Rubrica: L'INTERVISTA (ospite Cinzia Di Mauro) #5

Oggi vi propongo l'intervista con una simpatica scrittrice siciliana. 
Il suo nome è Cinzia Di Mauro ed è l'autrice della saga di fantascienza sociologica GENIUS.

Ciao Cinzia! Benvenuta nel blog e grazie per avere accettato l’invito. La prima domanda è abbastanza scontata: chi è Cinzia Di Mauro e come nasce la tua passione per la scrittura? 
Parlare di se stessi è forse l’opera più titanica, ma sinteticamente mi definirei una persona felice e una scrittrice (dopo cinque romanzi all’attivo e un sesto in cantiere, questo titolo credo di meritarmelo). La mia passione per la scrittura penso sia nata, come per tutti, dall’amore viscerale per la lettura: a otto anni ero già una divoratrice di libri, nell’adolescenza ho cominciato a dedicarmi ai grandi autori e nel 2001 ho iniziato a creare io stessa ciò che amo e ho sempre amato.
 
Hai scritto una trilogia fantascientifica. Ci racconti com’è nata l’idea, di cosa parla e come mai hai scelto il titolo “Genius”? 
Volevo raccontare il mondo attuale, senza cedere alla retorica: la distruzione ambientale, l’intolleranza razziale, i grandi flussi migratori, le lobby che dominano il pianeta, i danni della globalizzazione. Naturalmente, mi sono un po’ fatta prendere la mano. Il piacere della narrazione, della pura invenzione fantascientifica e della suspense da thriller ha avuto la meglio.
Il titolo, “Genius”, deriva dal progetto di eugenetica e le sue evoluzioni, su cui i protagonisti dei tre romanzi si troveranno a investigare o in cui si troveranno coinvolti, loro malgrado.

La definizione precisa è fantascienza sociologica. Qual è la differenza? 
Per gli addetti ai lavori o per gli appassionati del genere, si distingue una fantascienza spaziale, basata per l’appunto sui viaggi nello spazio, spesso legata alla robotica (come in Asimov o Star Trek), una fantascienza cyberpunk (Gibson), con mondi futuribili dominati da uomini-macchina e infine quella sociologica. In quest’ultima si punta l’attenzione sui mutamenti socio-politici del mondo attuale, portandoli a loro futuribili conseguenze.
 
Ho letto che ti ispiri a Philip Dick. Cosa ti piace di questo scrittore e qual è il libro che preferisci? 
Per l’appunto Philip Dick è uno degli scrittori di fantascienza sociologica da me preferiti. I suoi romanzi rispecchiano le riflessioni e le paure dell’uomo vissuto durante la guerra fredda. Trasmettono una profonda inquietudine e un senso di impotenza rispetto ai poteri forti che pare essere un’invariante di ogni tempo. Preconizzano talvolta in modo inquietante realtà odierne, come in Tempo fuor di sesto, la presenza di un Grande Fratello e di una mediatizzazione del quotidiano. Ubik è forse il più folle e onirico, ma che ricordo sempre con molto piacere.
 
Scrittrice per passione, insegnante per professione. Cosa vuol dire insegnare, in virtù della tua esperienza lavorativa? Com’è la situazione della scuola italiana? 
Insegnare è per lo più piacevole, un continuo stimolo al confronto con le nuove generazioni. Perciò, rappresenta una sfida, dato che la scuola italiana ha una metodologia purtroppo troppo spesso ancorata a vecchi schemi immutabili dal dopoguerra: le storie della scienza anziché i laboratori, la grammatica normativa anziché corsi di scrittura e retorica, per fare solo un esempio. Io personalmente sto cercando di sperimentare un programma basato su “niente libri, solo Libri”, ovvero niente più antologie e grammatiche, ma la lettura di grandi opere di letteratura (o comunque romanzi e poesie alla portata di ragazzi tra gli undici e i tredici anni) da cui ricavare regole, suggerimenti, lessico, produzioni di scrittura creativa e, spero, amore per la lettura.

Cinzia ci dici 3 motivi fondamentali per leggere? 
Certamente: si legge per il piacere di vivere altre vite oltre alla propria, per comprendere meglio il mondo e il genere umano e, infine, per migliorare le nostre capacità di espressione.
 
Lettrice, scrittrice, insegnante e anche blogger. Come ti ha arricchito questa esperienza? Pregi e difetti dei blog italiani. 
È un’ottima opportunità per comunicare le proprie idee, molto democratica, nel senso che offre la possibilità di riscontri da parte di chi legge, come qualuque social network, con maggiore ampiezza di respiro. Non mi ritengo, però, un’esperta e preferisco non esprimere alcun giudizio in merito.
 
