L'UOMO E' BUONO di Leonhard Frank in libreria dal 3 settembre

Titolo: L'uomo è buono  
Autore: Leonhard Frank  
Editore: Del Vecchio
Pagine: 272
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 15,00 €


Il volume è il primo di una serie che presenterà al pubblico italiano la narrativa breve di Leonhard Frank, per la maggior parte inedita in Italia. Qui si raccolgono la novella La causa e la raccolta di storie brevi L’uomo è buono, per chiudere con il racconto Il ponte del destino. La causa affronta la problematica della separazione tra colpa e peccato: lo scrittore Anton Seiler uccide il suo insegnante di un tempo in un accesso d’ira: quando osserva il professor Mager umiliare e svilire con crudeltà uno studente, i ricordi dell’infanzia lo sopraffanno e lo inducono al folle gesto.
Qual è per lui la giusta condanna? Frank costruisce sulla vicenda e illumina nella narrazione del processo le storture di una società basata su un’educazione repressiva e autoritaria. L’uomo è buono porta in primo piano il tema della ribellione contro l’ingiusto ordine di uno Stato e di una società imbrigliati dalla guerra. Nel primo racconto Il padre, un cameriere di nome Robert viene descritto in pochi e sicuri tratti come un tipico borghese medio e “suddito”. Già tradotta dalla casa editrice Avanti, ma poi mai più ripresentata ai lettori italiani, qui la raccolta viene pubblicata nella forma definitiva data dall’autore. Il ponte del destino, anch’esso in prima traduzione italiana, racconta la storia della giovane Annette e della percezione del dovere. Dopo la Prima Guerra Mondiale “un mondo era stato abbattuto”, ripete Frank, e di questo mondo, si evince dai racconti, va salvata, recuperata, la bontà dell’uomo, la capacità di rialzarsi, di riprendere in mano la propria esistenza. 

Leonhard Frank nacque a Würzburg nel 1882, fu uno scrittore tedesco dai tratti stilistici oscillanti tra espressionismo e Nuova Oggettività, di fede socialista e di impostazione nettamente pacifista. Si vide costretto all’esilio fin dal termine della Prima Guerra Mondiale, dapprima in Svizzera, dove fu vicino a Hugo Ball e Hemmy Hennings tra gli altri, poi a lungo negli Stati Uniti, nel 1945 ospite di Thomas Mann. Tornò in Germania per stabilirsi a Berlino Est negli anni Cinquanta. Fino al 1952, i suoi libri, bruciati nei roghi nazisti, non furono ripubblicati in Germania. Segnalato da Heinrich Mann, nel 1957 ricevette la più alta onorificenza letteraria della DDR a cui seguì la Tolstoj–Medaille nel 1960, che si aggiungevano ad altri riconoscimenti importanti del periodo prebellico (Premio Kleist e Premio Fontane). Figura di riferimento per molti scrittori del suo tempo, tra cui Brecht, in Italia fu uno dei pochi scrittori tedeschi a raggiungere, negli anniCinquanta/Sessanta, il milione di copie vendute con i suoi romanzi, perlopiù editi da Mondadori. Molto di lui rimane non tradotto, soprattutto della narrativa breve, in cui la sua cifra stilistica raggiunge livelli di limpidezza notevoli.

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