Titolo: L'anatomista delle ombre
Autore: Giulio Leoni
Editore: Nord
Pagine: 368
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 20,00 €
Recensione a cura di Luigi Pizzi
Nel suo nuovo romanzo, Giulio Leoni immerge il lettore in una Roma del 1822 cupa e febbricitante, una città che sembra vivere trattenendo il fiato mentre il Tevere trascina con sé fango, detriti e verità sepolte. Le strade, rischiarate da luci incerte, sono percorse da pattuglie e informatori; gli edifici nobiliari osservano senza esporsi; il clima politico dello Stato Pontificio, irrigidito dalla Restaurazione, permea ogni movimento e ogni sguardo. In questo tessuto urbano oppressivo, denso di inquietudine, prende forma la storia di Marzio D’Alessio, ex chirurgo dell’esercito napoleonico che porta addosso le cicatrici — fisiche e morali — della campagna di Russia. Marzio è un uomo che si tiene ai margini, nascosto dietro il lavoro presso i Sacconi Rossi, la confraternita incaricata di recuperare e dare sepoltura ai morti trascinati dal fiume. La sua quotidianità si consuma tra autopsie, rapporti da compilare e un laboratorio appartato dove, lontano da occhi indiscreti, tenta di comprendere i segreti dell’elettricità nei corpi: una linea di ricerca che attinge agli studi pionieristici di Galvani e di suo nipote Aldini, e che in quegli anni alimenta speranze, sospetti e leggende. La narrazione accelera quando dall’acqua affiora una donna morta in circostanze impossibili da spiegare con un normale annegamento. Intorno a questo evento iniziano a diffondersi sussurri: un carro funebre che compare all’improvviso sulle sponde del fiume, incontri notturni mai chiariti, accenni a figure come Cagliostro che muovono il confine tra magia e scienza. A Marzio non basta registrare ciò che vede: sente che dietro quella morte si nasconde qualcosa che riguarda non solo la vittima, ma la città intera. Al suo fianco c’è Martina, una giovane che ha conosciuto più perdite che certezze e che diventa per Marzio una presenza tanto preziosa quanto pericolosa. Il loro rapporto non è mai una semplice parentesi sentimentale: accompagna, sostiene e a volte mette in crisi l’indagine, che si snoda tra sotterranei umidi, raduni clandestini dei carbonari, taverne dove le informazioni circolano più rapidamente del vino e uffici pontifici dove basta una parola fuori posto per essere eliminati.
Leoni intreccia la finzione alla storia con un rigore notevole. I Sacconi Rossi, con le loro tuniche scarlatte e la loro missione silenziosa; la repressione feroce dello Stato Pontificio; le prove pubbliche dei galvanisti che promettevano di far “tornare il movimento” nei corpi appena giustiziati: tutto è documentato e restituito con precisione, senza però mai scivolare nella pedanteria. La Roma che emerge è un organismo vivo, composto da correnti sotterranee e tensioni interne, un corpo malato il cui battito scandisce l’intero romanzo. Anche la struttura narrativa riflette questa impostazione: il libro si muove come un’indagine scientifica ante litteram. Leoni sostituisce le deduzioni deduttive con osservazioni del corpo, indizi materiali, ferite, reazioni. È quasi un giallo forense ambientato prima che il forense esistesse. La componente sovrannaturale — presente come eco nelle superstizioni, nelle apparizioni e nei timori popolari — non domina mai la scena, ma contribuisce a creare un’atmosfera sospesa tra razionalità e meraviglia inquieta. Il cuore del romanzo resta però Marzio: un uomo diviso tra ciò che sa, ciò che teme di scoprire e ciò che vorrebbe riuscire a cambiare. Il suo rapporto con la morte non è solo professionale; è un terreno di confronto etico. Fin dove può spingersi un medico che desidera strappare i vivi all’oscurità? E quando la scienza si avvicina troppo ai confini dell’inesprimibile, chi decide qual è la linea da non superare? L’anatomista delle ombre è un’opera densa, stratificata, costruita con cura intellettuale e sensibilità narrativa. Leoni restituisce un’epoca in bilico tra superstizione e modernità, dando vita a una storia che funziona sia come thriller storico sia come meditazione sulle ombre — interiori, politiche, scientifiche — che abitano ogni essere umano.
Giulio Leoni è uno degli scrittori italiani di gialli storici e di narrativa del mistero più conosciuti all’estero, grazie in particolare alla serie dedicata alle avventure di Dante Alighieri, tradotta in tutti i maggiori Paesi del mondo. I suoi interessi vanno soprattutto agli aspetti meno conosciuti e più controversi della Storia, elementi che trasporta spesso nei suoi romanzi, dove anche le trame più sorprendenti si sviluppano su uno sfondo storico ricostruito con precisione, e in cui personaggi reali e finzione narrativa s’intrecciano, dando vita a un teatro delle ombre enigmatico e affascinante.
Autore: Giulio Leoni
Editore: Nord
Pagine: 368
Anno di pubblicazione: 2025
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Nel suo nuovo romanzo, Giulio Leoni immerge il lettore in una Roma del 1822 cupa e febbricitante, una città che sembra vivere trattenendo il fiato mentre il Tevere trascina con sé fango, detriti e verità sepolte. Le strade, rischiarate da luci incerte, sono percorse da pattuglie e informatori; gli edifici nobiliari osservano senza esporsi; il clima politico dello Stato Pontificio, irrigidito dalla Restaurazione, permea ogni movimento e ogni sguardo. In questo tessuto urbano oppressivo, denso di inquietudine, prende forma la storia di Marzio D’Alessio, ex chirurgo dell’esercito napoleonico che porta addosso le cicatrici — fisiche e morali — della campagna di Russia. Marzio è un uomo che si tiene ai margini, nascosto dietro il lavoro presso i Sacconi Rossi, la confraternita incaricata di recuperare e dare sepoltura ai morti trascinati dal fiume. La sua quotidianità si consuma tra autopsie, rapporti da compilare e un laboratorio appartato dove, lontano da occhi indiscreti, tenta di comprendere i segreti dell’elettricità nei corpi: una linea di ricerca che attinge agli studi pionieristici di Galvani e di suo nipote Aldini, e che in quegli anni alimenta speranze, sospetti e leggende. La narrazione accelera quando dall’acqua affiora una donna morta in circostanze impossibili da spiegare con un normale annegamento. Intorno a questo evento iniziano a diffondersi sussurri: un carro funebre che compare all’improvviso sulle sponde del fiume, incontri notturni mai chiariti, accenni a figure come Cagliostro che muovono il confine tra magia e scienza. A Marzio non basta registrare ciò che vede: sente che dietro quella morte si nasconde qualcosa che riguarda non solo la vittima, ma la città intera. Al suo fianco c’è Martina, una giovane che ha conosciuto più perdite che certezze e che diventa per Marzio una presenza tanto preziosa quanto pericolosa. Il loro rapporto non è mai una semplice parentesi sentimentale: accompagna, sostiene e a volte mette in crisi l’indagine, che si snoda tra sotterranei umidi, raduni clandestini dei carbonari, taverne dove le informazioni circolano più rapidamente del vino e uffici pontifici dove basta una parola fuori posto per essere eliminati.
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