Il talento di Mr. Ripley - Patricia Highsmith (La nave di Teseo)
Napoli, anni cinquanta. Il giovane e spiantato Tom Ripley sbarca da New York in missione per conto del ricco Mr. Greenleaf. Deve convincere il figlio di lui, Dickie, a ritornare in America. Ma l’incontro con Dickie, un ragazzo bellissimo che dalla vita ha avuto tutto, fa nascere un’idea nella mente di Tom: non potrebbe sostituirsi a lui e vivere una vita senza problemi? È l’inizio di un’avventura insieme terribile e coinvolgente, in cui Patricia Highsmith conduce per mano il lettore nei percorsi mentali di un assassino senza scrupoli, e forse proprio per questo irresistibile.
Napoli, anni cinquanta. Il giovane e spiantato Tom Ripley sbarca da New York in missione per conto del ricco Mr. Greenleaf. Deve convincere il figlio di lui, Dickie, a ritornare in America. Ma l’incontro con Dickie, un ragazzo bellissimo che dalla vita ha avuto tutto, fa nascere un’idea nella mente di Tom: non potrebbe sostituirsi a lui e vivere una vita senza problemi? È l’inizio di un’avventura insieme terribile e coinvolgente, in cui Patricia Highsmith conduce per mano il lettore nei percorsi mentali di un assassino senza scrupoli, e forse proprio per questo irresistibile.
Ripley, serie TV su Netflix dal 1 aprile
Walter Vismara ha trentasei anni e fa il ragioniere in una piccola fabbrica tessile di Milano. La sua è un’esistenza tranquilla, fatta di piccoli gesti ripetuti: ogni giorno dietro a una scrivania per far quadrare i conti e la domenica un cinema o un teatro con la sorella Elvira. Quando viene licenziato, però, quell’intimo universo di abitudini consolidate inizia a scricchiolare. La nuova azienda di guarnizioni presso cui trova lavoro è dinamica e moderna, ma il capo, il cavalier Tosetto, ha una vera e propria ossessione per il football, o meglio, per il fòlber, come dice lui. Ogni giovedì, sottopone i dipendenti a estenuanti allenamenti in vista dell’incontro dell’anno, la partita “scapoli-ammogliati” allo stadio Breda di Sesto. Vismara odia il calcio, non sa niente di questo sport, e finisce sempre per fare il portiere. Così, i colleghi iniziano a canzonarlo chiamandolo “Zamora”, come il leggendario giocatore del Real Madrid, che lui, naturalmente, non ha mai sentito nominare. Tutte le settimane, il ragioniere neoassunto scende in campo per sottoporsi a quella pubblica umiliazione, ma è presto stanco delle battutine dei compagni e decide di seguire il consiglio della sorella: prendere “ripetizioni” da Giorgio Cavazzoni, ex portiere del Milan che ha dilapidato i guadagni di una brillante carriera in donne e alcol, ma che è forse l’unico in grado di aiutarlo. In occasione dell’uscita del film diretto e interpretato da Neri Marcorè, il romanzo del compianto Roberto Perrone torna a commuoverci e a farci sorridere con un’insolita e meravigliosa amicizia, capace di rimescolare le carte e cambiare per sempre la vita di due strani, indimenticabili eroi.
Zamora, diretto da Neri Marcorè, con Alberto Paradossi e Marta Gastini. Al cinema dal 4 aprile
Confidenza - Domenico Starnone (Einaudi)
Pietro vive con Teresa un amore tempestoso. Dopo l'ennesimo litigio, a lei viene un'idea: raccontami la cosa di cui ti vergogni di piú, io farò altrettanto. E rimarremo uniti per sempre. Si lasceranno, naturalmente, poco dopo. Ma una relazione finita è spesso la miccia per quella successiva, soprattutto per chi ha bisogno di conferme. Cosí, quando Pietro incontra Nadia, s'innamora all'istante della sua ritrosia, della sua morbidezza dopo tanti spigoli. Pochi giorni prima delle nozze, però, Teresa magicamente ricompare. E con lei l'ombra di quello che si sono confessati a vicenda, quasi un avvertimento: «Attento a te». Da quel momento in poi la confidenza che si sono scambiati lo seguirà minacciosa: la buona volontà poggia sulla cattiva coscienza, e Pietro non potrà mai piú dimenticarlo. Anche perché Teresa si riaffaccia sempre, puntualmente, davanti a ogni bivio esistenziale. O è lui che continua a cercarla? Con uno sguardo insieme complice e distaccato, e la leggerezza lancinante che possiedono soltanto le grandi narrazioni, Confidenza racconta di un uomo inadeguato a sé stesso e alle proprie ambizioni. Ma in realtà racconta di noi, di quanto sismico sia il terreno su cui si regge la costruzione della nostra identità.
