Recensione: Now You See Me - I maghi del crimine (2013); Pacific Rim (2013); Dieci in amore (1958)

Daniel Atlas (Jesse Eisenberg) è un mago delle carte; Merritt McKinney (Woody Harrelson) un ipnotista; Henley Reeves (Isla Fisher) pratica l'escapologia; Jack Wilder (Dave Franco) un mago di strada che compie piccoli furti: tutti e quattro vengono ingaggiati per lanciare una vera e propria sfida all'FBI. Quando, un anno dopo, a Los Angeles portano in scena il loro primo spettacolo, una banca parigina viene svaligiata in tempo reale e la refurtiva regalata agli spettatori. Per questo i quattro vengono arrestati e le indagini affidate ad un detective dell'FBI, Dylan (Mark Ruffalo), e alla collega francese dell'Interpol Alma (Mélanie Laurent), che tuttavia sono costretti a rilasciarli per mancanza di prove. E mentre i "quattro cavalieri" si preparano al secondo spettacolo, Dylan e Alma chiederanno aiuto ad un personaggio televisivo (Morgan Freeman), esperto nello smascherare imbroglioni e ciarlatani. Riusciranno a svelare il trucco? E qual è il vero scopo dei quattro cavalieri?

Louis Leterrier, come i grandi illusionisti, sposta l'attenzione dello spettatore da un dettaglio all'altro, senza mai svelare il trucco, almeno fino all'imprevedibile epilogo. La magia, infatti, come sembra indicarci il regista, non è altro che questo: l'illusione creata dal mago per distrarre lo spettatore dal trucco. I maghi del crimine è un film frenetico, rumoroso, adrenalinico, con alcune scene particolarmente spettacolari. La recitazione del cast è buona, anche se la sceneggiatura presenta diversi buchi. Un film consigliato per chi cerca un intrattenimento leggero e prova qualche interesse per il mondo dell'illusionismo.

La Terra è stata invasa da mostruose creature, chiamate Kaiju, emerse dal mare, ma il genere umano ha avuto la meglio con l'utilizzo di enormi robot, chiamati Jaegers, comandati mentalmente da due piloti attraverso delle reti neurali. La battaglia, tuttavia, era solo all'inizio, e quando i Kaiju cominciano a tornare in superficie, ancora più grandi e pericolosi di prima, l'Apocalisse sembra ormai inevitabile. Per questo un ex pilota, caduto in disgrazia dopo la morte del fratello, viene richiamato sul campo per guidare un vecchio Jaegers, ultimo dei quattro rimasti in attività, insieme ad una giovane recluta, con l'obiettivo disperato di far saltare il passaggio tra la Terra e il mondo dei Kaiju. Ci riusciranno?

Pacific Rim fa parte di quei blockbuster estivi in cui azione ed effetti speciali hanno la meglio su tutto. E in tal senso, bisogna ammetterlo, il lavoro di Guillermo del Toro si vede e, soprattutto, si apprezza; l'attenzione per i dettagli e, in generale, la resa visiva del film non si può discutere. Il problema, però, è che il tutto non va oltre questo.

La storia infatti è scontata e al di là dei collegamenti neurali, che per altro non rappresentano una novità assoluta e potevano essere approfonditi meglio, non si apprezza nessuno sforzo per la creazione di qualcosa di originale. Inoltre anche gli stessi personaggi potevano essere sfruttati meglio, nonostante la recitazione sia tutto sommato buona. Un film dunque scontato e prevedibile, che tuttavia regala un intrattenimento veloce, avvincente e rumoroso. Consigliato solo a chi ama il genere!

Jim Gannon (Clark Gable), caporedattore di un importante quotidiano, viene invitato a tenere una conferenza all'università dalla professoressa Erica Stone (Doris Day), ma rifiuta spiegando in una lettera di essere contrario all'istruzione come strumento per diventare un buon giornalista, e di essere fedele alla vecchia scuola dell'esperienza. Tuttavia, obbligato dal suo capo, Jim si reca all'università e scopre che la professoressa, a differenza delle aspettative, è una donna brillante e spiritosa. Per questo decide di seguire lo stesso il corso, sotto falso nome. E mentre la professoressa rimane stupito dalle sue doti e cerca di convincerlo a diventare giornalista, Jim finisce per innamorarsi di lei. Ma come riuscirà ad uscirne?

Dieci in amore è una commedia deliziosa del 1958 diretta dal regista e sceneggiatore, premio Oscar, George Seaton. Si tratta sostanzialmente di una commedia sentimentale, ma il tema centrale è il giornalismo, con il conflitto secolare tra formazione ed esperienza.

Che cos'è più importante? A questa domanda cercheranno di rispondere i due protagonisti, a colpi di stilettate, battute e frecciatine, pur mantenendo l'eleganza di tante commedie del passato. Il film è divertente e i tre intepreti, considerando anche l'onnisciente Dr. Hugo Pine (Gig Young), sono di primissimo livello. La tematica, nonostante il film sia datato, è di strettissima attualità e fa riflettere, considerando che il conflitto tra esperienza e formazione, volendo, può essere allargato tranquillamente a tanti altri settori lavorativi.
Una commedia brillante e divertente, da vedere!

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