Recensione: MARTIN MYSTERE. LE NUOVE AVVENTURE A COLORI

Titolo: Martin Mystère. Le nuove avventure a colori
Autore: AA. VV.
Editore: Sergio Bonelli
Anno di pubblicazione: 2016

Prezzo copertina: 2,00 €


Martin Mystère. Le nuove avventure a colori è un’inedita miniserie (a colori) dedicata al personaggio storico bonelliano, che affianca la serie regolare. Non si tratta di un rebook, né di un remake, quanto piuttosto di un reengineering, ovvero una riprogettazione della serie e del personaggio che tiene conto delle odierne tecniche narrative e grafiche. Protagonista è ovviamente Martin Mystère, un trentacinquenne che non fa più il Detective dell’Impossibile (e non ci è dato saperne il motivo), ne conduce un programma televisivo. Non vive a New York ma a Firenze, dove si dedica al recupero di preziose opere
d’arte smarrite. Il carattere del personaggio rimane fondamentalmente lo stesso: non mancano la sua sottile ironia e la sua smisurata genialità, anche se risulta meno logorroico e più professionale.

Cambiamenti importanti, però, sono stati apportati ai personaggi secondari: il neandertaliano Java è stato sostituito dalla figura meno ingombrante e rude di Max, un uomo nerboruto che ha visitato mezzo mondo; Diana Lombard non è la moglie di Martin ma solo l’assistente di Arianna Doria, curatrice degli Uffizi, affascinante e paralitica, nonché nuova relazione di Martin; Sergej Orloff, acerrimo nemico dell’ex detective, è stato ringiovanito e privato di maschera di metallo e uncino che lo caratterizzavano negli albi in bianco e nero. I primi due volumi della nuova serie, intitolati rispettivamente Ritorno all’impossibile e L’elmo di Scipio, sono un omaggio alla città di Firenze e all’arte italiana, in quanto Martin Mystère si ritrova invischiato nel recupero di due opere d’arte importanti. Nel primo episodio, Martin viene incaricato di recuperare un disegno preparatorio per l’affresco della battaglia di Anghiari di Leonardo Da Vinci, creduto scomparso. Durante l’intero corso della storia viene coinvolto in una rissa, affronta Orloff -un golem mostruoso, trova un misterioso manufatto e fugge da un demone. Nel secondo episodio, invece, Martin dovrà affrontare una serie di creature sovrannaturali come vampiri nazisti, licantropi, zingari e mummie, ed esperienze mistiche ed extracorporee, tutto per recuperare un elmo appartenuto ad un condottiero romano.

Le sceneggiature meno descrittive e più brevi, sono state affidate ai Mysteriani, un gruppo di autori comprendente Andrea Artusi, Diego Cajelli, Ivo Lombardo, Enrico Lotti e Andrea Voglino; i disegni a Fabio Picentini; i colori interni e la copertina a Daniela Rudoni. Le nuove avventure a colori risultano belle, divertenti, stimolanti e scorrevoli grazie al connubio tra un testo diretto e per niente arzigogolato e dei disegni caratterizzati da colori forti, vivi e accesi. Molte sono le scene di azione e di adrenalina che si sposano perfettamente con gli scenari di fondo, i quali richiamano in modo realistico la bellezza di Firenze. Le differenze con il classico fumetto sono tangibili e visibili, tanto nei personaggi quanto nella storia, ma non disturbano il nuovo equilibrio narrativo e grafico che, a mio avviso, può rappresentare un modo innovativo per introdurre i giovani di oggi al mondo mysteriano. Martin Mystère, quindi, si mette al passo con i tempi, rinnova il suo background e apre le porte ad una nuova era fumettistica. Lo consiglio assolutamente!

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