Recensione: Abduction (2011)

Ieri sera ho deciso di vedere uno dei film più pubblicizzati della settimana: Abduction. Una delusione! Il protagonista è Nathan (Taylor Lautner), un ragazzo che ha dei problemi con i genitori per il suo comportamento. In particolare fa fatica a controllare la rabbia e soffre di insonnia. Proprio per questo frequenta una psicologa (Sigourney Weaver). Inoltre è attratto dalla sua vicina di casa, Karen (Lily Collins), ma non ha il coraggio di esporsi. L'occasione per avvicinarla è una ricerca scolastica da fare in coppia. Durante il lavoro Nathan scopre un sito internet dove si parla di ragazza rapiti e tra di essi trova la sua fotografia. Per questo decide di scoprire la verità indagando nel suo passato e contattando il sito. Grazie a questa segnalazione,Viktor Kozlow (Michael Nyqvist), ex agente dei servizi segreti serbi, e i suoi uomini individuano la posizione del ragazzo.
Sulle loro tracce c'è la CIA. Intanto Nathan scopre davvero di non essere figlio delle persone che l'hanno cresciuto, ma prima che possa avere qualche risposta i suoi "genitori" vengono uccisi davanti ai suoi occhi. Nathan e Karen riescono a fuggire. Da questo momento non potranno fidarsi di nessuno e per salvarsi dovranno scoprire cosa sta succedendo. Il resto non voglio svelarlo perchè altrimenti non avrebbe senso andare a vedere il film.

Ora veniamo alle considerazioni. Si tratta di un polpettone mal riuscito in bilico tra il thriller e l'action movie. Il film mette tanta carne al fuoco, prendendo spunto da diversi lavori, ma alla fine non approfondisce nulla e cade nella banalità e nella superficialità. I dialoghi sono al limite del ridicolo, stereotipati all'ennesima potenza. La recitazione è a dir poco scarsa e i personaggi sono poco credibili. Sul finale stendiamo un velo pietoso. Gli unici pregi del film sono una regia abbastanza buona e un ritmo elevato. Questo rende la pellicola appena passabile, ma non vale assulatamente la pena spendere soldi per andare al cinema.

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