Recensione: L'ORA PRIMA DELL'ALBA di Michael Ondaatje

Titolo: L'ora prima dell'alba
Autore: Michael Ondaatje
Editore: Garzanti
ISBN: 978-8811684008
Pagine: 264
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 18,60 €
 
Colombo, Sri Lanka, anni Cinquanta. È una notte piovosa. Michael ha undici anni ed è chiuso in un silenzio imbronciato mentre trascina i piedi nelle pozzanghere sulla banchina del porto. Ma non può trattenere un sussulto di emozione quando solleva lo sguardo verso l'alto e vede la Oronsay, la grande nave di linea su cui sta per imbarcarsi. Una nave gigantesca, su cui il ragazzino deve salire per andare in Inghilterra, dove lo aspetta sua madre. Nei grandi saloni tutto è luccicante e sfarzoso, i pomoli delle porte, i distintivi del capitano, i vestiti eleganti delle donne durante le feste. Ma il ventre della nave nasconde un segreto. Un uomo, in catene. Ogni notte, nelle ore prima dell'alba, quando la nave deve ancora svegliarsi e nessuno è sul ponte, l'uomo viene portato dai suoi due carcerieri a prendere aria. Michael lo scopre durante le sue scorribande per la nave, e il prigioniero diventa la sua ossessione. Chi è? Cosa ha fatto? E perché viene portato proprio in Inghilterra, invece di essere processato nel suo paese? Gli interrogativi del bambino si rincorrono senza sosta durante le interminabili giornate che sembrano non scorrere mai, mentre la nave attraversa tre continenti. Fino alla notte che cambierà per sempre la sua vita, quando uno sparo squarcerà il cielo stellato e il velo di mistero che avvolge il prigioniero…

RECENSIONE (a cura di Sonia)
La storia è ambientata nel 1954, quando l'undicenne Michael viene fatto imbarcare senza accompagnatori sulla nave Oronsay nel porto di Colombo (Sri Lanka). Il viaggio, in direzione dell'Inghilterra, durerà 21 giorni e dovrà portare il bambino verso sua madre. Di essa, Michael, possiede solo una foto in fondo alla valigia, non sa come farà a riconoscerla all'arrivo e nutre profondi dubbi sul comportamento che entrambi assumeranno dopo un distacco di molti anni. La nave è ricca di personaggi interessanti e misteri da scoprire. Il bambino stringe amicizia con altri due che si trovano al suo tavolo il "tavolo del gatto", quello più lontano dal comandante, dunque, il meno prestigioso: l'esuberante Cassius e il quieto Ramadhin. Assieme ai suoi due nuovi compagni s'immergerà in nuove avventure e analizzerà molti dei personaggi presenti sulla nave per comprendere quale mistero si cela dietro un prigioniero incatenato che nelle prime ore dell'alba, quando tutti i passeggeri dormono ancora, viene fatto uscire sul ponte della nave sorvegliato da uomini in divisa.

L'autore si sofferma in un'approfondita analisi esteriore e psicologica dei passeggeri in cui s'imbatte il protagonista, ne esce, dunque, una carrellata di descrizioni di personaggi le cui vite s'intrecciato e si confondono. Su quella nave Michael conosce, prima di tutto, i passeggeri seduti al "tavolo del gatto": Mr Mazappa un pianista che dichiarava allegramente di aver toccato il fondo; Mr Daniels, botanico che all'interno della nave possedeva un giardino di piante benefiche e narcotiche; il silenzioso sarto Mr Gunesekera che aveva una bottega a Kandy; Miss Lasqueti, una prudente zitella che si entusiasmava parlando di arazzi e responsabile di due dozzine di piccioni sulla nave. Inoltre, Michael, Cassius e Ramadhin indagheranno sul altri passeggeri come: la signora Flavia Prins a cui era stato affidato il compito di sorvegliare l'undicenne ma che si esimerà ben presto dall'incarico; la lontana cugina Emily de Saram, ragazza ribelle ma capace di donare profondo affetto e conforto; il Genio di Hyderabad, artista della Jankla Troupe, esile di corporatura ma intellettualmente persuasivo; Asuntha, la ragazza sorda, cosa che la faceva sembrare ancora più fragile e sola; Mr Gibbs e Mr Perera, i colleghi che cercano di sventare la fuga del prigioniero. Ed infine, quel misterioso prigioniero che tutte le mattine, all'alba, i tre ragazzini aspettano di scorgere sul ponte della nave intento a respirare quel piccolo tratto di libertà delimitato dalla lunghezza delle catene.

