Comunicato Stampa
IL CASTELLO DI K.
di Massimo Roberto Beato
Dal romanzo “Il Castello” di Franz Kafka
regia Jacopo Bezzi
con Massimo Roberto Beato, Nicoletta La Terra, Lorenzo Venturini, Brunella De Feudis, Ugo Benini
musiche Angela Bruni
Durante una gelida notte d’inverno, K. giunge in un villaggio sovrastato dalla figura misteriosa di un Castello. Cerca ospitalità nella locanda del luogo, sostenendo d'essere un agrimensore invitato per lavoro dal conte del Castello, ma alla cancelleria centrale sembra non esserci alcuna traccia della sua assunzione.
Dopo le incomprensioni iniziali, egli riceve una lettera che attesta ufficialmente la sua assunzione e lo informa che il suo diretto superiore sarà il Sindaco. La lettera è firmata dal capo della Sezione X, un funzionario di nome Klamm. Ma al villaggio non c’è bisogno di alcun agrimensore. Un errore? Un terribile malinteso?
Questo è l'abbrivio della vicenda, a tratti onirica e grottesca, che vede il personaggio di K. invischiato in una serie di trappole e trafile burocratiche, errori, controversie e strani personaggi. Ma dove si trova realmente K.? E perché intorno a lui visioni e personaggi prendono le sembianze di moderne metafore e simbologie oscure? E, soprattutto, perché il Castello lo ha assunto, se non c’è bisogno di agrimensori al villaggio? Lo spettacolo diventa così una chiave di lettura della vita stessa e della nostra esistenza umana: «Uno dei principi che regolano il lavoro dell'amministrazione è che non si deve mai contemplare la possibilità di uno sbaglio. [...] Errori non se ne commettono e, anche se ciò per eccezione accade, come nel suo caso, chi può dire alla fin fine che sia davvero un errore?». Lo scopo di K., personaggio tenace e testardo, è quello di veder riconosciuta la propria identità di agrimensore, cercando così di ottenere a tutti i costi un incontro col suo diretto superiore. La figura di Klamm assume, nell’adattamento originale di Beato, la valenza di un ideale salvifico o diabolico legato indissolubilmente alla potenza del Castello, luogo che il protagonista fatica a raggiungere, spossato dalla stanchezza o avvolto dalla nebbia. «Non posso andar via», disse K., «sono venuto qui per restarci, e ci resterò». E con una contraddizione che non si diede la pena di spiegare, soggiunse quasi parlando a se stesso: «Che cosa avrebbe potuto attirarmi in questo paese così tetro se non il desiderio di rimanervi?».
NOTE DI REGIA
Il villaggio e la locanda, dove tutta l'azione si consuma, assumono nella nostra rilettura e riscrittura originale – essendo il romanzo stesso incompiuto – la funzione di luogo di passaggio dove ogni avventore è costretto a prendere coscienza della propria esistenza e dell’ineluttabilità del fato che ci preclude la possibilità di sovvertire il nostro destino e conoscere ciò che per noi, invece, deve restare ignoto. K. si scoprirà in un mondo nel quale tutto gli appare al rovescio, e nel quale tutti i suoi tentativi di arrivare al Castello, e di far prevalere la ragione e il raziocinio, sembrano vani e finire per portarlo solo all'autodistruzione. Il meccanismo drammaturgico è straniante e tutti gli abitanti si sforzano, ciascuno a suo modo, di organizzare macchinazioni e “teatrini” grotteschi per allontanare e dissuadere K. dal suo intento. Col contributo di musiche e sonorità originali, e sostenuto da un artigianato teatrale che vede contemporaneamente l'uso di più linguaggi (dal teatro di figura alle videoproiezioni), Il Castello di K. si connota come un'operazione unica nel suo genere, che aspira a fondere insieme più linguaggi e più piani di lettura per avvicinarsi al pubblico di tutte le età.
Prima nazionale al Teatro Stanze Segrete di Roma a partire dal 25 marzo.
INFO
Teatro Stanze Segrete
Via della Penitenza, 3 ( Trastevere )
tel. 06.6872690 / 3889246033
Botteghino: dalle 18,30 alle 21
consigliata prenotazione tel. Posti 40.
ORARIO DEGLI SPETTACOLI
Ore 21.00 feriali
Ore 19.00 domenica
PREZZI
Tessera associativa semestrale: euro 3
Biglietto d`ingresso euro 13 - ridotto euro 10.
Riduzione concessa a:
giovani fino ai 25 anni (documento di identità)
anziani dai 70 anni (documento di identità)
Professionisti dello spettacolo.
