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Recensione: IL GIOCO DEGLI ARCANI di Barbara Frale

Titolo: Il gioco degli arcani
Autore: Barbara Frale
Editore: Centauria
Pagine: 250
Anno di pubblicazione: 2016

Prezzo copertina: 15,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi


In una Roma medievale governata da uno dei pontefici più controversi e discussi del medioevo, Bonifacio VIII, i cittadini sono in fomento per il primo Giubileo della storia. La città però, in preda ad una febbrile smania di preparativi e al delirio generale di un evento di grande portata, diventa lo scenario perfetto per un omicidio. Giovanna Savelli, una delle nobildonne più importanti di Roma, viene avvelenata e la principale indiziata risulta essere Immacolata Colonna, appartenente ad
una famiglia apertamente ostile al papa.

Castel Sant'Angelo (Roma)
Quest’ultimo onde evitare lo scatenarsi di una rivolta, decide di affidare le indagini agli Sherlock Holmes e John Watson dell’epoca: Madre Benedetta Petrocomite, badessa di San Silvestro, e Crescenzio Caetani, nipote del papa, nonché aspirante medico. Grazie all’acutezza d’intelletto e alla determinazione dei due personaggi prescelti, si delineano ben tre ipotetiche piste. La prima conduce alla pupilla dei Colonna, che dietro il suo misterioso fascino cela affari di cuore poco chiari; la seconda, arriva direttamente alla porta di una enigmatica zingara appartenente al popolo dei mori, di nome Zaira, le cui dicerie sostengono che il mazzo di carte di sua proprietà dispensi morte; ed infine l’ultima, passa per una tortuosa strada che conduce al giardino di Arnaldo di Villanova, medico del papa, poco incline alla frivolezza. Chi sarà l’assassino? Qualcuno tra i tre indiziati o completamente estraneo alle ricerche?

Bonifacio VIII
Con uno stile ricercato, accurato e a tratti arzigogolato, Barbara Frale descrive con minuzia di particolari scenari, odori, suoni, usi e costumi; ci riporta i pensieri, i modi di agire, le preoccupazioni e il lato umano di personaggi storici realmente esistiti; restituisce al lettore un quadro storico dettagliato e affascinante, lontano dai classici stereotipi negativi che accompagnano la definizione stessa di Medioevo. Di fittizio c’è ben poco. L’autrice narra di delitti e complotti tipici di un’epoca governata dalla Chiesa e spaccata in due dalle controversie che vedevano protagonisti uno stato che ormai si avviava a diventare laico, ed un papa che si opponeva con forza ai mutamenti, cercando al contempo di ristabilire il suo primato. Il testo è arricchito da passi di canzoni appartenenti al folklore siciliano e ai canti danteschi. Barbara Frale, unendo il rigore dello storico con la passione del romanziere, firma un intrigante giallo che ti fa immergere nel passato e ti tiene incollato alla storia fino all'epilogo. Consigliato.

L'AUTRICE 
Barbara Frale, nata a Viterbo nel 1970, è una storica medievista dell’Archivio Segreto Vaticano. Esperta di scritture e documenti antichi, ha pubblicato diversi saggi scientifici sui Templari, la Sindone di Torino e le discusse dimissioni di papa Celestino V. È anche autrice di romanzi storici ispirati alle fonti originali che rappresentano il suo normale ambito di lavoro, tra cui La lingua segreta degli dei (2012). 

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