Lo stile è scorrevole e la particolarità del romanzo è un continuo passaggio tra passato e futuro in cui la nave s'immerge in un mare senza tempo, simbolo della trasformazione e punto di passaggio che segnerà per sempre la vita di quei passeggeri ed, in particolare, del protagonista che rimarrà sempre ancorato a quelle persone che gli hanno lasciato un ricordo indelebile, a quelle avventure che lo hanno fatto crescere in soli 21 giorni, a quei misteri che dopo 20 anni non ha ancora compreso. Flashback e flashforward si mescolano e svelano, a piccoli passi, l'evolversi della vita di Michael in un intreccio originalissimo e ben riuscito. La parte iniziale è veloce e abbastanza coinvolgente. La sezione centrale, quella più corposa, rallenta molto il ritmo narrativo "perdendosi" nella minuziosa descrizione dei personaggi. Il finale si caratterizza per un intenso coinvolgimento per le componenti avventurose ed affettive.

A dir la verità, non ho amato molto il libro durante la prima metà della lettura. Sinceramente, non riuscivo a capire il senso di quelle descrizioni, a volte, eccessivamente approfondite. L'ultima parte invece ha seguito il corso di un'onda che diventa grande ed imponente a metà percorso per morire dolcemente, alla fine, su una riva e provocarne la mancanza in chi la osserva. Infatti, conclusa la lettura ed aver scoperto cosa si celava dietro alcuni misteri, sentivo l'assenza di Michael ed avevo l'impressione che l'autore avesse lasciato qualcosa in sospeso, sentivo il bisogno di sapere molto di più del protagonista, di conoscere il prosieguo della sua vita. E invece dove mi ha lasciata Michael? Ad un nuovo meraviglioso punto di partenza. Devo ammettere di aver giudicato precocemente il romanzo di Ondaatje che, invece, è un'opera d'arte.

Consiglio il libro a chi vuole salire a bordo di questa nave e vivere il racconto di 21 giorni di Oronsay, ripercorrendo un'intera esistenza. Dalla nave vi potrete tuffare in un mare di descrizioni, avventure, misteri, sentimenti, da cui difficilmente riuscirete a riemergere senza bagnarvi di emozioni.

L'AUTORE
Michael Ondaatje è nato a Colombo, a Ceylon (oggi Sri Lanka) nel 1947, da una famiglia di origini olandesi. Dopo gli studi in Inghilterra, si è trasferito in Canada. Vive a Toronto e insegna alla New York University.
Tra le sue opere Garzanti ha attualmente in catalogo i romanzi Nella pelle del leone (1990), Il paziente inglese (1992), Buddy Bolden's Blues (1995), dedicato a un trombettista jazz della New Orleans d'inizio secolo, Aria di famiglia (1997), la storia dei suoi genitori e della loro vita nella magica Ceylon coloniale, e Lo spettro di Anil (2000).
Ma Ondaatje è anche autore di diverse raccolte poetiche, in particolare The Dainty Monsters (1967), The Man with Seven Toes (1969), Rat Jelly (1973), There's a Trick with a Knife I'm Learning to Do (1979) e The Cinnamon Peeler (1989); la più recente, Manoscritto, è stata pubblicata da Garzanti nel 1999.


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