Recensione: DROW di Simon Rowd

Titolo: Drow
Autore: Simon Rowd
Editore: Mondadori Electa
Pagine: 405
Anno di pubblicazione: 2015 

Prezzo copertina: 12,90 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Drow è il primo capitolo dell’omonima saga urban fantasy scritta da Simon Rowd. A molti di voi suonerà familiare poiché dal self-publishing approda nelle librerie grazie a Mondadori che lo rilancia nella neonata collana Electa Young. Il romanzo unisce vari generi: dal fantasy allo sci-fi al thriller. Premetto che non sono rimasta molto entusiasta di questo romanzo, poiché inizialmente risulta statico e stereotipato. Il protagonista Eric è apparentemente un ragazzo
come gli altri: bello, affascinante, il classico bad boy che fa cadere tutte le ragazze ai suoi piedi.

È cresciuto in campagna e sta frequentando l’università, cercando di vivere la sua vita in maniera normale, per quanto l’impeto selvaggio e violento che cerca di farsi strada dentro di lui glielo permette. Un’entità oscura lo consuma e lo spinge ad atti irascibili e ad una freddezza spietata. Per molti appare come qualcuno con problemi psicologici, ma in realtà è un Drow, ossia un elfo oscuro. Tutto cambia quando incontra Sophie, una ragazza timida e problematica a causa delle tante delusioni subite. Quest’ultima ha eretto una barriera verso le persone, così da non permettere a nessuno di avvicinarsi. L’unico in cui ripone la sua fiducia è Jimmy, il suo migliore amico, un altro “handsome boy” dall’occhiolino facile. Come è possibile immaginare, l’amore tra Eric e Sophie scatta come una scintilla e buonanotte a tutte i risentimenti, i timori e le barriere.

Fin qui nulla di nuovo, e per tre quarti del libro vi risulterà monotono e già “visto”. Fortunatamente il romanzo si riprende nella parte finale quando, a causa del passato e della natura di Eric, la storia si anima e viene condita da adrenalina e pathos. Non a caso il protagonista viene posto difronte ad una scelta: assecondare il suo Io più recondito, glaciale, pericoloso e letale; o combattere contro se stesso per poter avere un futuro con Sophie. Il romanzo si chiude con un finale inaspettato che in qualche modo smorza i toni piatti e monocordi dell’inizio, e lascia una grande curiosità sul futuro dei protagonisti.

Lo stile è diretto, semplice e fresco, e si scorge un’ottima padronanza della lingua italiana. Nonostante i modelli convenzionali e standardizzati che ci presenta, all’autore va riconosciuto il merito di inserire in modo armonico figure fantasy come i Drow (di cui non avevo mai letto nulla) in contesti urbani attuali. Infine a fare da sfondo al romanzo vi sono diverse tematiche: la discriminazione, l’odio, l’appartenenza sociale ad un gruppo e le difficoltà legate all’adattamento.

Un romanzo fantasy condito da sfumature romance che consiglio alla sfera giovanile. 

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