Recensione: La biblioteca di Parigi, di Janet Skeslien Charles

Titolo: La biblioteca di Parigi
Autore: Janet Skeslien Charles
Editore: Garzanti

Pagine: 399
Anno di pubblicazione: 2020

Prezzo copertina: 17,90 €


Recensione a cura di Luigi Pizzi

Parigi, febbraio 1939. Odile Souchet finalmente riesce a coronare il suo sogno: lavorare all'American Library come bibliotecaria. Cresciuta con la passione dei libri grazie alla zia Caro, la ragazza ottiene il posto dalla signorina Reeder per il suo brillante curriculum e per la stima dei clienti affezionati come la professoressa Cohen e il signor Pryce-Jones, un diplomatico inglese in pensione che ama sempre battibeccare con l'amico giornalista Geoffrey de Nerciat. Nonostante il parere contrario del padre, autoritario esponente della polizia locale che non gradisce che la figli lavori e vuole trovarle un marito, Odile è ostinata a proseguire il suo lavoro, anche se non può dirsi indifferente all'ultima presentazione del padre: l'affascinante Paul. Anche l'amato fratello Remy desidera emanciparsi dal padre padrone e stanco di studiare legge vorrebbe lottare per i diritti civili dei più deboli. Intanto la guerra è alle porte e la minaccia nazista è destinata a diventare un vero incubo per tutti loro. Mentre Odile stringe amicizia con Margaret, la triste e solitaria moglie di un ambasciatore, suo fratello decide di arruolarsi per dare il suo contributo. Nessuno è felice della sua decisione e Odile se la prende con Bitsi, la sua collega che intanto è diventata la fidanzata del fratello. Ma la guerra lampo di Hitler mette fine ad ogni velleità della Francia e quando i nazisti raggiungono Parigi la biblioteca stessa sembra in pericolo: in breve alcuni libri vengono censurati e l'ingresso vietato ai clienti ebrei, tra i quali proprio l'amabile professoressa Cohen. Remy viene catturato e spedito in Germania, dove le condizioni di prigionia sono durissime. Odile però, nonostante l'ansia per il fratello che ha fatto precipitare la mamma in una forma di depressione, incurante del pericolo decide di continuare a lottare per tenere aperta la Library e portare, di nascosto, i libri a tutti i clienti...



Froid, Montana, 1983. La giovane Lily prova curiosità per la signora Gustafson, nota nella cittadina come la Sposa della Guerra, che rimasta sola dopo la morte del marito e del figlio non rivolge mai la parola a nessuno. Per saperne di più, approfittando di una ricerca scolastica, Lily decide di andare a casa sua per porle delle domande sulla Francia. E' l'inizio di una strana amicizia destinata a cambiare la vita di entrambe: quella della solitaria donna che cela un passato doloroso e quella della ragazza, costretta a crescere dopo la morte prematura della mamma e il nuovo matrimonio del padre.



Janet Skeslien Charlies conosce bene la Biblioteca americana di Parigi e dopo varie ricerche ha deciso di rendere omaggio all'eroismo dello staff che durante i tristi eventi della Seconda Guerra Mondiale si erse a baluardo in difesa della lettura, soprattutto dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti. La biblioteca di Parigi narra la storia di questi bibliotecari e bibliotecarie che misero a repentaglio la loro stessa vita pur di salvare i libri e il diritto alle lettura. La trama è costruita con grande maestria e coinvolge un numero notevole di personaggi che ruotano intorno alla protagonista: un mosaico di uomini e donne ben caratterizzate dall'autrice di cui scopriamo la personalità ma anche la storia personale. Nella narrazione si alternano capitoli ambientati durante il secondo conflitto mondiale con altri ambientanti negli anni Ottanta, con i primi senza dubbio più interessanti e intensi dei secondi. La scelta di costruire il romanzo su due piani temporali diversi infatti appare giustificata dal senso della storia, ma le due parti non hanno la stessa presa sul lettore. Al centro della narrazione, oltre al già citato eroismo dello staff, troviamo altre tematiche rilevanti come l'amore per i libri, l'amicizia, l'importanza di mantenere i segreti e le conseguenze nefaste dell'invidia. Il romanzo si legge con piacere, suscita sentimenti constrastanti e riesce a mantenere desta l'attenzione del lettore fino all'epilogo. Consigliato.

L'AUTRICE
Janet Skeslien Charles divide il suo tempo tra il Montana, dove è nata, e Parigi. Ha lavorato come responsabile degli eventi culturali della Biblioteca americana di Parigi.

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