Zamora, diretto da Daniele Luchetti, con Elio Germano e Federica Rosellini. Al cinema dal 24 aprile
Pietro vive con Teresa un amore tempestoso. Dopo l'ennesimo litigio, a lei viene un'idea: raccontami la cosa di cui ti vergogni di piú, io farò altrettanto. E rimarremo uniti per sempre. Si lasceranno, naturalmente, poco dopo. Ma una relazione finita è spesso la miccia per quella successiva, soprattutto per chi ha bisogno di conferme. Cosí, quando Pietro incontra Nadia, s'innamora all'istante della sua ritrosia, della sua morbidezza dopo tanti spigoli. Pochi giorni prima delle nozze, però, Teresa magicamente ricompare. E con lei l'ombra di quello che si sono confessati a vicenda, quasi un avvertimento: «Attento a te». Da quel momento in poi la confidenza che si sono scambiati lo seguirà minacciosa: la buona volontà poggia sulla cattiva coscienza, e Pietro non potrà mai piú dimenticarlo. Anche perché Teresa si riaffaccia sempre, puntualmente, davanti a ogni bivio esistenziale. O è lui che continua a cercarla? Con uno sguardo insieme complice e distaccato, e la leggerezza lancinante che possiedono soltanto le grandi narrazioni, Confidenza racconta di un uomo inadeguato a sé stesso e alle proprie ambizioni. Ma in realtà racconta di noi, di quanto sismico sia il terreno su cui si regge la costruzione della nostra identità.
Zamora, diretto da Daniele Luchetti, con Elio Germano e Federica Rosellini. Al cinema dal 24 aprile
L'amore e le foreste - Éric Reinhardt (Salani)
Inizialmente Bénédicte Ombredanne aveva voluto incontrare lo scrittore solo per dirgli quanto il suo libro le avesse cambiato la vita. Inevitabile finire nel profondo, la voglia di confidarsi quando si ha la fortuna di parlare con chi sa scrivere di sentimenti. Racconta della sua esistenza, nelle pieghe della famiglia, un marito violento che tiene in scacco lei e i figli, e di quel giorno indimenticabile di ribellione. Il più bel giorno della sua vita, ma l’inizio della sua disperazione. Allora, caro scrittore, come dovrebbe essere l’amore? Come si arriva a ricomporre la costellazione di frammenti che identificano il nostro io, senza tradirsi? Siamo universi complessi, contraddittori, indefiniti, perennemente alla ricerca della gioia, ma spesso imprigionati nelle nostre stesse gabbie. L’amore e le foreste è un romanzo che seduce e, a tratti, indigna il lettore, ma in cui il desiderio di libertà si erge contro lo svilimento. Éric Reinhardt gestisce con maestria, con una scrittura mordente ed empatica che non ti lascia fino alla fine, una pluralità di punti di vista sulla realtà dei personaggi, che come i frammenti dell’anima della sua eroina si infrangono e si ricompongono, offrendoci un ritratto toccante e magnifico di una donna, della forza e dei rischi del suo immaginario. Un inno al potere magico della letteratura.
