITA di Tonino Benacquista

Titolo: Cose nostre. Malavita
Autore:
Tonino Benacquista
Editore: Ponte alle Grazie
Pagine: 240
Anno di pubblicazione: 2013 
Prezzo copertina: 12,90 €


Recensione a cura di Beatrice Pagan


Non c'è da meravigliarsi che Hollywood abbia voluto realizzare un film tratto dal romanzo Malavita scritto da Tonino Benacquista. Il libro, pur sfruttando elementi ormai quasi classici della letteratura dedicata ai criminali italoamericani, prende una direzione originale ricca di umorismo che permette di delineare con molta cura le caratteristiche di ognuno dei protagonisti.

Immagine con i protagonisti dell'omonimo film
I Blake arrivano di notte nella loro nuova casa situata in una piccola cittadina della Normandia. Il padre Frederick sembra indeciso su come trascorrere le sue giornate, la moglie Maggie prende subito in mano le redini della famiglia dando ordini, mentre i figli Warren e Belle affrontano a modo loro la nostalgia di casa, che si trova a Newark in New Jersey, e la cagnolina Malavita va alla ricerca di un posto tranquillo dove dormire. La mattina successiva i nuovi arrivati affrontano la prima giornata a Cholong-sur-Avre: Warren viene preso di mira dai bulli della scuola e progetta minuziosamente un piano per passare da vittima a carnefice, Belle punisce senza troppe difficoltà i compagni di scuola che hanno tentato di avvicinarsi troppo considerandola disponibile e vulnerabile, e Maggie mette a tacere in modo drastico i concittadini con troppi pregiudizi sociali, gastronomici e culturali nei confronti degli americani.

Una scena del film
La famiglia, dalle soluzioni violente ma estremamente efficaci, non è così normale come potrebbe apparire: il vero cognome dei Blake è Manzoni, e il capofamiglia Giovanni li ha costretti a una vita sotto copertura e in fuga dal boss don Mimino che si trova in carcere proprio a causa delle sue rivelazioni in veste di pentito. A vegliare su di loro c'è il capitano Thomas Quintiliani, e gli agenti dell'FBI Richard Di Cicco e Vincent Caputo che osservano e controllano tutto quello che accade in città. La decisione di Fred di fingersi uno scrittore per giustificare il trasloco in Normandia dà vita a una serie di inaspettati eventi, mentre Giovanni si appassionerà sul serio alla sua finta professione iniziando a scrivere le sue memorie.

Una scena del film
Benacquista trova il giusto equilibrio tra i racconti delle gesta del passato criminale di Giovanni con il presente della famiglia, raccontando personalità, pregi e difetti di ognuno e cercando di sfruttare gli stereotipi sui mafiosi a proprio favore, enfatizzandoli e poi superandoli aggiungendo dettagli che giocano con il concetto di normalità, ribaltato più volte con ironia. Lo scrittore possiede uno stile molto scorrevole e accattivante che permette ai lettori di provare simpatia per i protagonisti, anche nei momenti in cui compiono azioni moralmente discutibili.

Una scena del film
Tonino Benacquista è inoltre molto attento nel dare lo stesso spazio a tutti i Blake/Manzoni e anche agli agenti dell'FBI di cui si sottolineano le difficoltà nel vivere lontano da i propri cari osservando sconosciuti che non hanno mai modo di conoscere veramente, con l'unico conforto delle attenzioni di Maggie che si preoccupa per loro. Il legame con le proprie radici è infatti una delle tematiche principali dell'intero romanzo, declinata in modi diversi e dai risvolti coinvolgenti. Il romanzo ha inoltre una svolta interessante dal punto di vista narrativo quando viene descritta la serie di fortuiti eventi di cui è protagonista un giornale scolastico che avrà delle importanti conseguenze.

L'umorismo a tinte dark e l'interessante struttura scelta per introdurre la storia della famiglia Manzoni lasciano al lettore la voglia di scoprire qualcosa in più su di loro e sui loro tentativi di integrarsi nella comunità, grazie a un romanzo piacevole e divertente.

L'AUTORE
Figlio di immigrati italiani, cresciuto nella provincia francese, Tonino Benacquista è considerato uno dei più brillanti scrittori francesi contemporanei. Dopo aver lavorato come pizzaiolo, inserviente sui vagoni letto, guardiano museale, ha esordito a metà degli anni Ottanta nel genere poliziesco, riscuotendo subito grande successo e vincendo numerosi premi. Si è fatto apprezzare dal grande pubblico italiano grazie al suo Malavita (pubblicato in Italia nel 2006 e ora riproposto in occasione della trasposizione cinematografica da parte di Luc Besson), a cui sono seguiti Tre quadrati su fondo rosso (2007), La commedia dei perdenti (2008), Ancora Malavita (2009).

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