Recensione: Il fiore d'inverno, di Corina Bomann

Titolo: Il fiore d'inverno
Autore:
Corina Bomann
Editore: Giunti
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo copertina: 16,00 €


Recensione a cura di Eleonora Cocola

È una mattina nebbiosa di inizio dicembre ad Heiligendamm, stazione termale sul mar Baltico. Nel bellissimo albergo dei Baabe la giovane Johanna è in preda all’angoscia: i suoi genitori la vorrebbero sposata prima possibile ad uno dei suoi pretendenti, ma lei si è innamorata dell’uomo sbagliato. Tra i Baabe e la famiglia del suo Peter non corre buon sangue, e la loro unione è talmente improbabile che Johanna non ha il coraggio di parlarne neanche con suo fratello Christian, da sempre suo confidente. Mentre iniziano a fervere i preparativi per
partecipare al ballo di
Natale del Granduca, a cui i Baabe sono stati inaspettatamente invitati, un avvenimento turba la vita della famiglia: durante una cavalcata Christian trova una ragazza riversa sulla spiaggia. Priva di sensi, i capelli pieni di alghe, tra le dita stringe un rametto di ciliegio: quando si risveglia, la bellissima naufraga non ricorda niente, neanche il suo nome, però sa benissimo perché il suo rametto è così importante: come vuole la leggenda di Santa Barbara, se fiorirà entro la vigilia di Natale la proprietaria vedrà il suo desiderio avverarsi.


Dalla bella smemorata che sembra provenire direttamente dal mare al superamento di prove e ostacoli di ogni tipo prima del meritato lieto fine; dalla madre fredda e altezzosa al giovane aitante sempre pronto ad aiutare le donzelle in difficoltà, passando per la servetta arrivista e senza scrupoli e per il grande amore contrastato da un’annosa faida famigliare; il tutto ovviamente condito da balli in grande stile e abiti da sogno, castelli da fiaba e palazzi sfarzosi. Il fiore d’inverno racchiude moltissimi topoi della fiaba, attingendo a piene mani dal repertorio che la letteratura ha a disposizione: un mix tra la Sirenetta e Cenerentola, con una dose generosa di Romeo e Giulietta. 

Immerso in un’ambientazione fiabesca di primo Novecento, questo libro è l’ideale se avete voglia di una favola natalizia senza impegno. La scrittura è scorrevolissima, la trama lineare e ben scandita dai colpi di scena, i personaggi semplici e stereotipati: la bella smemorata, la dolce fanciulla innamorata, il giovane cavalleresco; l’unica a subire un cambiamento è la mater familias Augusta Baabe, che a un certo punto da donna algida e orgogliosa si trasforma inspiegabilmente in mamma premurosa. Lo scenario e l’ambientazione – un’elegante stazione termale tedesca nei primissimi anni del Novecento – sono molto curati e contribuiscono a immergersi in un’atmosfera fiabesca d’altri tempi. Peccato che stridano un po’ con dei dialoghi assolutamente moderni davvero poco credibili, ma che hanno il pregio di rendere la lettura scorrevole e adatta a tutti. 

Questa storia romantica e piena di sentimenti è talmente scorrevole che scorre letteralmente via dopo averla letta senza lasciare alcuna traccia: sia la trama che i personaggi non hanno sufficiente spessore da essere indimenticabili.

L'AUTRICE
Corina Bomann vive in una piccola cittadina tedesca. Il suo primo bestseller, L’isola delle farfalle (Giunti 2012), l’ha lanciata sulla scena internazionale. Per Giunti sono usciti anche Il giardino al chiaro di luna (2014), Un sogno tra i fiocchi di neve (2014), La signora dei gelsomini (2015), L’ eco lontana delle onde del nord (2015), Un’estate magica (2016), L’ anno dei fiori di papavero (2016), Una finestra sul mare (2017), tutti entrati nella TOP 10 delle classifiche di narrativa straniera.

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