Recensione: Un'altra storia, di Florian Illies

Titolo: 1913. Un'altra storia
Autore: Florian Illies
Editore: Marsilio
Pagine: 216
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo copertina: 18,00 €

Recensione a cura di Mario Turco

L’idea, come le migliori, è di folgorante semplicità: raccontare un anno fondamentale per la storia dell’umanità attraverso la composita narrazione delle più illustri personalità che l’hanno animato. A cinque anni di distanza da 1913. L’anno prima della tempesta Florian Illies torna sulla sua magnifica ossessione con questo 1913 - Un’altra storia edito da Marsilio nella collana Nodi. É lo stesso editorialista della «Frankfurter Allgemeine Zeitung» e direttore delle pagine culturali della «Zeit» a scrivere nell'introduzione intitolata "Viaggio nel Paradiso perduto" i motivi per cui ha eletto proprio quell’anno a data simbolo del Novecento: "Il 1913 è l'anno in cui la modernità subisce un'incredibile accelerazione. È l'inizio del nostro presente. Nessuno, allora, poteva sapere che nel 1914 tutto questo rinnovamento sarebbe andato a schiantarsi contro un muro. Il paradiso si riconosce solo quando è ormai perduto". Ma di quale rinnovamento parla il giornalista tedesco? Per rispondere a questa domanda bisogna andare alla fine delle scorrevolissime 218 pagine di cui è composto il libro: “Tutto, nel 1913, accadeva simultaneamente, passato e presente e futuro si univano in un intreccio indissolubile nei romanzi del secolo, iniziati o portati a termine quest’anno: l’Ulisse di James Joyce, L’uomo senza qualità di Musil, Alla ricerca del tempo perduto di Proust, La montagna incantata di Thomas Mann.


Anche nell’arte, fra il primo ready made di Marcel Duchamp e i primi quadrati di Malevič, si tende l’arco infinito dell’astrazione, del cubismo, delle forme frammentate, dei desideri struggenti, del fermento nelle piazze. Forse mai prima d’ora il mondo aveva guadagnato velocità come quest’anno. Non stupisce che Henry Ford inventi la catena di montaggio, che le onde del Pacifico e dell’Atlantico si uniscano nel canale di Panama e che nessuno sia mai mai volato così in alto e così lontano e alla velocità del 1913. Che anno!”. Con “1913 - Un’altra storia” non siamo insomma di fronte ad un approccio storiografico classico che analizza le cause militari, sociali ed economiche che portarono alla prima guerra su larga scala ma ci troviamo alle prese con un ritratto culturale dell’epoca. Quest’ottica così libera dall’obbligo analitico sceglie quindi di riversarsi nel suo esatto contrario: l’illuminazione epifanica fatta attraverso le microstorie degli artisti che inconsciamente si recavano loro malgrado alle porte dell’inferno. Perché anche se come diceva Gottfried Benn, citato nel libro, “L’arte è una faccenda circoscritta a cinquanta persone di cui trenta non sono normali", è proprio attraverso questo tipo di controcanto che si può scoprire il senso della follia globale, che fece proseliti non solo tra le gerarchie militari ma tra le masse che reclamavano il loro posto nella Storia. L’autore tedesco sceglie così una narrazione composta da frammenti che possono andare da un breve dato apparentemente avulso dal contesto (“Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria e re d’Ungheria, sul trono da sessantacinque incredibili anni, per il pranzo di Natale chiede una Wiener Schnitzel. E la ottiene”, si legge ad esempio) ad incredibili episodi che coinvolgono, tra gli altri D’annunzio, Rilke e Kafka. 

Interessante a questo proposito la leggerezza con la quale questi grandi letterati vengono trattati che non sfocia però mai nella superficialità. Il giornalista si muove con grande eleganza nel crinale dell'affetto e del buffetto: Illies racconta del primo le passeggiate col coccodrillo insieme con Luisa Casati Stampa, del secondo i frequentissimi malanni e del terzo l'auto-sabotaggio della storia d'amore con la fidanzata Felice Bauer. Pur concentrandosi spesso sugli artisti di area germanica, con la Vienna di quegli anni che era il cuore pulsante della vita culturale del Vecchio Continente, alcune belle sortite vengono effettuate nei dintorni di Capri, con ad esempio la comune creata dal pittore Karl Wilhelm Diefenbach (eventi che sono state d'ispirazione anche a Mario Martone per il suo “Capri revolution”) o i rovelli dello scrittore russo Maksim Gor'kij, esiliato sull'isola campana per i suoi contatti con gli intellettuali rivoluzionari. Impossibile comunque rendere fede alla particolarità di alcune delle storie presenti nel libro, frutto di un grande lavoro di ricerca debitamente documentato nella bibliografia finale. La scansione cronologica in mesi dell'anno e la sua natura episodica non impediscono a “1913 – Un'altra storia” di tessere le file di una traccia casuale del dramma che fece perdere l'innocenza a tutto il mondo. Se anche le menti più acute del 1913 sottovalutarono le trombe delle prime guerre di trincea del 1914 che speranza aveva l'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este di salvarsi?

L'AUTORE
Florian Illies (1971) è storico dell’arte. Editorialista della «Frankfurter Allgemeine Zeitung», ha diretto le pagine culturali della «Zeit» ed è tra i fondatori della rivista «Monopol». Attualmente è direttore editoriale della casa editrice Rowohlt. Autore di bestseller tradotti in tutto il mondo, per Marsilio sono usciti 1913. L’anno prima della tempesta (2013, 2018) e L’invenzione delle nuvole. Lettera d’amore sull’arte e la poesia (2018).

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