Il manifesto del film "Il Pataffio", scritto e diretto da Francesco Lagi, tratto dall’omonimo romanzo di Luigi Malerba. Al cinema dal 18 agosto
In un remoto medioevo immaginato, un improbabile gruppo di soldati e cortigiani capitanati dal Marconte Berlocchio e dalla sua fresca sposa Bernarda, arriva in un feudo lontano. Ma quel castello è un postaccio decrepito abitato da villani per niente disposti a farsi governare. Tra appetiti profani e sacri languori, militi sgangherati e povericristi, un racconto sulla libertà, la fame, il sesso e il potere. Il Pataffio scritto e diretto da Francesco Lagi, tratto dall’omonimo romanzo di Luigi Malerba, con Lino Musella, Giorgio Tirabassi, Viviana Cangiano, Giovanni Ludeno, Vincenzo Nemolato, Daria Deflorian, Alessandro Gassmann nel ruolo di Frate Cappuccio e con Valerio Mastandrea nel ruolo di Migone.
Il "pataffio" di Malerba è un buffo romanzo che si muove in un medioevo pieno di fame e carestia. I nomi dei personaggi sono già un eloquente programma, il marconte Cagalanza, la marcontessa Bernarda, grassa e scontenta, la corte tutta disgraziata e approssimativa, con i soldati arrugginiti e affamati, i contadini più affamati ancora, raramente qualcuno trova un pollastro o un somaro cotto, più spesso lo sogna. Alla fame non c' è mai fine, e questa è la trama fondamentale che accomuna contadini e sgangherati signori. Si parla un bellissimo maccheronico semi romanesco, semi latino, o semi qualcosa d'altro. Parente prossimo della "Armata Brancaleone" di Mario Monicelli.