Recensione: Se mi prendi per mano, di Bruno Maida

Titolo
: Se mi prendi per mano
Autore: Bruno Maida
Editore: EDT-Giralangolo
Pagine: 240
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 13,00 €

Recensione a cura di Luigi Pizzi

Ambientato nel 1943, il romanzo racconta la storia di Alberto, un bambino ebreo di dieci anni cresciuto in una famiglia benestante, ma segnata da dolore e incertezze. Vive con i nonni dopo la misteriosa morte della madre e l'assenza emotiva del padre, Vittorio. Come molti coetanei dell'epoca, è stato educato nel culto del fascismo e vede Mussolini come una figura infallibile. Tuttavia, la sua vita cambia radicalmente quando il regime fascista ordina l'arresto degli ebrei. Il padre, finora distante e incapace di esprimere il proprio affetto, torna improvvisamente a occuparsi di lui. Insieme, sono costretti alla fuga attraverso l'Italia, affrontando privazioni, paura e incertezza. Il viaggio li porta a incontrare persone diverse: contadini che li aiutano, partigiani che lottano per la libertà, ma anche individui pronti a denunciarli per ottenere una ricompensa. Il rapporto tra padre e figlio si evolve profondamente: Alberto inizia a vedere il genitore sotto una luce diversa, non più come una figura severa e distante, ma come un uomo vulnerabile e pieno di paura, proprio come lui. Il viaggio diventa così non solo un percorso di sopravvivenza, ma anche un processo di crescita personale per entrambi.


Se mi prendi per mano è un romanzo di formazione che, pur essendo scritto per ragazzi, ha una profondità che lo rende adatto anche agli adulti. Il viaggio di Alberto è un viaggio di crescita e consapevolezza, che lo porterà a comprendere non solo la brutalità della guerra e delle discriminazioni, ma anche il valore della fiducia e dell'affetto. La narrazione è coinvolgente e intensa, con uno stile semplice ma efficace, capace di trasmettere le emozioni dei personaggi senza eccessi. Se mi prendi per mano affronta in modo diretto il tema delle persecuzioni degli ebrei sotto il fascismo, ponendo particolare attenzione all'impatto che queste ebbero sulle vite quotidiane, soprattutto dei più giovani. Nel romanzo, la storia di Alberto è profondamente segnata dall'introduzione delle leggi razziali del 1938, che lo colpiscono senza che lui inizialmente ne comprende la gravità. La vera svolta arriva con le deportazioni del 1943, quando il regime fascista inizia ad arrestare ebrei per consegnarli ai campi di sterminio. La fuga di Alberto e suo padre nasce proprio da questa minaccia concreta: se non scappano, rischiano di essere catturati. Nel corso della narrazione, il protagonista si rende conto di quanto sia assurdo essere perseguitato solo per la propria identità. Questo rappresenta il cuore della sua trasformazione: passa dall'essere un bambino convinto della propaganda fascista a un ragazzo che capisce cosa significa davvero essere vittima di un regime ingiusto. Bruno Maida, che è anche uno storico specializzato nelle persecuzioni degli ebrei in Italia, riesce a raccontare questa tragedia con un linguaggio accessibile ai giovani, senza mai banalizzare la violenza e il dolore di quegli eventi. Dunque, oltre a essere un romanzo di formazione, Se mi prendi per mano è anche un libro sulla memoria storica, che aiuta i lettori a comprendere l'importanza di ricordare e raccontare queste storie affinché non si ripetano mai più. Consigliato a chi vuole riflettere sulla storia, sulla memoria e sulle relazioni umane attraverso gli occhi di un bambino che, passo dopo passo, impara a vedere il mondo per quello che è. Un libro che parla di un passato doloroso, ma con un messaggio di speranza e di resistenza umana. 

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