Titolo: L'amante di Chopin
Autore: Rita Charbonnier
Editore: Marcos y Marcos
Pagine: 368
Anno di pubblicazione: 2023
Prezzo copertina: 18,00 €
Era davvero difficile scrivere un libro su Georges Sand che lisciasse alcune delle maggiori urgenze femministe. Ed era ancora più arduo redigere una biografia romanzata della celebre scrittrice francese, celebre per il suo anticonformismo di genere le sue idee socialiste - che se non tra i grandissimi di una letteratura prodiga di geni, quantomeno può stare tranquillamente al loro stesso tavolo - che ne delineasse un ritratto domestico, zeppo di stucchevolezze e sentimenti donneschi quali l'amore devoto al proprio geniale partner e le beghe materne con la squallida figlia. Così anche la scelta del titolo di ricalcare in maniera ironica il sintagma patriarcale con cui Amantine Aurore Lucile Dupin, questo il vero nome dell'autrice dello splendido "Indiana", era probabilmente conosciuta nei salotti mondani si trova, come per un capovolgimento di senso, ad essere la vera cifra di questa operazione.
Rita Charbonnier ha studiato pianoforte e canto, si è diplomata presso la Scuola di teatro classico Giusto Monaco dell’Istituto nazionale del dramma antico, a Siracusa, e ha frequentato il Corso di formazione e perfezionamento per sceneggiatori della RAI, a Roma. Ha collaborato come giornalista ed esperta di teatro con diverse riviste, e scritto soggetti e sceneggiature che hanno ottenuto riconoscimenti tra i quali la Film Story Competition del programma europeo MEDIA. È anche attrice e ha lavorato con personalità di rilievo: Nino Manfredi, Aldo Trionfo, Renato Nicolini, Lucia Poli, Antonio Calenda, per citarne solo alcuni. Ha inoltre scritto racconti, monologhi teatrali e testi di argomento musicale. Si esibisce in reading musicali e recital. Il suo primo romanzo, La sorella di Mozart (Corbaccio 2006, Piemme Bestseller 2011), è stato pubblicato in dodici paesi. La strana giornata di Alexandre Dumas e Le due vite di Elsa (Piemme 2009 e 2011) completano un trittico con protagoniste personaggi femminili e la Storia.
Autore: Rita Charbonnier
Editore: Marcos y Marcos
Pagine: 368
Anno di pubblicazione: 2023
Prezzo copertina: 18,00 €
Recensione a cura di Mario Turco
"L'amante di Chopyn", di Rita Charbonnier edito da Marcos y Marcos nella sezione Gli alianti è purtroppo la classica operazione commerciale che progettualmente aveva ottimi auspici che sulla pagina scritta non riesce però a mantenere. Anche se il cinema e la letteratura hanno spesso dato più risalto all'amor fou tra Georges Sand ed il compagno di lettere Alfred De Musset - "Confessione di un figlio del secolo" di quest'ultimo rimane uno dei più alti esiti dei tormenti sentimentali di ogni epoca -, la lunga relazione amorosa tra il malaticcio pianista polacco e la virago autrice francese nel periodo storico a cavallo del 1848, annus mirabilis non solo per l'intera Europa ma anche per più di un'esistenza artistica, rimaneva un soggetto di indubbio fascino. Ecco che il libro sceglie di approcciarsi alla materia attraverso una componente metanarrativa con un prologo ambientato ai giorni nostri a "Genova, un pomeriggio a cavallo tra due millenni". Aurora Zizzadoro (inspiegabile la scelta di far fare continuamente battutacce ad uno dei personaggi su questo cognome, una roba di così basso livello che se non fosse, come probabilmente è, una velata denuncia verso il maschilismo di una persona realmente esistente che ha toccato l'autrice, basterebbe a cestinare l'intera opera) è una giovane attrice che sta facendo il provino per lo spettacolo "L'amante di Chopin". Prima di provare ad ottenere la parte la ragazza ha studiato a dovere vita e opere di Georges Sand ed è così in grado di rispondere con veemenza e passione alle prosaiche re-interpretazioni del regista teatrale, uomo contrassegnato da una piccineria intellettuale così marchiana che lo si fatica a credere direttore di qualunque opera d'ingegno. Da questo esile spunto, il libro di Charbonnier racconta in maniera cronologica tutte le fasi del rapporto durato ben dieci anni tra la scrittrice e Fryderyk Chopin. Attraverso una narrazione in terza persona che si serve, solo in apertura dei capitoli, anche di citazioni dirette di alcuni passaggi delle lettere scritte dai due tra loro stessi e ad alcuni amici, "L'amante di Chopin" mette il lettore a conoscenza dell'ipotetica versione dei fatti che assumerebbe la stessa Sand qualora oggi potesse rilasciare un’intervista a riguardo.
Se la volontà di schierarsi completamente dalla parte di una figura spesso bistrattata dagli stessi critici letterari e soprattutto dai suoi contemporanei fa sicuramente onore alla scelta dell'autrice, d'altra parte presta il fianco ad una lettura fin troppo personalistica che marca alcuni aspetti e ne tralascia altri. Il primo e più angusto punto è la vittimizzazione a posteriori di Sand, descritta in maniera pietistica come una figura incatenata ad un’epoca patriarcale in cui vigeva ancora la superiorità giuridica del marito sulla moglie. Non che quei lacciuoli non fossero presenti ma ribadire in continuazione i vincoli di società e quelli, ancor più rigidi, della mondanità aristo-borghese non rende merito alle fughe in avanti portate con grande anticipo ed altrettanto scandalo avanti da Sand. Inoltre la scelta di dipingerla come devota al talento di Fryderyk Chopin, disposta in quasi tutte le occasioni a sacrificarsi per assecondare le sue uggie di genio del pianoforte come nel caso del disastroso soggiorno a Mallorca, rende la narrazione troppo compartecipe elidendo l’ambiguità a favore di questa caratterizzazione d’eroina da romanzo rosa. Così l’accumulo di positività caratteriali di Sand – gli aneliti all’uguaglianza di classe nonostante la ricca eredità di famiglia, gli atti da crocerossina domestica, la lotta contro medici retrogradi che prescrivevano salassi ad un uomo che pesava 50 chili, la persecuzione gelosa di Chopin, la guerra intestina con la figlia ed il genero, la mistificazione delle sue qualità letterarie e politiche – spinge con troppa veemenza sull’empatia raggiungendo per paradosso il risultato opposto, quello di rendere antipatica la scrittrice che non era solo l’amante di Chopin ma nemmeno, e non avrebbe mai voluto esserlo, la più santa delle compagne.