IL CASTELLO DI K.
di Massimo Roberto Beato
Dal romanzo “Il Castello” di Franz Kafka
regia Jacopo Bezzi
con Massimo Roberto Beato, Nicoletta La Terra, Lorenzo Venturini, Brunella De Feudis, Ugo Benini
musiche Angela Bruni
Durante una gelida notte d’inverno, K. giunge in un villaggio sovrastato dalla figura misteriosa di un Castello. Cerca ospitalità nella locanda del luogo, sostenendo d'essere un agrimensore invitato per lavoro dal conte del Castello, ma alla cancelleria centrale sembra non esserci alcuna traccia della sua assunzione.
Dopo le incomprensioni iniziali, egli riceve una lettera che attesta ufficialmente la sua assunzione e lo informa che il suo diretto superiore sarà il Sindaco. La lettera è firmata dal capo della Sezione X, un funzionario di nome Klamm. Ma al villaggio non c’è bisogno di alcun agrimensore. Un errore? Un terribile malinteso?
Questo è l'abbrivio della vicenda, a tratti onirica e grottesca, che vede il personaggio di K. invischiato in una serie di trappole e trafile burocratiche, errori, controversie e strani personaggi. Ma dove si trova realmente K.? E perché intorno a lui visioni e personaggi prendono le sembianze di moderne metafore e simbologie oscure? E, soprattutto, perché il Castello lo ha assunto, se non c’è bisogno di agrimensori al villaggio? Lo spettacolo diventa così una chiave di lettura della vita stessa e della nostra esistenza umana: «Uno dei principi che regolano il lavoro dell'amministrazione è che non si deve mai contemplare la possibilità di uno sbaglio. [...] Errori non se ne commettono e, anche se ciò per eccezione accade, come nel suo caso, chi può dire alla fin fine che sia davvero un errore?». Lo scopo di K., personaggio tenace e testardo, è quello di veder riconosciuta la propria identità di agrimensore, cercando così di ottenere a tutti i costi un incontro col suo diretto superiore. La figura di Klamm assume, nell’adattamento originale di Beato, la valenza di un ideale salvifico o diabolico legato indissolubilmente alla potenza del Castello, luogo che il protagonista fatica a raggiungere, spossato dalla stanchezza o avvolto dalla nebbia. «Non posso andar via», disse K., «sono venuto qui per restarci, e ci resterò». E con una contraddizione che non si diede la pena di spiegare, soggiunse quasi parlando a se stesso: «Che cosa avrebbe potuto attirarmi in questo paese così tetro se non il desiderio di rimanervi?».
NOTE DI REGIA
Il villaggio e la locanda, dove tutta l'azione si consuma, assumono nella nostra rilettura e riscrittura originale – essendo il romanzo stesso incompiuto – la funzione di luogo di passaggio dove ogni avventore è costretto a prendere coscienza della propria esistenza e dell’ineluttabilità del fato che ci preclude la possibilità di sovvertire il nostro destino e conoscere ciò che per noi, invece, deve restare ignoto. K. si scoprirà in un mondo nel quale tutto gli appare al rovescio, e nel quale tutti i suoi tentativi di arrivare al Castello, e di far prevalere la ragione e il raziocinio, sembrano vani e finire per portarlo solo all'autodistruzione. Il meccanismo drammaturgico è straniante e tutti gli abitanti si sforzano, ciascuno a suo modo, di organizzare macchinazioni e “teatrini” grotteschi per allontanare e dissuadere K. dal suo intento. Col contributo di musiche e sonorità originali, e sostenuto da un artigianato teatrale che vede contemporaneamente l'uso di più linguaggi (dal teatro di figura alle videoproiezioni), Il Castello di K. si connota come un'operazione unica nel suo genere, che aspira a fondere insieme più linguaggi e più piani di lettura per avvicinarsi al pubblico di tutte le età.
Prima nazionale al Teatro Stanze Segrete di Roma a partire dal 25 marzo.
INFO
Teatro Stanze Segrete
Via della Penitenza, 3 ( Trastevere )
tel. 06.6872690 / 3889246033
Botteghino: dalle 18,30 alle 21
consigliata prenotazione tel. Posti 40.
ORARIO DEGLI SPETTACOLI
Ore 21.00 feriali
Ore 19.00 domenica
PREZZI
Tessera associativa semestrale: euro 3
Biglietto d`ingresso euro 13 - ridotto euro 10.
Riduzione concessa a:
giovani fino ai 25 anni (documento di identità)
anziani dai 70 anni (documento di identità)
Professionisti dello spettacolo.
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