Recensione: LA CATTEDRALE DEI PAGLIACCI di Adriano Petta

Titolo: La cattedrale dei pagliacci
Autore: Adriano Petta
Editore: Karta
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo ebook: 3,99 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi


La cattedrale dei pagliacci di Adriano Petta è un romanzo noir con elementi tipici del thriller. La storia cardine tratta delle indagini svolte dal commissario Daniele Vilardo accompagnato dalla sua collega Sara Vulpiani per il quale prova una forte attrazione. Un serial killer si aggira tra le strade romane colpendo celebri scrittori di bestseller. Le ricerche inizialmente proseguono a rilento, con una certa difficoltà, e lo stesso commissario fa fatica a concentrarsi, poiché il suo occhio indagatore spesso è velato dai sentimenti verso Sara e l’occultamento delle prove da parte di presunti complici rende vani gli sforzi.

Al commissario restano pochi indizi, tra i quali le quattro versioni della "Cattedrale di Rouen" di Monet e l'opera lirica "I pagliacci", le cui arie dovrebbe guidarlo alla risoluzione del caso...

I personaggi interpretano un ruolo cardine all’interno del romanzo. L’autore ne descrive il lato psicologico con maestria, quasi fosse lui il terapeuta che ne analizza problemi e ossessioni. Troviamo il commissario Vilardo, un personaggio attento, meticoloso, perseverante e brillante, caratterizzato da una particolare perspicacia nell’inseguire possibili indizi per procedere con le indagini; la sua collega, persona dall’indole apparentemente tranquilla che esercita una forte influenza su Vilardo; il serial killer, di cui mi ha colpito il lento e progressivo sviluppo morale: una mente geniale che depista facilmente il commissario e manovra le storie dei protagonisti come se fossero burattini nelle sue mani. In un personaggio così negativo c’è da apprezzare una forte determinazione nel perseguire costantemente l’obiettivo, animata da uno spirito di vendetta.

Le ambientazioni le ho trovate affascinanti, su di me hanno avuto un certo ascendente. Roma, città d’arte e di cultura nasconde dietro queste belle apparenze vite spezzate e omicidi. Un luogo impregnato tanto di storia quanto di oscurità, consumata all’ombra di grandi monumenti. Lo stile dello scrittore è scorrevole, ma riesce ad evocare tutto il mistero e la suspense possibile. Inoltre si evince una certa passione e venerazione da parte sua per l’arte. Il romanzo di Adriano Petta, dunque, è un bel thriller enigmatico, impregnato di cultura e di nozioni artistiche che vanno ad arricchire il bagaglio culturale di chi legge. Consigliato a tutti gli amanti del genere!

L'AUTORE
Adriano Petta (Carpinone IS, 1945) Studioso di storia della scienza e storia medioevale. Traduce dal castigliano e collabora con Il Manifesto, dove pubblica alcuni articoli di interesse storico, e con La Rinascita della Sinistra. La sua trilogia (“Ipazia, vita e sogni di una scienziata del IV secolo” a cui si è liberamente ispirato Amenábar per il film “Agora”, “Eresia pura”, “Roghi fatui” – La Lepre Edizioni) e “Assiotea, la donna che sfidò Platone e l’Accademia” – Stampa Alternativa, sono dedicati a figure storiche che si sono battute per la libertà di pensiero e approfondiscono la tematica del conflitto tra ragione e religione. Ha appena pubblicato il romanzo storico-sociale “La profezia dei fiori”.

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