Titolo: Kaputt
Autore: Curzio Malaparte
Editore: Adelphi
Pagine: 476
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 13,00 €
A Stoccolma Malaparte incontra il principe Eugenio, fratello del re di Svezia. E nella villa di Waldemarsudden non può trattenersi dal raccontare ciò che ha visto nella foresta di Oranienbaum: prigionieri russi conficcati nella neve fino al ventre, uccisi con un colpo alla tempia e lasciati congelare. È solo la prima di una fosca suite di storie che, come un novellatore itinerante, Malaparte racconterà ad altri spettri di un'Europa morente: ad Hans Frank, Generalgouverneur di Polonia, a diplomatici come Westmann e de Foxà, a Louise, nipote del kaiser Guglielmo II.
Storie che si annidano nella memoria per non lasciarla mai più: il Ladoga, simile a "un'immensa lastra di marmo bianco", dove sono posate centinaia e centinaia di teste di cavallo, recise da una mannaia; il console d'Italia a Jassy, sepolto dal freddo peso dei centosettantanove cadaveri di ebrei che sembrano precipitarsi fuori dal treno che li deportava a Podul Iloaiei, in Romania; le mute di cani muniti di cariche esplosive che, in Ucraina, i russi addestrano ad andare a cercare il cibo sotto il ventre dei panzer tedeschi. Storie, anche, malinconiche e gentili: quella dei bambini napoletani convinti dai genitori che gli aviatori inglesi sorvolano la città per gettar loro bambole, cavallucci di legno e dolci; o, ancora, quella delle ragazze ebree destinate al bordello militare di Soroca. Storie che trascinano in un viaggio lungo e crudele, al termine del quale si vedrà l'Europa ridotta a un mucchio di rottami.
Titolo: I Maigret 3
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Pagine: 726
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 16,90 €
La balera da due soldi
Un tardo pomeriggio radioso. Un sole quasi languido nelle strade tranquille della Rive Gauche. E ovunque la gioia di vivere, sui visi, nei mille rumori familiari della strada.
Ci sono giorni come questo, in cui l'esistenza è meno banale, e i passanti sui marciapiedi, i tram e le auto sembrano uscire da una fiaba.
L’ombra cinese
Le dieci di sera. I cancelli del giardino al centro di place des Vosges erano chiusi; la piazza era deserta: solo le tracce lucide lasciate dalle macchine sull'asfalto e il canto ininterrotto delle fontane, gli alberi senza foglie e la linea monotona dei tetti che si stagliavano uniformi contro il cielo.
Il caso Saint-Fiacre
Pochi colpi sommessi alla porta; il rumore di un oggetto posato sul pavimento; una voce timida: «Sono le cinque e mezzo! È appena suonata la prima campana della messa...».
La casa dei fiamminghi
Quando Maigret scese dal treno alla stazione di Givet, la prima persona che vide, proprio davanti al suo scompartimento, fu Anna Peeters.
Nemmeno avesse previsto che si sarebbe fermato esattamente in quel punto del marciapiede! Non ne pareva sorpresa, e neppure compiaciuta.
Il porto delle nebbie
Quando avevano lasciato Parigi, verso le tre del pomeriggio, la folla brulicava ancora sotto un pallido sole autunnale. Poi, verso Mantes, si erano accese le lampade dello scompartimento. A Évreux, fuori era tutto buio. E adesso, attraverso i finestrini lungo i quali scivolavano gocce di vapore, si vedeva una fitta nebbia che circondava di un alone lattiginoso le luci della strada ferrata.
Autore: Curzio Malaparte
Editore: Adelphi
Pagine: 476
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 13,00 €
A Stoccolma Malaparte incontra il principe Eugenio, fratello del re di Svezia. E nella villa di Waldemarsudden non può trattenersi dal raccontare ciò che ha visto nella foresta di Oranienbaum: prigionieri russi conficcati nella neve fino al ventre, uccisi con un colpo alla tempia e lasciati congelare. È solo la prima di una fosca suite di storie che, come un novellatore itinerante, Malaparte racconterà ad altri spettri di un'Europa morente: ad Hans Frank, Generalgouverneur di Polonia, a diplomatici come Westmann e de Foxà, a Louise, nipote del kaiser Guglielmo II.
Storie che si annidano nella memoria per non lasciarla mai più: il Ladoga, simile a "un'immensa lastra di marmo bianco", dove sono posate centinaia e centinaia di teste di cavallo, recise da una mannaia; il console d'Italia a Jassy, sepolto dal freddo peso dei centosettantanove cadaveri di ebrei che sembrano precipitarsi fuori dal treno che li deportava a Podul Iloaiei, in Romania; le mute di cani muniti di cariche esplosive che, in Ucraina, i russi addestrano ad andare a cercare il cibo sotto il ventre dei panzer tedeschi. Storie, anche, malinconiche e gentili: quella dei bambini napoletani convinti dai genitori che gli aviatori inglesi sorvolano la città per gettar loro bambole, cavallucci di legno e dolci; o, ancora, quella delle ragazze ebree destinate al bordello militare di Soroca. Storie che trascinano in un viaggio lungo e crudele, al termine del quale si vedrà l'Europa ridotta a un mucchio di rottami.
Titolo: I Maigret 3
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Pagine: 726
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 16,90 €
La balera da due soldi
Un tardo pomeriggio radioso. Un sole quasi languido nelle strade tranquille della Rive Gauche. E ovunque la gioia di vivere, sui visi, nei mille rumori familiari della strada.
Ci sono giorni come questo, in cui l'esistenza è meno banale, e i passanti sui marciapiedi, i tram e le auto sembrano uscire da una fiaba.
L’ombra cinese
Le dieci di sera. I cancelli del giardino al centro di place des Vosges erano chiusi; la piazza era deserta: solo le tracce lucide lasciate dalle macchine sull'asfalto e il canto ininterrotto delle fontane, gli alberi senza foglie e la linea monotona dei tetti che si stagliavano uniformi contro il cielo.
Il caso Saint-Fiacre
Pochi colpi sommessi alla porta; il rumore di un oggetto posato sul pavimento; una voce timida: «Sono le cinque e mezzo! È appena suonata la prima campana della messa...».
La casa dei fiamminghi
Quando Maigret scese dal treno alla stazione di Givet, la prima persona che vide, proprio davanti al suo scompartimento, fu Anna Peeters.
Nemmeno avesse previsto che si sarebbe fermato esattamente in quel punto del marciapiede! Non ne pareva sorpresa, e neppure compiaciuta.
Il porto delle nebbie
Quando avevano lasciato Parigi, verso le tre del pomeriggio, la folla brulicava ancora sotto un pallido sole autunnale. Poi, verso Mantes, si erano accese le lampade dello scompartimento. A Évreux, fuori era tutto buio. E adesso, attraverso i finestrini lungo i quali scivolavano gocce di vapore, si vedeva una fitta nebbia che circondava di un alone lattiginoso le luci della strada ferrata.
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