Recensione: LA FELICITA' DELL'ATTESA di Carmine Abate

Titolo: La felicità dell'attesa
Autore:
Carmine Abate
Editore: Mondadori
Pagine: 360
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 19,00 €


Recensione a cura di Eleonora Cocola 

Quella fra la famiglia Leto e l’America è una storia che comincia all’inizio del Novecento: il primo a lasciare il paesino della Calabria arbëresh per la grande “Merica” è Carmine Leto, che a Hora porterà con sè la cosa più bella che ha trovato oltreoceano, la moglie Shirley. Anche il loro figlio Jon finirà per partire per il “mondo grande”: la prima volta andrà a New York per vendicare la morte del padre, la seconda per amore di una donna chiamata Norma Jeane,
la terza per lavoro; tre satelliti, il padre Carmine, Norma e il ristorante Family Tavern, intorno a cui ruota la vita di Jon Leto, ricostruita oggi dal figlio Carminuzzo. Ma il vero centro è l’amore per la ragazza dal neo magnetico, quella Norma destinata a passare alla storia come Marilyn Monroe.

Quello tra l’aitante calabrese e la futura attrice non è un amore platonico come fu quello di tanti fan, ma una vera relazione totalizzante e passionale, un fuoco che la moglie calabrese di Jon, i suoi figli e il suicidio di Norma/Marilyn non riusciranno mai a spegnere. Da questo amore ha origine l’assenza di Jon dalla vita dei figli: «Mio padre non è stato assente come tanti padri emigranti solo perché era fisicamente lontano, suo malgrado, per motivi di lavoro. È stato assente perché in tutta la sua vita ha cercato invano di rielaborare il lutto per la morte del padre e del fratello, continuando nel frattempo a sperare di rivedere Norma, soffiando sulle braci vive del suo amore sotto la cenere, anche dopo la nascita di noi figli, anche dopo la scomparsa di Norma, che per lui non era morta veramente: a morire era stata Marilyn Monroe».

Sembra di vederli, i personaggi di questo romanzo: la bella e forte Shirley, venuta a Hora dall’America con Carmine Leto; l’affascinante Jon con lo charme e i baffi alla Clark Gable; il suo triste fratello Leonardo e la sorella Franceschina che emigra in Australia; il gagliardo campione di bowling Andy Varipapa e Norma Jeane, bellissima e fragile: due personaggi storici che l'autore fa incontrare con la vita della famiglia Leto per segnarne il destino. Poco per volta, Carmine Abate ci fa conoscere questi personaggi nel profondo, fino a capire la tristezza e la testardaggine di Leonardo, le emozioni che si celano dietro i silenzi di Jon, la solitudine di sua moglie Annina e dei figli. Ci fa condividere i loro lutti, i successi, gli amori; la voglia di partire ma anche quella di tornare, la nostalgia per la terra natale, il fuoco della libertà e quello dell’amore. Le loro vicende si dipanano tra le pagine del libro con una lentezza che sa essere incalzante: a tal proposito la leggera componente di giallo aiuta, ma non è determinante quanto il crescere delle passioni, la bellezza dei personaggi e delle atmosfere, la felicità dell’attesa.

Questo libro ha tutta la potenza che ebbe il sogno Americano sui migranti (italiani e non), tutto il fascino che la grandezza della metropoli poteva esercitare su chi arrivava da un paese sperduto del sud Italia; è vivo del coraggio e della perseveranza di tutti coloro che partendo dal nulla costruirono una vita migliore per sè e per i propri figli, chi oltreoceano, chi in Germania, chi nel nord Italia. La felicità dell’attesa vibra dei ritmi delle serenate in lingua arbëresh cantate nelle notti d’estate, dei profumi “saporitosi” delle pietanze calabresi, dei rumori delle metropoli americane; è un libro che prende vita dal piacere della memoria e del racconto, e che restituisce la vita e le emozioni da cui trae spunto moltiplicate per mille.

L'AUTORE
Carmine Abate è nato nel 1954 a Carfizzi, un paese arbëresh della Calabria. Emigrato da giovane ad Amburgo, oggi vive in Trentino. Come narratore, ha esordito in Germania con Den Koffer und weg! (1984). Ha pubblicato due libri di racconti, Il muro dei muri (1993) e Vivere per addizione e altri viaggi (2010), la raccolta di "poesie & proesie" Terre di andata (1996 e 2011), il saggio I germanesi (1986 e 2006) con Meike Behrmann e i romanzi: Il ballo tondo (1991), La moto di Scanderbeg(1999), Tra due mari (2002), La festa del ritorno (2004, premio selezione Campiello, nuova edizione 2014) e Il mosaico del tempo grande (2006), Gli anni veloci (2008), La collina del vento (premio Campiello 2012) e Il bacio del pane (2013). I suoi libri, vincitori di numerosi premi, sono tradotti in Francia, Stati Uniti, Germania, Olanda, Grecia, Portogallo, Albania, Kosovo, Giappone e in corso di pubblicazione in arabo. 

Un libro che per tematiche consiglio di abbinare con un bel film del 2006, Nuovomondo, diretto da Emanuele Crialese. La storia di una famiglia intera che ad inizio Novecente decide di lasciare la Sicilia per iniziare una nuova vita in America. 

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