Recensione: Nel segno della contraddizione. Pasolini e Fortini due poeti del Novecento, a cura di Paolo Desogus
Titolo: Nel segno della contraddizione. Pasolini e Fortini due poeti del Novecento
Autore: Paolo Desogus
Editore: Marsilio
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 27,00 €
Autore: Paolo Desogus
Editore: Marsilio
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 27,00 €
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Capita, ogni tanto, di essere folgorati dalla lettura di un tomo che nonostante l'eterogeneità dei contributi e la collocazione accademica, riesce a porsi come mirabile pietra d'inciampo in una dieta massmediale che i ritmi urbani e lavorativi rendono fin troppo spessa povera di sodio intellettuale. Per noi questo libro è stato "Nel segno della contraddizione. Pasolini e Fortini due poeti del Novecento", a cura di Paolo Desogus pubblicato da Marsilio editore e realizzato da Centro Studi Casarsa della Delizia con il contributo dell'omonimo comune e della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.
Paolo Desogus è professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbona di Parigi e collabora attivamente con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia. Ha pubblicato per Quodlibet Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema e per Mimesis La confusion des langues. Autour du style indirect libre dans l’oeuvre de Pier Paolo Pasolini. Insieme a Riccardo Gasperina Geroni e Gian Luca Picconi ha recentemente pubblicato per Carocci il volume De Martino e la letteratura. Fonti, confronti e prospettive.
Recensione a cura di Mario Turco
Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbona di Parigi, è proprio Desogus nella sua introduzione a prendere subito le distanze da analoghe iniziative che, nell'ambito del festeggiamento del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, hanno trovato ampio spazio a tutti i livelli istituzionali. Quest'occasione di studio, infatti, "si presenta del tutto estranea alle tante, troppe venerazioni consolatorie e scientificamente avventuristiche che da tempo intrappolano Pasolini in un discorso mediatico incapace di affrontare gli interrogativi, le inquietudini e le questioni tante controverse quanto feconde della sua opera". Ecco che la scelta di esplorare da diverse angolazioni il rapporto che Pasolini ebbe con Franco Fortini consente di affrontare con inesausta intelligenza l'opera di entrambi. Come scritto nella quarta di copertina: "Tra i poeti e intellettuali che si sono confrontati con Pasolini, Fortini è senz’altro uno dei principali, se non addirittura il principale interlocutore. Nonostante l’agonismo, le polemiche e i contrasti, Fortini è stato sia un compagno, un amico fraterno con il quale rispecchiarsi e sia una guida capace di sollecitare il lavoro poetico pasoliniano sui più disparati ambiti: dagli studi sul neocapitalismo alla ricerca sulle forme espressive, dalle indagini sulle trasformazioni antropologiche alla riflessione marxista. Il volume analizza il loro complesso e problematico rapporto, le «inconciliabilità», le contraddizioni insieme agli slanci d’amicizia che hanno permesso ai due autori di incrociare più volte il loro cammino poetico e intellettuale". E dato che siamo di fronte alla trascrizione editoriale degli atti del convegno tenutosi a Casarsa della Delizia tra il 3 e il 4 Novembre, il libro ha sì tutte le tare della pubblicazione specialistica - mancanza di premesse, inferenze di studi e dibattiti universitari precedenti, ordine non cronologico e relative ripetizioni tematiche/storiche - ma anche tutti i suoi mirabili pregi: il lettore ha qui l'irripetibile opportunità di scoprire alcuni degli esiti più felici dell'ultradecennale rapporto intessuto tra due degli autori più rappresentativi della nostra cultura di fine Novecento. È, ad esempio, il primo contributo del volume, tenuto da Luca Lenzini, a chiarire come la recente ri-pubblicazione di "Attraverso Pasolini", di Fortini del 1993 sia una delle chiavi principali d’interpretazione che la miscellanea propone: “Nell’introduzione, egli teneva a specificare che l’attraversare del titolo del libro - da intendersi come percorso «non “avverso”, ma “«di traverso”» - stava a indicare la loro funzione di «reciproco intoppo, contraddizione, ostacolo»”.
Sono proprio i compiuti discorsi critici di Franco Fortini nei confronti dell’amico/rivale nel corso del saggio a sorprendere per acutezza e straordinaria empatia (non necessariamente di vicinanza, sia chiaro) perché, come suggerisce Filippo La Porta nel suo saggio posto quasi a chiusura: "Fortini, si sa, vuole interpretare tutti i ruoli sulla scena, e quasi sempre spiega ai suoi interlocutori e avversari le loro ragioni meglio di quanto loro non facciano. La sua opera contiene già tutte le obiezioni alle proprie stesse idee". Di questa ricchezza tutti i saggi – è davvero un gran merito del curatore essere riuscito a portare sotto la sua galassie tutte queste stelle così luccicanti: il livello medio è altissimo per originalità e competenza scientifica – riescono a tenere conto, anche quando i giudizi su Pasolini mancano (volutamente? Il moralismo dell’autore era sempre in agguato) quasi grossolanamente il bersaglio, come ricorda ancora una volta La Porta: "Ma, tornando al libro di Fortini, mi sembra che il suo discorso su Pasolini sia più giusto, e anzi puntuale, nei dettagli, ma quanto all’interpretazione complessiva tenda a ridurlo a un manierismo floreale e funerario, lo appiattisce sulla immagine di decadente vitalista e rousseauviano, nichilista e martire per elezione, lo psicologizza continuamente riportando le sue scelte a un oscuro bisogno di espiazione e a una sindrome sadomaso". Un giudizio bilanciato però dalla sensibilità umana e intellettuale che gli fece scrivere ad esergo di “Attraverso Pasolini” quello splendido aforisma che riassumeva così le loro parabole esistenziali/culturali: “Aveva torto e non avevo ragione”. Perché, come scritto da Andrea Agliozzo nel suo saggio, in realtà: “La prima fase dell’introduzione - «Aveva torto e non avevo ragione» - pone apparentemente un’antitesi che tuttavia è soltanto sintattica. Il contenuto delle due proposizioni veicola la stessa informazione, ovvero il fallimento di entrambe le traiettorie intellettuali di fronte al presente del 1993”. "Nel segno della contraddizione. Pasolini e Fortini due poeti del Novecento" è, in un’ultima istanza, un saggio straordinario che riesce ad essere accessibile anche al grande pubblico e che, pur senza averlo tra i suoi obiettivi, riesce grazie alla grande e composita qualità dei suoi contributi a tirare un frego sull’esiziale santificazione – la religione del nostro tempo, per citare un suo libro – postuma di Pier Paolo Pasolini.
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