Recensione: BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE (2013)

Leo (Filippo Scicchitano), studente svogliato del terzo anno, ha un solo sogno: Beatrice (Gaia Weiss), la bellissima ragazza dai capelli rossi. Leo, tuttavia, non ha il coraggio di avvicinarla e cerca supporto nell'amica del cuore, Silvia (Aurora Ruffino), a sua volta innamorata di lui. Quando finalmente riesce, Leo scopre che la ragazza è malata di leucemia, in attesa di un midollo osseo compatibile per il trampianto. Nonostante la paura iniziale, anche grazie alle parole del nuovo professore di italiano (Luca Argentero), Leo decide di iscriversi tra i donatori e di stare vicino a Bea durante le sedute di chemioterapia, mentre Silvia viene allontanata dopo aver confessato all'amico di avergli fornito volontariamente il numero errato di Bea. Ma sarà la stessa Bea a favorire il ricongiungimento dei due.
In che modo? Questo dovete scoprirlo da soli.


Bianca come il latte, rossa come il sangue è tratto dall'omonimo romanzo di Alessandro D'Avenia, grande best seller degli ultimi anni. Premettendo che personalmente non ho letto il libro, il film è stata una grande delusione. Trattare un tema delicato come la malattia, d'altronde, non è facile e il rischio di scivolare nel dramma lacrimevole o, al contrario, nella commedia superficiale è altissimo. Per questo Giacomo Campiotti cerca di trovare un equilibrio, invano, tra il dramma e la commedia, dando alla storia una leggerezza che, però, fa tanto rima con superficialità; in particolare gli attori si perdono clamorosamente nelle scene più intense, drammatiche, e argomenti seri vengono affrontati con un tono da barzelletta (come ad esempio la richiesta di Matteo ai genitori di diventare donatore). Inoltre il film, come molta produzione di genere, finisce per trasmettere un messaggio positivo (per lo più banale) e tanti altri negativi, come l'idea di poter utilizzare un certo tipo di linguaggio colorito a scuola; che i professori "fighi" sono coloro che si mettono alla pari con gli allievi; che basta studiare una settimana all'anno per non essere bocciati; ecc...ecc...


Un fallimento che nasce, a mio avviso, già dalla scelta del cast, dove si è scelto di dare maggiore rilevanza al nome piuttosto che al personaggio; ad esempio Luca Argentero nel ruolo del prof di italiano (figo per carità, ma assolutamente poco credibile mentre parla dell'amore di Dante per Beatrice) o Flavio Insinna, che nel ruolo del padre non riesce a dire nulla senza suscitare una risata nello spettatore. Ma anche lo stesso Filippo Scicchitano non riesce a dare equilibrio al personaggio, scivolando spesso nella macchietta. Un ulteriore motivo per sostenere che una certa cinematografia di genere in Italia proprio non funziona; immaginate lo stesso film con il cast di Noi siamo infinito, il risultato sarebbe lo stesso?

Per tutto questo Bianca come il latte, rossa come il sangue è un film che si può tranquillamente evitare, mentre se volete vedere qualcosa di valido sulla malattia il mio consiglio è di recuperare 50/50 di Jonathan Levine. Per una storia sentimentale tra ragazzi, invece, guardando al nostro Paese, il consiglio è Come te nessuno mai, film del 1999 diretto da Gabriele Muccino e interpretato dal fratello Silvio, in cui viene riproposto il triangolo amoroso, sullo sfondo dell'occupazione studentesca, con una bella riflessione sulle differenze generazionali tra i sessantottini e i giovani d'oggi.

USCITA CINEMA:
GENERE: Drammatico, Sentimentale
REGIA: Giacomo Campiotti
SCENEGGIATURA: Fabio Bonifacci, Alessandro D'Avenia
ATTORI: Luca Argentero, Filippo Scicchitano, Aurora Ruffino, Gaia Weiss, Romolo Guerreri, Gabriele Maggio, Roberto Salussoglia, Pasquale Salerno, Michele Codognesi, Ilaria Ingenito, Flavio Insinna, Cecilia Dazzi, Eugenio Franceschini
FOTOGRAFIA: Fabrizio Lucci
MONTAGGIO: Alessio Doglione
PRODUZIONE: Lux Vide, Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distibution
PAESE: Italia 2013
DURATA: 102 Min
FORMATO: Colore

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