Recensione: L'ANGELO DEL CAMPO di Clifford Irving

Titolo: L'angelo del campo
Autore: Clifford Irving
Editore: Longanesi
Pagine: 350
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 18,60 €


Gennaio 1943. Il capitano Paul Bach, veterano e ispettore della polizia criminale di Berlino,
ha perso la moglie sotto le bombe e un braccio fra le nevi russe, e ora si concentra solo sui figli e sul lavoro. Fino a quando viene spedito al campo di sterminio di Zinoswicz-Zdroj, Polonia sudoccidentale, per trovare il colpevole di alcuni efferati delitti che coinvolgono «un paio di ebrei di una certa importanza e un ufficiale polacco delle SS». Back, come tanti tedeschi, ha sentito parlare dei campi di lavoro ma non conosce l'agghiacciante realtà.

Campo di sterminio
Convinto di poter svolgere il proprio compito senza implicazioni morali, Bach inizia ad indagare, partendo da alcuni messaggi scritti in ebraico per annunciare i vari omicidi. Giorno dopo giorno, però, il capitano viene a contatto con la realtà del campo, fatta di soprusi, umiliazioni, disumanizzazione e morte, e finisce con il sentirsi sempre più colpevole del genocidio. Intanto nel campo alcuni prigionieri hanno costituito segretamente l'Esercito rivoluzionario ebraico di Zin e si preparano a mettere in atto una rivolta per fuggire dai loro carnefici...

Ebrei in un campo di sterminio
L'angelo del campo, pubblicato in edizione originale nel lontano 1984, viene pubblicato da Longanesi in occasione della Giornata della memoria 2015. La storia narrata nel libro non è autentica, ma ispirata ad alcuni episodi simili che si verificarono a Treblinka, Sobibór e in altri campi di lavoro più piccoli, dove si costituirono dei gruppi di resistenza e si tentarono diverse fughe. Tuttavia al di là degli avventimenti, che l'autore descrive con grande tensione e pathos, l'aspetto più interessare del romanzo è costuito dall'analisi psicologica dei protagonisti, e in particolare quella dei carnefici, che quasi mai troviamo nei libri dedicati all'Olocausto.

Militari delle SS
Clifford Irving invece parte proprio dal punto di vista di un tedesco, il capitano Paul Bach, fondamentalmente un uomo buono posto difronte al lacerante dissidio tra appartenenza e coscienza; ovvero tra il sentirsi parte del meccanismo tedesco e come tale limitarsi ad eseguire gli ordini ignorando tutto il resto (girandosi dall'altra parte), o prendere coscienza dei crimini perpetrati dal proprio popolo nei confronti degli ebrei, e di conseguenza provare a rendersi utile per cambiare le cose. Un dissidio che riguarda anche altri personaggi della storia, come il debole comandante del campo Kirmayr o il colonnello Dietrich (amico dello stesso Bach), che affrontano la questione in modo diverso. Anche tra le vittime troviamo personaggi molto interessanti come il rabbino Hurwicz, dilaniato dal conflitto interiore tra il desiderio di rimanere fedele ai precetti religiosi e seguire la voce della ragione; Bella (l'amante di Kirmayr), Leo Cohen (omosessuale costretto a dividere il letto con il tenente Vogl) e Lieberman Mordecai (responsabile ebreo del campo), figure memorabili coinvolte nell'organizzazione della rivolta.


Il Memoriale nel campo di Treblinka
Oltre all'analisi accurata dei personaggi, un altro aspetto positivo del romanzo riguarda la descrizione dettagliata dei luoghi, Berlino prima e il campo di sterminio dopo, e la ricostruzione della tragica quotidianità che si trovano ad affrontare i protagonisti. La scrittura di Irving è semplice e allo stesso tempo profonda, e di conseguenza la storia cattura il lettore e il libro si legge velocemente.

Un romanzo originale dunque che affronta la Shoah dal doppio punto di vista, quello delle vittime e dei carnefici, e regala al lettore una storia coinvolgente e emozionante. Consigliato!

L'AUTORE
CLIFFORD IRVING (1930) è stato per lungo tempo uno degli uomini più conosciuti d’America. Nel 1970 ha scritto una falsa autobiografia del magnate Howard Hughes, nella quale ha messo alla berlina Richard Nixon e altri importanti politici dell’epoca, in seguito alla quale è finito in prigione per un anno e mezzo. Grande viaggiatore, nella sua esplosiva esistenza ha fatto per due volte il giro del mondo, ha prestato servizio come guardia in un kibbuz israeliano e ha contrabbandato whisky e sigarette tra Tangeri e la Spagna. Recentemente ripubblicato in USA dopo la prima edizione del 1984, L’angelo del campo è balzato subito ai primi posti delle classifiche di vendita. Clifford Irving vive in Colorado. 


PUOI ACQUISTARE IL LIBRO QUI

LIBRI & CULTURA CONSIGLIA...