Titolo: Il caso Rembrandt
Autore: Daniel Silva
Editore: Giano
Pagine: 544
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 13,90 €
Autore: Daniel Silva
Editore: Giano
Pagine: 544
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 13,90 €
Non capita tutti i giorni che un restauratore
d’arte sia brutalmente ucciso nel Regno Unito. Soprattutto se si tratta
di un rinomato restauratore come Christopher Liddell, abituato a
intingere i suoi delicati pennelli su tele di Rubens, Tiziano, Cézanne e
Monet.
È stato trovato cadavere col cuore
squarciato da un colpo di pistola, accanto al suo sgabello da lavoro,
poco distante dalle magiche pozioni – due parti di acetone, una di
propilene glicolico e dieci di nafta – con cui riportava alla vita i
suoi inestimabili capolavori.
La versione
ufficiale della polizia è che dei ladri siano penetrati nel suo cottage a
Glastonbury, la celebre cittadina cara a William Blake e ai mistici di
mezzo mondo e, una volta sorpresi, non abbiano avuto altra scelta che
farlo fuori e arraffare le prime opere d’arte a portata di mano. C’è un
uomo, tuttavia, che conosce un’altra piú oscura e allarmante verità. È
noto come Julian Isherwood, detto Julie dagli amici, proprietario e
unico titolare della spesso insolvente ma mai noiosa Isherwood Fine
Arts, una galleria d’arte al 7 e 8 di Mason’s Yard, nel quartiere di St
James’s, a Londra. In realtà si chiama Isakowitz, britannico solo per
nazionalità e passaporto, ma di origini tedesche, educazione francese e
religione ebraica. Solo pochi amici fidati sanno che è arrivato a Londra
nel 1942 da profugo quando era ancora un bambino. E che suo padre, il
famoso gallerista di Parigi Samuel Isakowitz, è stato ucciso nel lager
di Sobibor insieme a sua madre. Nessuno sa poi che, negli anni Settanta,
è stato reclutato come sayan, collaboratore volontario, dal leggendario
capo dell’Agenzia spionistica israeliana Ari Shamron. Con un solo
incarico: contribuire a creare e mantenere la copertura di un giovane
restauratore di opere d’arte nonché sicario di nome Gabriel Allon.
Ed
è a Gabriel Allon, scovato nel suo rifugio della penisola di Lizard in
Cornovaglia, che Isherwood racconta la sua verità. Liddell stava
lavorando a un’opera su cui Julie aveva messo le mani. Un quadro di 104 ×
86 cm del 1664 che raffigura un’attraente ragazza sulla trentina con
indosso uno scialle di seta ricamato con pietre preziose e poco altro.
Un quadro del valore di 45 milioni di dollari. Un Rembrandt, che nessuno
ha mai visto, misteriosamente arrivato tra le mani di Julie da parte di
un improbabile nobile decaduto di un imprecisato paese dell’Est.
L’assassino di Liddell poteva portare con sé i Rubens, i Tiziano, i
Monet presenti nel cottage, ma ha trafugato soltanto quell’opera che
poteva fare la fortuna di Isakowitz, detto Julie Isherwood.Daniel Silva è nato in Michigan nel 1960. Nel 1984 ha iniziato la carriera giornalistica lavorando per United Press International, per poi diventare produttore televisivo della CNN. Tutte le sue opere, Le regole di Mosca (Giano 2010), Il disertore (Giano 2011), The Killer Artist, The English Assassin, The Confessor, A Death in Vienna, Prince of Fire, The Messenger, The Secret Servant, sono entrate nelle classifiche dei libri più venduti. Vive con la moglie e i due figli a Washington.
Titolo: La donna malvista
Autore: Nele Neuhaus
Editore: Giano
Pagine: 384
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 13,90 €
Autore: Nele Neuhaus
Editore: Giano
Pagine: 384
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 13,90 €
È una mattina di fine estate, con il cielo azzurro che si apre terso sui monti del Taunus, quando un contadino di Hochheim rinviene nella sua vigna il cadavere di un uomo con il volto orribilmente sfigurato da un colpo di fucile. Nemmeno il tempo di accorrere sul posto che il commissario capo Oliver von Bodenstein apprende con stupore dalla sua collega Pia Kirchhoff l’identità del morto. Il cadavere appartiene a Joachim Hardenbach, pubblico ministero della procura di Francoforte, spietato cacciatore di criminali, oltre che uomo di vaste ambizioni politiche. La scena del delitto lascia pochi dubbi: l’intransigente procuratore ha tutta l’aria di essersi tolto la vita.
Bodenstein e Pia sono ancora intenti ad assolvere l’increscioso compito di informare la vedova Hardenbach dell’accaduto, quando vengono raggiunti da un’altra ferale comunicazione della centrale: sotto la torre panoramica di Atzelberg, tra Ruppertshain ed Eppenhain, in quella tersa mattina d’agosto, una coppia di ragazzi ha trovato il cadavere di una giovane donna.
La scena del delitto suggerisce ancora una volta un suicidio: Isabel Kerstner, la donna morta, è riversa supina, il braccio sinistro sotto il corpo, le gambe piegate, una lussuosa scarpa di dieci centimetri di tacco a spillo a un piede. Le ferite multiple sul corpo sembrano causate dall’impatto sul terreno di chi si è buttato dalla torre.
L’autopsia, l’identità e la storia personale della vittima svelano però tutt’altro. Moglie di diciannove anni piú giovane dello stimato dottor Michael Kerstner, veterinario specializzato nella cura dei cavalli, donna malvista per la sua avvenenza e le sue numerose frequentazioni, esperta cavallerizza e vincitrice di diversi concorsi di dressage per conto della raffinata scuderia di Waldhof, Isabel Kestner non solo è stata avvelenata da una iniezione letale, ma conosceva molto bene il defunto procuratore.
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