Recensioni: Attacco al potere (2013); Nella casa (2012)

Mike Banning (Gerard Butler) è il capo della sicurezza, nonché amico, del Presidente degli Stati Uniti Benjamin Asher (Aaron Eckhart). Mike, tuttavia, viene rimosso dal suo incarico quando, a seguito di un incidente stradale, riesce a salvare solo la vita del Presidente, mentre la moglie muore.
Diversi mesi dopo Mike lavora in ufficio, ma il suo sogno è quello di tornare operativo alla Casa Bianca. Per questo, quando quest'ultima viene posta sotto assedio da alcuni terroristi che riescono a rapire il Presidente, Mike non esita ad aiutare i suoi ex compagni.
Dopo aver scoperto di essere l'unico uomo della sicurezza ancora in vita, Mike decide di mettersi in contatto con il Pentagono per aiutarli nella liberazione, mentre i terroristi, uomini senza scrupoli, sono pronti ad uccidere tutti gli ostaggi pur di portare a termine la loro missione.

Attacco al potere è il classico film d'azione, made in USA, con una trama poco realistica e scontata, frasi fatte (Dio benedica gli Stati Uniti d'America; L'America non negozia con i terroristi; ecc...) e tante belle scene d'azione, dove si spara tanto e si pensa poco.
Un film che si lascia guardare, pur non aggiungendo nulla alla ricca produzione di genere. Consigliato solo per chi cerca puro intrattenimento.

Germain (Fabrice Luchini) è un professore di lettere al liceo. Dopo aver assegnato un compito, Germain scopre il talento nella scrittura di Claude (Ernst Umhauer), che dopo essersi introdotto nella casa del suo compagno Rapha (Bastien Ughetto), per aiutarlo in matematica, inizia a raccontare la vita della sua famiglia, mescolando realtà e finzione. Proprio per supportare il suo talento, Germain decide di aiutare Claude nella scrittura, mettendo a rischio persino la propria carriera.
Nella casa, del regista francese François Ozon, è un film originale che indaga i meccanismi di creazione di una storia, in cui lo spunto è dato proprio dall'osservazione della realtà. Da qui l'atteggiamento voyeuristico del protagonista, Claude, che piano piano si insinua sempre più nell'intimità "della casa" e dei suoi abitanti. Ma, come vuole comunicarci il regista attraverso le azioni di Germain, a pensarci bene anche chi legge, come chi scrive, è spinto dal desiderio voyeuristico di penetrare l'intimità degli altri.

La realtà e la finzione si mescolano tanto nella scrittura di Claude quanto nella narrazione del film, in cui le due dimensioni tendono a confondersi sempre più, impendendo infine allo spettatore di distinguerle. Ma se questo funziona per 3/4 del film, l'epilogo sembra un po' tirato per i capelli, forse per l'incapacità dello stesso Ozon di "uscire" in qualche modo dalla storia.
Un altro aspetto interessante del film sono i continui riferimenti al mondo letterario e a quello artistico contemporaneo, spesso intrinsi d'ironia. Come risulta condivisibile un certo sarcasmo nei confronti di una pedagogia del "perenne rinforzo positivo", che sembra essersi definitivamente affermata nell'odierna realtà scolastica.
François Ozon dunque riesce nell'intento di creare un buon mix tra una commedia divertente e un thriller teso a sfondo voyeuristico, perdendosi però nella parte finale. La recitazione, invece, è ottima e complessivamente il film merita una serata al cinema. Consigliato!

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