Recensione: Nient'altro che ossa, di Brian Panowich

Titolo:
Nient'altro che ossa
Autore: Brian Panowich
Editore: NNE
Pagine: 384
Anno di pubblicazione: 2024
Prezzo copertina: 20,00 €

Recensione a cura di Luigi Pizzi

"Nient'altro che ossa" di Brian Panowich è un avvincente romanzo noir ambientato nella contea immaginaria di McFalls, in Georgia. La storia segue Nelson "Nails" McKenna, un giovane che viene trascinato in un mondo di crimine e violenza. Nel 1989, il sedicenne Nelson affronta due bulli, ma viene salvato da Clayton Burroughs, il figlio del boss della droga Gareth Burroughs. Durante lo scontro, uno degli aggressori muore, costringendo Gareth a intervenire per coprire l'incidente. In cambio del suo aiuto, Gareth costringe Nelson a lavorare per lui, guadagnandosi così il soprannome "Nails". Dieci anni dopo, Nails è diventato un efficiente esecutore per Gareth. Durante una delle sue missioni in un bar, Nails interrompe un'aggressione sessuale e, nel caos che segue, il suo gruppo uccide l'assalitore. Gareth però, questa volta si rifiuta di coprire Nails e lo manda a nascondersi in Florida. Durante la sua fuga, Nails si avvicina sempre più a Dallas, la ragazza che ha difeso, riscoprendo in sé un sentimento che credeva perduto. Nel frattempo, Alex Price, il fratello dell'uomo ucciso, si lancia in un lungo inseguimento mosso dal desiderio di vendetta, mentre il figlio di Gareth, Clayton, convinto che il padre abbia condannato l'amico a morte certa pur di mantenere intatto il proprio potere, decide di partire anche lui per aiutarlo...


Il protagonista del romanzo, Nails, è un personaggio complesso, segnato dalla violenza e dalla necessità di sopravvivenza. La sua evoluzione da vittima a carnefice, e infine a protettore, rappresenta il cuore della storia. Nails infatti è un uomo in fuga, ma anche in cerca di redenzione. La donna salvata da Nails, Dallas è più di una semplice vittima. Il suo rapporto con Nails è centrale nella narrazione, aggiungendo profondità emotiva e mostrando un lato più umano e vulnerabile del protagonista. La loro relazione offre un barlume di speranza e tenerezza in un contesto altrimenti dominato dalla violenza e dalla disperazione. La scrittura di Panowich è notevole per la sua prosa lirica e la rappresentazione cruda della vita rurale nel Sud degli Stati Uniti. I personaggi sono descritti con grande empatia e complessità, compresi quelli meno piacevoli. Nails, in particolare, è un personaggio affascinante e tragico, la cui lotta interiore è rappresentata in modo vivido e realistico. Il ritmo della storia è perfettamente calibrato, mantenendo alta la tensione e l'interesse del lettore fino alla fine. Gli intrecci e i colpi di scena sono ben orchestrati, rendendo il romanzo un'avvincente lettura per chi ama il genere noir. Anche se non si è letto i precedenti libri della serie, "Nient'altro che ossa" funziona bene come opera autonoma, offrendo una visione profonda e appassionante delle dinamiche familiari e criminali che caratterizzano la contea di McFalls. In sintesi, "Nient'altro che ossa" è un romanzo coinvolgente che combina azione, dramma e personaggi interessanti, consolidando Brian Panowich come un maestro del noir contemporaneo. Una lettura altamente raccomandata per chiunque cerchi una storia intensa e ben scritta, capace di esplorare le sfumature dell'umanità in un contesto brutale e spietato​.

Brian Panowich è stato per anni un musicista itinerante prima di fermarsi in Georgia, dove vive tuttora e lavora come pompiere. Il suo romanzo d’esordio, Bull Mountain, pubblicato da NNE nel 2017, è stato finalista nella categoria Mystery/Thriller del Los Angeles Times Book Prize 2016 accanto ad autori del calibro di Don Winslow. La saga di Bull Mountain prosegue con il secondo episodio, Come i leoni (2018) e Hard Cash Valley (2021).

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