Hai pubblicato il tuo ultimo romanzo “Che minchione le formiche” a puntate sul blog. Come mai questa scelta? Di cosa parla?  
In realtà, una precisazione è d’obbligo. Non ho ancora diffuso, perché attualmente in concorso al Premio Calvino, ma già concluso anche un altro romanzo “La storia vera di un killer nano”, un noir, falsa autobiografia surreale per l’appunto di un assassino prezzolato nano. Grazie a quest’ultimo ho ricevuto un contratto con l’agenzia letteraria NABU lo scorso settembre.
Ritornando a “Che minchione le formiche!”, l’ho reso pubblico sul mio blog perché, in attesa di un editore, la cosa per me più importante è la diffusione dell’opera. Il romanzo mette in scena la vita alla periferia di Catania, nei suoi aspetti più terribili (mafia, prostituzione, violenza…) sotto l’occhio cinico e grottesco di un narratore-protagonista un po’ sui generis, Belfagor.

Una spiegazione sul titolo è doverosa… 
È un giudizio espresso dal giovane protagonista “Savvo”  ed è un po’ la marca di tutto il romanzo. Con un bastone distrugge un formicaio, non rendendosi conto che lui e tutti noi siamo delle piccole formiche facili da disperdere e schiacciare.
 
La tua trilogia è stata pubblicata in formato cartaceo e in ebook. Cosa pensi dei libri digitali? E degli editori che pubblicano con contributo dell’autore?
Nonostante questo tipo di contratto, sono ancora romanticamente affezionata alla pagina fisicamente sfogliabile, al suo odore, all’oggetto feticcio. Detto ciò, il libro digitale offre la possibilità di trasporto di intere biblioteche in uno spazio limitatissimo, con la possibilità di consultazione in qualuque occasione, di operare ricerche di brani, citazioni, termini. Se a questo è accompagnato anche un notevole risparmio economico (ci sono anche negozi on line che praticano l’affitto per tre o sette giorni a prezzi davvero irrisori) offre la possibilità di approcciarsi a giovani scrittori, senza investimenti troppo gravosi.
Degli editori che pubblicano, invece, con contributo dell’autore credo che non siano neanche degni di questo nome. Vivono sullo sfruttamento di velleità, molto diffuse e troppo spesso prive di reali capacità.


Un tuo parere sulla Legge Levi. Favorevole o contraria? 
Contrarissima! In tempi tristi come questi per l’economia e le nostre tasche, qualunque forma di risparmio doveva essere favorita, non ostacolata. La possibilità di applicare il 25% sui libri era un incentivo non da poco all’acquisto. Ma si sa la madre degli idioti è sempre incinta.

Nella tua presentazione ho letto che trascorri una sera alla settimana immersa in "giochi di ruolo" di ambientazione fantasy. Ci spieghi meglio di cosa si tratta? 
Da dieci anni circa a questa parte, una sera a settimana, io e un gruppo storico di amici ci sediamo attorno a un tavolo e ci facciamo guidare da un master (sorta di cantastorie) nei mondi fantasy di “Dangeons & Dragons”. Ci trasformiamo a nostra volta in guerrieri, maghi, chierici ecc. mettendo in scena delle storie epiche, ma quasi sempre con una vena divertente (perché questo è lo spirito del nostro tavolo da gioco). Non ci travestiamo, se è a questo che state pensando, ma interpretiamo personaggi con toni di voce, parlate gergali e tipizzazioni di ogni sorta.

Progetti letterari per il futuro? 
Naturalmente, attendo speranzosa il risultato di questa XXV edizione del Premio Italo Calvino per il mio “La storia vera di un killer nano”. Comunque, nel frattempo mi sto occupando di un nuovo romanzo, “Casa Bruiswiq”, un fantasy orwelliano.

Grazie ancora per aver accettato l’invito. Vuoi fare qualche ringraziamento particolare? 
Grazie a voi naturalmente, ai vostri lettori e a tutti coloro che vorranno dedicare il loro tempo alle mie opere che ricordo trovate su www.litenet.it e su http://altrenugae.blogspot.com.

Presentiamo anche la trilogia di Cinzia

Titolo: Genius 01
Autore: Cinzia Di Mauro
Editore: Ledizioni
ISBN: 978-88-95994-505

Pagine: 292
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo copertina: 16,00 €

Anno 2092. Nel Vecchio Mondo inquinato dal silicio e dall'umidità dell'energia a idrogeno, si dipana un thriller poliziesco dal ritmo serrato.I suoi protagonisti sono condotti, in un'atmosfera soffocante, attraverso quartieri della Repubblica Federale Europea corrotti, disgregati, ricostruiti sinteticamente: il centro ginevrino blindato sotto una cupola climatizzata, Milano tra la Certosa e il Duomo sorretta da esoscheletri, S. Lorenzo oppresso e sgretolato da un calore liquescente, Belleville di Parigi trasformato in una casba autarchica. 
Abraham Cohen, commissario della dipartimentale ginevrina, ebreo sradicato, violento, soggetto a stati allucinatori da droga, con un passato di sregolatezza e delinquenza, è costretto a scavare al fondo della verità dell'omicidio della moglie. Sarah Cohen è stata, dunque, vittima di un attentato di matrice islamica o bersaglio premeditato di un'attività d'intelligence? 
Insieme agli amici e colleghi della polizia federale, Moses Levi, tenente carismatico e ferreo nel rispetto delle regole, e Jorge Maria Ibañez Unamuno, sottotenente di estrazione popolare anch'egli fuori dalle righe, Cohen travalica i limiti della legalità nel perseguimento di una vendetta impossibile.  
Tassello dopo tassello, la JEA Corporate , colosso economico mondiale, per la quale la donna lavorava come genetista di punta, si scopre essere un elemento-chiave delle indagini. Il paradiso equatoriale, in cui essa ha sede, cela l'ultimo orrore: Genius. Centinaia di morti per nasconderlo al resto del mondo basteranno alla sete di sangue della JEA?

