La Grande Arte torna al cinema con Dalì, la Vienna di Klimt e Schiele, le Ninfee di Monet e la Street Art di Bansky
Comunicato stampa
Sarà
proprio con uno degli artisti più fantasiosi, irruenti e imprevedibili
del ‘900 che si aprirà la nuova stagione della Grande Arte al Cinema per
celebrare
l’anniversario dei 30 anni dalla morte di Salvador
Dalí (1904-1989) che cadrà all’inizio del 2019. Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità, il film evento in programma il
24, 25, 26 settembre, permetterà infatti agli spettatori di
avvicinarsi al pittore e all'uomo, così come agli spazi da lui ideati
che hanno contribuito a plasmare la sua immortalità.
Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità
propone un viaggio esaustivo attraverso la vita e l'opera di Salvador
Dalí, e anche di Gala, sua musa e collaboratrice. Un percorso che va dal
1929, anno cruciale in cui
Dalì si unisce al gruppo surrealista e incontra Gala, fino alla morte,
attraversando tutte le geografie dell’artista: Portlligat (l’officina
casalinga), Figueres (città natale dove crea il museo-teatro Dalí),
Púbol (dove si trova il castello in cui passa gli
ultimi anni della sua vita), ma anche le grandi città, come Parigi e
New York. Immagini e documenti, alcuni dei quali inediti, ci
avvicineranno al pittore che ha fatto di se stesso una straordinaria ed
eccentrica opera d’arte capace di assicurargli un posto
nel mito.
La Grande Arte al Cinema è un progetto originale esclusivo di Nexo Digital. Per la stagione 2018 è distribuito con i media
partner Radio Capital, Sky Arte e MYmovies.it.
Sono
stati 650.000 gli spettatori che, nella passata stagione, hanno
riempito 350 sale cinematografiche italiane per assistere agli eventi
della Grande Arte al Cinema. Un ciclo
di eventi che è ormai un appuntamento fisso, grazie alla capacità di
offrire un’esperienza visiva innovativa e di far vivere sul grande
schermo tutta la ricchezza delle mostre, degli artisti e dei musei più
importanti del mondo.
Salvador Dalí.
La ricerca dell’immortalità è prodotto dalla Fondazione Gala-Salvador Dalí e realizzato da DocDoc Films.
Il 22, 23, 24 ottobre
sarà invece il momento di spostarci nel
1918 a Vienna, nel cuore della Mitteleuropa, dove un’epoca dorata è ormai al tramonto.
Klimt & Schiele. Eros e Psiche si apre
infatti nella notte del 31 ottobre quando, nel letto della sua casa, muore
Egon Schiele, una delle 20 milioni di vittime dell’influenza
spagnola. Schiele si spegne guardando in faccia il male invisibile, come
solo lui sa fare: dipingendolo. Ha 28 anni e solo pochi mesi prima il
salone principale del palazzo della Secessione
si è aperto alle sue opere, 19 oli e 29 disegni, con la celebrazione di
una pittura che rappresenta le inquietudini e i desideri dell’uomo.
Qualche mese prima è morto anche il suo maestro e amico
Gustav Klimt, che dall’inizio del secolo aveva rivoluzionato il sentimento dell’arte, fondando un nuovo gruppo: la
Secessione. Oggi i capolavori di questi due artisti attirano
visitatori da tutto il mondo, a Vienna come alla Neue Galerie di New
York, ma sono anche diventati immagini pop che accompagnano la nostra
vita quotidiana su poster, cartoline e calendari.
Ora, cent’anni dopo, le opere di questi artisti visionari – tra
Jugendstil e Espressionismo – tornano protagoniste assolute nella
capitale austriaca, insieme a quelle del designer e pittore Koloman
Moser e dell’architetto Otto Wagner, morti in quello stesso
1918, sempre a Vienna. Prendendo spunto da alcune delle tante mostre
che stanno per aprirsi in occasione del
centenario, il film evento ci guida tra le sale dell’Albertina, del Belvedere, del Kunsthistorisches, del Leopold, del Freud e del Wien Museum,
ripercorrendo questa straordinaria stagione: un momento magico per
arte, letteratura e musica, in cui
circolano nuove idee, si scoprono con Freud i moti della psiche e le
donne cominciano a rivendicare la loro indipendenza. Un’età che svela
gli abissi dell’Io in cui ci specchiamo ancora oggi.
Klimt & Schiele. Eros e Psiche
è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital.
Il 26, 27, 28 novembre
ci sposteremo nella Francia di Giverny con Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce,
che narra la storia della nascita di una
delle più grandi opere d’arte del ‘900,
anzi di 300 capolavori che hanno rivoluzionato l’arte successiva. Il racconto di una passione viscerale che diventerà una vera ossessione e
dell’uomo che da questa ossessione si è lasciato divorare:
Claude Monet. La dimora di Giverny è la villa più costosa della zona ma le manca ancora qualcosa. Appena vi si trasferisce, infatti, Monet decide immediatamente
di mettersi al lavoro: desidera creare un giardino “per il piacere degli occhi” ma si accorge presto che questa meravigliosa tavolozza naturale può offrirgli
innumerevoli soggetti per la sua pittura. È così che, attirandosi le ire dei suoi confinanti, sradica tutti gli alberi da frutto, distrugge l’orto e inizia a creare il suo
atelier en-plein-air. Nel sud della Francia sorge ancora lo storico vivaio Latour-Marliac,
presso il quale Monet acquista quei fiori esotici dei quali si è innamorato all’esposizione
universale di Parigi del 1889. 6 bulbi di ninfee: 4 gialle e due bianche.
Pur tra le mille difficoltà, nel 1895 Monet
piazza il cavalletto sulla riva del lago. Per la prima volta dai suoi
pennelli prende vita un fiore di ninfea. È da queste prime pennellate
che nasce il film evento che racconta l’amore e
l’ossessione di Monet per le sue ninfee attraversando il giardino e la
casa dell’artista a Giverny, ma anche il
Musée D’Orsay, l’Orangerie e il Marmottan di Parigi, la grande mostra del
Vittoriano di Roma.
Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce
è prodotto da Ballandi Arts e Nexo Digital.
Infine, dopo il successo riscosso al Tribeca Film Festival, l’11 e 12 dicembre arriverà al cinema
L’uomo che rubò Banksy
diretto da
Marco Proserpio. Narrato da Iggy Pop, il film evento
sull’artista e writer inglese considerato uno dei maggiori esponenti
della Street Art racconta di arte, culture in conflitto, identità e
mercato nero. Il film inizia mostrando la percezione
dei palestinesi sul più importante artista di strada dei nostri tempi,
ma si trasforma presto nella scoperta di un vasto mercato nero di muri e
dipinti rubati nelle strade di tutto il mondo. Culture che si
incontrano e si scontrano di fronte a una situazione
politica insostenibile, ma anche il dibattito in corso sulla
commercializzazione o conservazione della Street Art. Non è una singola
storia, ma molte storie. Un docu film per capire cosa ha
portato le opere d’arte di Banksy da Betlemme a una casa d’aste occidentale, insieme al muro su cui sono state dipinte.