Il coraggio di Blanche, diretto da Valérie Donzelli, con Virginie Efira e Melvil Poupaud. Al cinema dal 2 maggio
Inizialmente Bénédicte Ombredanne aveva voluto incontrare lo scrittore solo per dirgli quanto il suo libro le avesse cambiato la vita. Inevitabile finire nel profondo, la voglia di confidarsi quando si ha la fortuna di parlare con chi sa scrivere di sentimenti. Racconta della sua esistenza, nelle pieghe della famiglia, un marito violento che tiene in scacco lei e i figli, e di quel giorno indimenticabile di ribellione. Il più bel giorno della sua vita, ma l’inizio della sua disperazione. Allora, caro scrittore, come dovrebbe essere l’amore? Come si arriva a ricomporre la costellazione di frammenti che identificano il nostro io, senza tradirsi? Siamo universi complessi, contraddittori, indefiniti, perennemente alla ricerca della gioia, ma spesso imprigionati nelle nostre stesse gabbie. L’amore e le foreste è un romanzo che seduce e, a tratti, indigna il lettore, ma in cui il desiderio di libertà si erge contro lo svilimento. Éric Reinhardt gestisce con maestria, con una scrittura mordente ed empatica che non ti lascia fino alla fine, una pluralità di punti di vista sulla realtà dei personaggi, che come i frammenti dell’anima della sua eroina si infrangono e si ricompongono, offrendoci un ritratto toccante e magnifico di una donna, della forza e dei rischi del suo immaginario. Un inno al potere magico della letteratura.
Il coraggio di Blanche, diretto da Valérie Donzelli, con Virginie Efira e Melvil Poupaud. Al cinema dal 2 maggio
Il mio posto è qui - Daniela Porto (Sperling & Kupfer)
Calabria, 1940. Marta e Michele sono innamorati. La notte prima che lui parta per la guerra i due fanno l'amore. Ma Michele non torna dal fronte e Marta, rimasta incinta, dà alla luce il piccolo Michelangelo. Se durante la guerra una ragazza madre non dava scandalo, una volta tornata la pace la sua condizione in paese diventa scomoda. È così che il padre, per salvare l'onore della famiglia, la promette in sposa a Gino, un uomo che non ama, vedovo con due figli. Durante i preparativi al grande giorno, Marta è costretta ad avere a che fare con Lorenzo, l'assistente del parroco, noto in paese come «l'uomo dei matrimoni», per il suo gusto raffinato messo al servizio delle giovani spose, ma guardato di sottecchi per i suoi modi effemminati. Nonostante le iniziali reticenze, tra i due nasce ben presto una profonda amicizia e Marta conosce un mondo fatto di persone emarginate e anticonvenzionali, ma autentiche. Sognare un futuro diverso, in cui possa sentirsi emancipata e padrona della propria femminilità, è possibile. E Lorenzo, che la aiuterà a frequentare di nascosto un corso di dattilografia, è forse l'unico in grado di capirla. In quell'angolo remoto di mondo dove la cultura patriarcale domina senza eccezioni, i due saranno costretti a difendersi in ogni modo dall'ipocrisia e dai pregiudizi.
Il mio posto è qui, diretto da Cristiano Bortone, Daniela Porto, con Marco Leonardi e Ludovica Martino. Al cinema dal 25 aprile
Calabria, 1940. Marta e Michele sono innamorati. La notte prima che lui parta per la guerra i due fanno l'amore. Ma Michele non torna dal fronte e Marta, rimasta incinta, dà alla luce il piccolo Michelangelo. Se durante la guerra una ragazza madre non dava scandalo, una volta tornata la pace la sua condizione in paese diventa scomoda. È così che il padre, per salvare l'onore della famiglia, la promette in sposa a Gino, un uomo che non ama, vedovo con due figli. Durante i preparativi al grande giorno, Marta è costretta ad avere a che fare con Lorenzo, l'assistente del parroco, noto in paese come «l'uomo dei matrimoni», per il suo gusto raffinato messo al servizio delle giovani spose, ma guardato di sottecchi per i suoi modi effemminati. Nonostante le iniziali reticenze, tra i due nasce ben presto una profonda amicizia e Marta conosce un mondo fatto di persone emarginate e anticonvenzionali, ma autentiche. Sognare un futuro diverso, in cui possa sentirsi emancipata e padrona della propria femminilità, è possibile. E Lorenzo, che la aiuterà a frequentare di nascosto un corso di dattilografia, è forse l'unico in grado di capirla. In quell'angolo remoto di mondo dove la cultura patriarcale domina senza eccezioni, i due saranno costretti a difendersi in ogni modo dall'ipocrisia e dai pregiudizi.
Il mio posto è qui, diretto da Cristiano Bortone, Daniela Porto, con Marco Leonardi e Ludovica Martino. Al cinema dal 25 aprile