Recensione: QUESTO INDOMITO CUORE di Pearl S. Buck

Titolo: Questo indomito cuore
Autore: Pearl S. Buck
Editore: Sonzogno
Pagine: 332
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo copertina: 16,00


Recensione a cura di Eleonora Cocola

Susan Gaylord vive in una tranquilla cittadina americana; sono gli anni Trenta, e la principale occupazione delle donne è quella di sposarsi e avere dei figli. Susan è una giovane donna piena di talenti: sa cucinare benissimo, suona il pianoforte con passione, è capace di cucire vestiti splendidi, sa modellare la creta creando bellissime sculture. Tutti la ammirano, ma allo stesso tempo riconoscono in lei qualcosa di diverso dalle altre, qualcosa che la distingue...

Forse è il suo talento artistico, forse è la sua semplice e disarmante schiettezza; o forse è il suo cuore indomito, incapace di accontentarsi e di accettare che non si può avere tutto dalla vita. Susan infatti è ben determinata ad avere tutto: vuole essere una buona moglie per Mark, il modesto agente immobiliare che ha sposato, un’ottima madre per i suoi figli John e Marcia; ma vuole anche portare avanti il suo talento artistico per la scultura e farne un lavoro. Quando incontra l’artista bohémien Blake conosce anche un amore così travolgente e totalizzante da essere in grado di allontanarla per un po' dalla sua arte. Ma è solo questione di tempo prima che Susan si renda conto che «il suo spirito era separato da quello di lui, i loro esseri non potevano fondersi»: nessun amore, neanche quello che prova per Blake, riesce a far sì che lei si annulli in qualcun altro. La sua personalità è troppo forte, e troppo forte è anche il suo anelito all’arte, che le fa scolpire nel marmo statue imponenti, di una bellezza primitiva, portatrici di quell’energia solida e di quella forza incrollabile che albergano nell’animo di Susan.

Con il suo indiscutibile talento narrativo Pearl S. Buck dà vita a un personaggio incredibilmente forte e originale: Susan è una donna senza malizie, la cui forza deriva dal suo essere saldamente votata alla verità, che lei affronta e dice sempre, senza eccezioni. È anche questa sua naïveté, insieme al suo temperamento spiccatamente artistico e alla sua ambizione, a renderla così diversa dagli altri, e, in qualche modo, a isolarla. La protagonista affronta un dilemma senza tempo, la difficoltà per una donna di conciliare amore, famiglia e lavoro; una difficoltà reale anche ai giorni nostri, ma che nel periodo in cui il romanzo è ambientato era qualcosa di completamente nuovo: questo rende il personaggio di Susan pionieristico e coraggioso nella sua determinazione ad avviare una carriera artistica, un campo ancora più di altri di appannaggio tutto maschile!

Oltre a ciò, Susan si rende perfettamente conto che il suo talento fuori dal comune e la sua ambizione la rendono un poco invisa alle altre donne: non esplicitamente, ma sta di fatto che tra lei e le amiche, la sorella, la figlia, c’è come una barriera, qualcosa che le tiene lontane. Gli uomini, dall’altra parte, quando non si sentono alla sua altezza (come Mark) sono infastiditi dal suo talento o se ne sentono minacciati: «Accidenti, tre volte accidenti che questo talento sia stato dato a una donna!» esclama ad esempio il suo maestro David Barnes. Niente di tutto questo però scoraggia l’indomita Susan, che del proprio talento è profondamente convinta, e che nella propria arte trova e definisce la sua identità.

L'AUTRICE
Pearl S. Buck (Hillsboro, 26 giugno 1892 – Danby, 6 marzo 1973), è stata una scrittrice statunitense estremamente prolifica: ha pubblicato più di 80 opere tra romanzi, saggi, biografie e racconti. In bilico tra oriente e occidente, ha ambientato il suo romanzo più celebre, La buona terra (vincitore del Premio Pulitzer nel 1931) in Cina, paese del suo cuore e della sua infanzia. Nel 1938 conseguì il premio Nobel per la letteratura.

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