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VIDEOLETTURA DELL'AUTRICE


Titolo: Genius 02
Autore: Cinzia Di Mauro
Editore: Ledizioni
ISBN: 9788895994604

Pagine: 280
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo copertina: 16,00 €

Anno 2231. Più di un secolo dalla fondazione della FOG, Fight Of Gea, da parte di Abraham Cohen (ormai soltanto “Abraham I”), e circa sessanta da quella di Ur, sua capitale sotterranea, nei pressi di Caen in Normandia.
L’attentato nucleare del Tears’ day, com’era stato battezzato nel 2092, ha lasciato in Europa un alto livello di particelle radioattive in sospensione. I volti deturpati degli operai del soprasuolo ne sono una marca e testimonianza. Perfetti, invece, nonché altissimi, robusti e longevi sono i “Figli del formex”, esperimento Genius parzialmente riuscito nel 2111 tranne che per l’IQ estremamente infantile. I róbota sono di fatto i nuovi schiavi della JEA, stupidi, inconsapevoli e felici: il lavoratore ideale.
In questo contesto si muove il protagonista del secondo giallo, il colonnello Isaac, fogger del Reparto Tecnico di Ur. Attanagliato dal parossistico odore di morte che gli aleggia intorno, divorato da un senso d’oblio, attraversa una crisi di messa in discussione del sistema. A lui il neoeletto Moses affida il prelievo di un certo Jack, un ragazzo che pare sia riuscito a trovare l’accesso a litenet, la nuova rete informatica della JEA.
Dapprima il suo arduo reperimento e la scia di sangue che lascia al passaggio, poi il timore di un probabile tradimento accrescono via via l’ansia della narrazione. Dubbi e segreti fIno alla scoperta fInale inquietante. Quali speranze di sopravvivenza per la FOG e l’umanità sapiens?

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Titolo: Genius 03
Autore: Cinzia Di Mauro
Editore: Ledizioni
ISBN: 9788895994840

Pagine: 280
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo copertina: 16,00 €

Anno 2389. In un'Europa ormai trasformata interamente in zona di produzione della Confederazione Jeista, il panorama dominante è quello delle torri operaie. Dentro di esse la vita è scandita dalle istituzioni, che controllano le nascite e regolano a pochissimi individui il concepimento di operai specializzati (ancora sapiens). Le Red Zone, quartieri periferici dediti ai vizi più sfrenati, ne costituiscono l'unica valvola di sfogo. 
Al vertice di questo neo sistema schiavistico vi sono gli optimi, gli uomini perfetti (detti sprezzantemente “boche”, ovvero nazisti, dagli Uriani). A parte alcuni di essi, interessati alla condizione delle altre razze, in direzione ora di una integrazione (gli Archeologisti), ora dell'annientamento totale dei sapiens (gli Angheloi), la maggioranza di essi vive nell'ozio di un edenico mondo alla greca.
In tale quadro un team rabberciato è condotto da Lije, un Uriano rammollito dal vizio, in una missione “facile e lucrativa”. Questa finisce per incastrare i suoi protagonisti nella trama di un tragico intrigo che coinvolge lo stesso Moses. Sono stati speronati dall'interno per non essere pagati oppure, come insinua Myconos, un boche che dice di volerli aiutare, c'è in gioco il tradimento di uno dei loro capi? Di chi fidarsi, di un amico che ha tentato di ucciderli o di un nemico che tende loro una mano?
Il capo degli Angheloi, Terry Tsara, mette in atto il terzo ed ultimo progetto genius: gli optimi vogliono ormai diventare gli unici padroni del pianeta. È l'alba di una nuova epoca? 

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Cinzia Nives Di Mauro nasce a Catania nel 1973. Dopo un soggiorno di due anni all'estero, si laurea presso la Facoltà di Lettere Moderne della propria città d'origine, dove attualmente vive e lavora come insegnante.
Ama la letteratura, il cinema, i viaggi. Trascorre una sera alla settimana immersa in “giochi di ruolo” di ambientazione fantasy. Ambisce ad interpretare il mondo attraverso la scrittura. 

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