Titolo: Il quinto Vangelo
Autore: Carlo Santi
Editore: Ciesse
Pagine: 480
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo copertina: 20,00 €
Recensione a cura di Francesca Fossa
Per prima cosa devo ammettere che non amo il genere. Non amo i thriller storici alla Dan Brown; Il codice da Vinci, per intenderci, non mi è piaciuto. Una cosa la so, gli statunitensi sono più bravi a inscatolare luoghi comuni, a cavalcare un'onda di finto scalpore e costruirci sopra una montagna di parole a forma di romanzo. Sono sempre stata convinta che queste operazioni a noi italiani non vengano bene, non su argomenti come intrighi internazionali nei quali è coinvolta la chiesa cattolica. Probabilmente siamo forti su polpettoni sentimentali alla Moccia, ma se parliamo di eresie, di segreti ecclesiastici, di fondamenta del cattolicesimo allora o lo facciamo da storici oppure non ne caviamo granché. Ecco, le 469 pagine del Quinto Vangelo sono proprio così: non sono granché.
Un’organizzazione segreta denominata «Il Crepuscolo», seguace della Maddalena,
riesce, attraverso l’uccisione dei tre custodi dell’archivio, a impadronirsi del manoscritto rubandolo al
Vaticano. Gli omicidi divengono di dominio pubblico mentre il
Vaticano mantiene segreta la notizia del furto, considerandolo una
questione interna alla Santa Sede. La verità di quel Vangelo, il quinto,
l’unico dettato direttamente da Gesù, porterebbe inevitabilmente al «collasso»
della Chiesa, così come la si è sempre conosciuta; il mondo non è pronto per
questa rivoluzione e il Papa incarica Tommaso Santini, figura misteriosa a capo
di un Organismo riservato del Vaticano, al recupero del manoscritto perché
torni sotto la custodia della Chiesa e mantenga la sua segretezza.
Autore: Carlo Santi
Editore: Ciesse
Pagine: 480
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo copertina: 20,00 €
Recensione a cura di Francesca Fossa
Per prima cosa devo ammettere che non amo il genere. Non amo i thriller storici alla Dan Brown; Il codice da Vinci, per intenderci, non mi è piaciuto. Una cosa la so, gli statunitensi sono più bravi a inscatolare luoghi comuni, a cavalcare un'onda di finto scalpore e costruirci sopra una montagna di parole a forma di romanzo. Sono sempre stata convinta che queste operazioni a noi italiani non vengano bene, non su argomenti come intrighi internazionali nei quali è coinvolta la chiesa cattolica. Probabilmente siamo forti su polpettoni sentimentali alla Moccia, ma se parliamo di eresie, di segreti ecclesiastici, di fondamenta del cattolicesimo allora o lo facciamo da storici oppure non ne caviamo granché. Ecco, le 469 pagine del Quinto Vangelo sono proprio così: non sono granché.
Una scena tratta dal film "Il codice da Vinci" |
Lo spunto di
partenza è piuttosto banale, trito e largamente trattato in precedenza, con
diverse sfumature, da altri. I protagonisti, stereotipati, cadono spesso nella
caricatura. La magistrata sembra una donnetta isterica, sboccata senza ragione, dura
che più dura non si può, ma pronta a innamorarsi, come una adolescente, del protagonista
senza che, tuttavia, nelle centinaia di pagine, si capisca come e perchè questo
sentimento prenda piede in lei. D’altro canto perché si innamori lui di lei, questo
è il vero mistero del libro. Centinaia di morti, scene d’azione raccontate in
modo didascalico e spesso noioso. Lo confesso, ho saltato parecchi paragrafi e ciononostante
non ho avuto alcuna difficoltà a seguire
il filo del racconto, prova che trattavasi di cumuli di parole inutili.
La prosa è elementare, ma questo non appare come una scelta stilistica, il fraseggio risulta piatto, inconsistente, senza passione e calore. La dissertazione sul Nous e i passaggi che l’anima deve attraversare per raggiungerlo è banale, ma esposta con fatica e arzigogolo, artificio per dare a una raffazzonata spruzzata pseudoteologico-filosofica e una parvenza di serietà all’argomento.
La prosa è elementare, ma questo non appare come una scelta stilistica, il fraseggio risulta piatto, inconsistente, senza passione e calore. La dissertazione sul Nous e i passaggi che l’anima deve attraversare per raggiungerlo è banale, ma esposta con fatica e arzigogolo, artificio per dare a una raffazzonata spruzzata pseudoteologico-filosofica e una parvenza di serietà all’argomento.
Mi spiace doverlo dire, ma no, di questo libro non riesco a
salvare nulla, a onor del vero devo però ammettere che credo di essere in
minoranza. Per curiosità ho spulciato sul web e ho trovato solo recensioni e
commenti favorevoli, se non decisamente entusiastici, sull’opera di Carlo
Santi. Forse sono io che non apprezzo il genere o non lo comprendo, mentre
riscuote molti e probabilmente meritati successi.
Biblioteca Apostolica Vaticana |
Dopo queste, ingenerose
parole, non mi resta che raccontarvi in breve la trama.
Tutto ruota intorno al
controverso Vangelo di Maria Maddalena, andato perduto nei primi secoli d.C.,
ma che nella finzione romanzesca è da sempre custodito segretamente nei più
remoti meandri della Biblioteca Vaticana. Il prezioso manoscritto racchiude gli
insegnamenti e l’incarico che Gesù impartì alla Maddalena, anteponendo lei agli
altri Apostoli nel fondare la sua Chiesa, rendendo, di fatto, San Pietro un
impostore e l’istituzione della Chiesa, così come la conosciamo, un’impostura
nata da una prevaricazione di Pietro sulla unica e vera predestinata a fondare
la Chiesa di Gesù, vale a dire Maria Maddalena, compagna e apostola del Messia.
Ancor peggio, viene minato alla fondamenta il concetto di Dio come Padre, per
sostituirlo con Dio-Madre e generatrice. Il Vangelo racconta il «segreto» dell’anima
che percorre sette stadi (i vizi capitali), conoscendoli e superandoli
arrivando al Nous, l’intelligenza divina che domina e crea la materia.
Monastero di Santa Caterina (Egitto) |
Il
Risolutore inseguirà le tracce dell’organizzazione passando
dall’Egitto, dal monastero di Santa Caterina, fino in Israele, poi da
Montecarlo fino in Germania, dove troviamo una cattedrale di Aquisgrana sconsacrata
per esigenze romanzesche, per scontrarsi
violentemente e senza esclusione di colpi, con un nemico millenario della Santa
Sede. Il vero colpevole del furto, se siete allenati a leggere gialli, lo
immaginerete presto, ma ne avrete conferma solo nelle ultime pagine.
Nel complesso un libro che non mi sento di consigliare, a
meno che non siate degli appassionati del genere complottistico cristiano con
una spruzzata di giallo.
L'AUTORE
L'AUTORE
CARLO SANTI è nato ad Abano Terme (PD) il 19.04.1963 e vive a Montegrotto Terme. Sposato, ha due figli. Al suo attivo conta una ventennale esperienza quale Dirigente Sindacale, prima in Cisl poi in Cisal. E’ stato docente in Diritto del Lavoro presso una Scuola Superiore (biennio 1994/1995). Oltre
all’attività di scrittore, svolge la libera professione in campo
editoriale. A ottobre 2010 ha costituito la CIESSE Edizioni di cui è il
Direttore Responsabile.
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