Recensione: La figlia del cartografo, di Clare Marchant

Titolo:
La figlia del cartografo
Autore: Clare Marchant
Editore: HarperCollins Italia
Pagine: 384
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 17,90 €

Acquista su Amazon: https://amzn.to/3U4rRAp

Recensione a cura di Luigi Pizzi

In un angolo tranquillo del Galles, a Hay-on-Wye – la cittadina delle librerie antiche e dei segreti sepolti tra le pagine – Robyn Willoughby vive come sospesa tra due vite. Sei anni prima, il marito Edward è scomparso in mare durante un’immersione subacquea, lasciando dietro di sé solo una scia di domande senza risposte. Ora Robyn si prepara, con il cuore appesantito, a firmare la dichiarazione di morte presunta, mentre lavora per il piccolo museo cittadino, catalogando mappe e oggetti d’epoca. È proprio durante uno di questi incarichi che Robyn scopre una mappa cinquecentesca, nascosta dentro un vecchio atlante: una pergamena straordinariamente dettagliata, macchiata da una goccia di sangue. La mappa non è firmata, ma reca simboli criptici e un’inquietante precisione. Da quel momento, la curiosità di Robyn si trasforma in ossessione. Le indagini sull’origine della mappa la portano a scoprire lettere antiche, registri marittimi e documenti della corte elisabettiana. Ogni dettaglio la avvicina a una donna del passato: Freida Ortelius, figlia del famoso cartografo Abraham Ortelius, realmente esistito.

Abraham Ortelius
La storia di Freida si apre nella turbolenta Anversa del 1569. Protestanti e cattolici si scontrano per il dominio religioso, e Freida assiste all’assassinio brutale della sua famiglia per mano dei soldati spagnoli. Salvata da un capitano di mare inglese, Thomas Harper, che poi diventerà suo marito, Freida fugge con lui in Inghilterra, portando con sé un dolore incancellabile e un dono raro: l’abilità nel disegnare mappe, ereditata dal padre. A Londra, Freida cerca di ricostruirsi una vita, aiutando il marito nelle spedizioni e lavorando in segreto a mappe nautiche. Ma presto il suo talento attira l’attenzione di Francis Walsingham, il capo dei servizi segreti della regina Elisabetta I. Le sue mappe non servono più solo alla navigazione: diventano strumenti strategici in un’Inghilterra sull’orlo della guerra con la Spagna. Freida è costretta a scegliere tra la sicurezza della sua famiglia e il dovere verso la corona. Nel presente, Robyn si immerge sempre più nella vicenda di Freida, trovando nella sua storia un riflesso doloroso del proprio passato. Come Freida, anche lei ha perso un marito e si è sentita persa in un mondo che non perdona l’attesa. Ma la scoperta di quella mappa cambia tutto. Ricostruendo la vita di Freida, Robyn ritrova un senso, una direzione, una strada che non porta solo nel passato ma anche verso un futuro diverso.


Marchant costruisce una narrazione sapiente, alternando le voci di Robyn e Freida: una ricostruisce il passato attraverso lettere, archivi, messaggi cifrati; l’altra disegna coste e rotte, segreti e paure, col cuore diviso tra la famiglia e i poteri che stringono la morsa sulla sua arte. Le loro storie si specchiano: dolore, perdita e slancio vitale diventano ponti tra secoli diversi, ma emotivamente vicini. Freida è una figura tosta e vulnerabile allo stesso tempo: una donna fuori dagli schemi, esercita la sua arte in un mondo che vorrebbe anonimato femminile. Il suo mestiere – incidere metalli, creare mappe – la definisce e la espone, trasformando un’abilità in arma di difesa. A Hay-on-Wye, Robyn diventa detective del tempo, seguendo il sangue sulla carta come segno di un’antica tragedia che vuole parlare al presente. Lo stile di Clare Marchant è fluido e sensibile, mai ridondante, ma ricco di atmosfera. Le descrizioni delle mappe, delle navi, delle stanze della corte elisabettiana o delle librerie gallesi sono vive, piene di odori, suoni, luce. La voce delle donne, in entrambe le epoche, è il filo conduttore del romanzo: donne che soffrono, creano, sopravvivono. Tematiche come il trauma, la perdita, il potere femminile nascosto nella conoscenza, il peso della memoria e la ricerca di identità attraversano tutto il libro. Freida incarna l’intelligenza che sfida le regole del suo tempo. Robyn rappresenta il potere della resilienza attraverso la cultura e la scoperta. In conclusione, La figlia del cartografo è un romanzo storico intriso di mistero, bellezza e malinconia. Un ponte tra due donne divise da secoli ma unite dalla stessa voce: quella che cerca una mappa non solo per attraversare mari e continenti, ma per orientarsi dentro il proprio dolore e trovare una nuova rotta.

Acquista su Amazon: https://amzn.to/3U4rRAp

CLARE MARCHANT
, cresciuta nel Surrey, ha sempre sognato di diventare scrittrice. Ma, dopo una laurea in Storia, ha trascorso molti anni come project manager a Londra. Si è trasferita nel Norfolk in cerca di una vita più tranquilla, e ora, finalmente, scrive a tempo pieno. Vive con il marito e il più piccolo dei suoi sei figli. Nel tempo libero soddisfa il suo amore per la storia esplorando castelli locali e rovine monastiche con il suo cagnolino Fred.

LIBRI & CULTURA CONSIGLIA...