Recensione: Omicidio sul ghiacciaio, di Lenz Koppelstatter

Titolo: Omicidio sul ghiacciaio
Autore: Lenz Koppelstatter
Editore: Corbaccio
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo copertina: 16,90 €


Recensione a cura di Mario Turco

Un debutto fortunato e alquanto programmatico quello di Lenz Koppelstatter nella narrativa gialla con questo “Omicidio sul ghiacciaio”, titolo probabilmente imposto dalla Corbaccio che l’ha pubblicato quest’estate continuando la sua meritoria politica di attenzione verso gli esordienti. Fortuna e programmaticità che arridono sin dalla primaria scelta di omaggiare la gloriosa tradizione dei thriller a sfondo più esotico possibile con l’inserimento in copertina di un posto così lontano nelle nostre menti dalla violenza criminale e che, al contempo, riesce a stuzzicare la curiosità del lettore verso un ambiente abitato quasi sempre da uomini che rivolgono le loro attenzioni
naturalistiche alla montagna.

Val Senales - Alto Adige
La storia del romanzo si svolge infatti nella Val Senales, amena conca incastrata tra le splendide vette dell’Alto Adige, improvvisamente sconvolta dall’omicidio dell’eremita Sattler, auto-esiliatosi a condurre un’esistenza spartana nei boschi. Ad indagare sulla sua morte saranno il commissario Grauner, nativo del posto, e l’ispettore Saltapepe, in esilio quasi forzato su quelle terre così lontane fisicamente e culturalmente dalla partenopea città d’origine. Lenz Koppelstatter sceglie innanzitutto di partire da uno schema classico, quello della coppia di opposti che dovranno appianare le loro divergenze per venire a capo dell’intrigo. Saltapepe ha quasi tutti i modi del campano verace, compreso un rifiuto ostinato verso quelle montagne dove continua a sentirsi come uno straniero. Grauner dal canto suo è invece perfettamente inserito in quella dimensione tanto da avere un maso di sua proprietà e fare il contadino nelle molte ore che la sonnolenta attività di tutore dell’ordine di un paesino gli lascia libere. 

L’occhio esterno del poliziotto meridionale è in realtà anche uno stratagemma usato per spiegare ad un’ampia fascia di ignari lettori le usanze, i modi di vivere, il retaggio di un territorio che ha le caratteristiche di un vero e proprio enclave tedesco all’interno dello Stato italiano. È proprio in questa lontananza dalla società del Belpaese che si manifesta l’inevitabile approssimazione di Koppelstatter nella descrizione di tutto ciò che sta fuori la provincia autonoma di Bolzano. L’ispettore Saltapepe è descritto come una macchietta e possiede tutti i crismi del napoletano DOC: dal Dio Maradona al cappuccino mai più tardi di mezzogiorno, nel personaggio l’autore si diverte a convogliare una sfilza di luoghi comuni la cui insistita perpetuazione fa temere che egli creda davvero che un abitante della capitale del fu regno borbonico non possa essere anche altro da ciò che si vede nelle odierne serie tv. Molto più carezzevole il trattamento riservato al protagonista, il commissario Grauner, ritratto fin dentro il suo focolare domestico con l’amata moglie Alba. Le sue bizze da uomo fieramente antiquato, rimasto ancorato a valori sani sono descritte con un grado di empatia che non si fa fatica ad immaginare appartengano anche in fieri al più giovane scrittore.

Verona
Dicevamo all’inizio della programmaticità dell’esordio di Koppelstatter e nell’uso di questo sostantivo non sta racchiusa nessuna sfumatura negativa. “Omicidio sul ghiacchiaio” è infatti un giallo finemente intagliato che sfrutta con maestria tanti cliché del genere lavorandovi sopra con la misura dello specialista. Si concentra moltissimo sui personaggi e dona anche a quelli secondari caratteristiche di verosimiglianza psicologiche. Fa inoltre dell’atipico scenario innevato il punto nevralgico della storia senza fossilizzarsi in unico set ma allargando all’intera ragione il campo d’indagine, fino ad arrivare anche alla veneta Verona. Lo scrittore altoatesino è così sicuro dei suoi mezzi che non teme di far sviluppare un romanzo lungo comunque più di 200 pagine su un solo caso di omicidio scegliendo con molta saggezza di evitare improbabili colpi di scena o allungare la scia di sangue. Se la Rai scegliesse di opzionare un prodotto scritto così bene e con un’ambientazione che si presta molto bene ad allietare gli occhi degli spettatori, (un’operazione speculare, per intenderci, al caso di scuola de Il commissario Montalbano) non ne saremmo affatto stupiti.

L'AUTORE
Lenz Koppelstätter è nato nel 1982 a Bolzano ed è cresciuto in Alto Adige. Dopo gli studi di scienze politiche a Bologna e di scienze sociali a Berlino ha frequentato la scuola di giornalismo a Monaco. Ha collaborato con testate come «Tagesspiegel», «Zeit Online», il settimanale «Zitty» e altre riviste. «Omicidio sul ghiacciaio» è il suo primo romanzo.

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