Recensione: CONFESSIONE DI UN GIOVANE di George Moore

Titolo: Confessioni di un giovane
Autore: George Moore
Editore: Castelvecchi
Pagine: 192
Anno di pubblicazione: 2016

Prezzo copertina: 17,50 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Le Confessioni di un giovane è una raccolta di racconti autobiografici e poesie di George Moore. Uno specchio fedele dell’immagine dell’autore e della sua complessa, tormentata e dolente anima. Questa raccolta personale ci mostra come l’autore percepisce la sua giovinezza in modo paganeggiante, “…un dono elargito da qualche dio potente, capriccioso, suntuoso e ironico…”, e di come esalti inizialmente la bellezza antica e la
civiltà pagana.

George Moore (1852-1933) - Édouard Manet
L'autore ci parla dell’ambiente letterario e artistico di Parigi che lo ha spiritualmente formato nell’800. Assiste alla nascita e alla formazione della generazione degli “ismi” - Simbolismo, Realismo e Impressionismo, descrivendoli come “egualmente legittimi ed egualmente arbitrari, ma espressivi di quella scontentezza del cuore e del cervello”. Ama e comprende Parigi. Il suo ardore lo trasmette tanto nei semplici gesti quotidiani, come il passeggiare lungo le strade parigine, quanto nella descrizione delle correnti letterarie e artistiche che lo investono. Un amore viscerale e profondo per un luogo ricco di cultura, aperto a nuove realtà e all’avanguardia. E ancora, assistiamo agli sfoghi di Moore in seguito al suo ritorno in Inghilterra, dove l’arte e i dettami sociali gli appaiono goffi e stupidi. Attacca con ironia e paradossi sia la letteratura che la società britannica, e finisce per essere definito eversore. Lo stesso scrittore ci dice che le confessioni non sono altro che l’elenco dei suoi fallimenti come pittore, giornalista, romanziere e critico, perché incapace di obbiettività e oggettivazione a causa della sua musa interiore che gli impone uno sfogo soggettivo e autobiografico. Ci troviamo, perciò, difronte a rimpianti, aspirazioni e sentimenti tipici dello spirito romantico, in cui l’animo di Moore trova conforto.

Lo stile di Moore presenta caratteristiche tipiche dell’età ottocentesca come eleganza e artificiosità, ma allo stesso tempo il suo linguaggio è ricco di ironia e sottile sarcasmo. La raccolta fa emergere la personalità multiculturale dell'autore, a dispetto dello spirito patriottico e dell’attaccamento delle popolazioni scozzesi e irlandesi ai propri usi e costumi. Anzi, da irlandese doc diventa scrittore e maestro di stile inglese e venera e respira la cultura francese, abbattendo le invisibili barriere tradizionalistiche che dividevano il mondo durante la sua epoca. Un libro interessante, consigliato a chi vuole scoprire la personalità di questo eclettico scrittore irlandese.

L'AUTORE
George Moore (1852 – 1933), nato in Irlanda, si recò giovanissimo in Francia col proposito di darsi alla pittura. A Parigi conobbe e strinse amicizie con gli emergenti impressionisti. La sua opera letteraria ha influenzato profondamente la narrativa del Novecento, da Joyce a Salinger. Dei romanzi tradotti in italiano ricordiamo Esther Waters e Ricordi della mia morta vita. Suo anche il racconto The Singular Life of Albert Nobbs da cui nel 2011 è stato tratto il film Albert Nobbs. 

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