Recensione: OVERSIGHT - I CUSTODI DELLA CHIAVE DEL PASSATO di Charlie Fletcher

Titolo: OverSight. I custodi della chiave del passato
Autore: Charlie Fletcher
Editore: Fanucci
Pagine: 524
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo copertina: 18,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

OverSight. I custodi della chiave del passato è il primo romanzo della nuova trilogia di Charlie Fletcher pubblicato da Fanucci. Il libro viene solitamente etichettato come fantasy, grazie al background di cui è dotato, fatto di creature sovrannaturali e poteri magici, ma personalmente ho trovato molto di più rispetto a quanto possa essere indicato da una semplice etichetta. Io lo definirei un libro che spazia in un mondo fantastico, misterioso, fatto di luce ed ombra; una sorta di fiaba oscura con forti richiami agli aspetti gotici.

La storia è incentrata sulle vicende dei componenti della squadra dell’OverSight, un’organizzazione segreta con il compito di proteggere gli umani privi di poteri magici, dai tumulti e dai casini degli esseri fatati, i cosiddetti Slaugh o Camminatori delle Ombre. Inizialmente questa società, celata agli occhi umani, contava molti membri, ma dopo una forte ribellione viene ridotta drasticamente ad un numero esiguo. Soltanto cinque restano in vita e hanno il compito di proteggere la misteriosa Chiave, centro focale degli equilibri tra mondo umano e mondo magico. Vivono in una casa al confine tra i due mondi paralleli ed è proprio qui che un giorno si presenta un estraneo. Nascosta in un tappeto, porta una ragazza imbavagliata che cerca di urlare e dimenarsi. Senza troppe parole la libera sotto gli occhi dei cinque componenti, che la valutano come possibile recluta, ignari dell'inganno ordito da qualcuno molto curioso di sapere cosa si nascondesse nella casa. La ragazza infatti tenterà di rubare la Chiave con conseguenze inimmaginabili per i membri dell’associazione segreta…

Per quanto riguarda i personaggi, trovo che siano ben articolati e sviluppati. Ognuno presenta una personalità diversa, e fondamentale. Non esistono ruoli o meglio personaggi principali e secondari, esiste un solo piano in cui ogni protagonista fa la propria mossa, rivelando il proprio carattere e la propria peculiarità. Sin dai primi capitoli, lo scrittore introduce tanto i buoni quanto i cattivi, accompagnati rispettivamente dai poteri personali di cui sono dotati. Per quanto riguarda invece l’immaginario chimerico, lo scrittore si rifà al folklore celtico e nordeuropeo con storie fantastiche fatte di oscurità, crudeltà ed incubi. Elementi paranormali presi in prestito dalla tradizione e dalla mitologia del suo paese d'origine.

Durante la lettura del libro, ho avuto modo di notare i vari riferimenti dello scrittore alla letteratura classica inglese; elementi che ricorrono in opere antiche e in qualche modo vengono riportati nel suo romanzo. A partire dall’ambientazione: una Londra ottocentesca caratterizzata da atmosfere cupe, feroci e pericolose in puro stile dickensiano; gli scenari oscuri ed enigmatici, presi in prestito da Arthur Conan Doyle; fino alle tematiche cardini trattate nell’opera intitolata “Jude l’oscuro” di Thomas Hardy, caratterizzate dalla critica della morale vittoriana e dalla povertà vista come ostacolo dei sogni di un uomo comune. Lo stile invece è affilato, arguto, intrigante e addirittura magico.

Consiglio questo libro a tutte le fasce d’età, poiché per le tematiche, lo stile e l’originalità, può essere letto tanto dai più giovani quanto dagli adulti.

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