Recensione: Penelope Poirot e l'ora blu, di Becky Sharp

Titolo: Penelope Poirot e l'ora blu
Autore: 
Becky Sharp
Editore: Marcos y Marcos
Pagine: 302
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo copertina: 18,00 €


Recensione a cura di Marika Bovenzi

Ritorna sulle scene editoriali italiane Penelope Poirot, una detective tutto pepe scaturita direttamente dalla penna di Becky Sharp, un’autrice che nei suoi scritti richiama quel sapore classicista, noir e nostalgico tipico di Agatha Christie. Tutto è ambientato nelle terre nostrane e più precisamente a Corterossa, un piccolo luogo paradisiaco tra Liguria e Toscana. Qui Francis Travers, amico e confidente di Penelope, invita quest’ultima e la sua segretaria Velma alla presentazione editoriale di un’esperta di studi folkloristici. L’evento ruota intorno al mondo fantastico e fatato presente a Corterossa e Penelope non potrebbe essere più intrigata di così, se non fosse che la sua
esultanza viene smorzata dalla sua serissima segretaria Velma. 

La donna ha dei ricordi passati ambientati proprio in quel luogo, ricordi che riaffiorano non appena vede Sveva la sua compagna di giochi d’infanzia e sua figlia Viviana, una ragazza che da due anni non proferisce parola. Entrambe lavorano dalla Signora del borgo, Edelweiss Gastaldi, una donna che grazie ai suoi atteggiamenti si è meritata il soprannome di Strega. Tutto sembra tranquillo e apparentemente legato soltanto da un filo rosso ad un passato difficile, ma la situazione precipita quando durante la festa di compleanno di Edelweiss, organizzata sulle rive del lago durante l'ora blu (il crepuscolo), suo marito, il principe consorte Bebe Massone cade a terra morto, apparentemente a causa di un infarto. Subito entra in azione Penelope che comincia ad indagare su tutti i presenti alla festa, compresa Velma. Tra indagini in cui scopre che tutti provavano del rancore verso la vittima, segreti celati, fatti passati disseppelliti e il tempo che scorre inesorabile, la nostra protagonista dovrà fare luce su un nuovo caso e dare un po’ di serenità alla mente turbolenta della sua segretaria.

Lo stile è semplice e si mescola ad un linguaggio diretto e ad una narrazione abbastanza lenta, ma non noiosa. Personalmente, penso che il punto focale del libro risieda proprio nella contrapposizione diretta delle tre protagoniste femminili: da Penelope, una donna briosa, acuta, determinata e fin troppo diretta; a Velma, la segretaria seria e incorruttibile; all’antagonista per eccellenza, la signora Edelweiss Gastaldi, algida, altezzosa e sprezzante. Inoltre, la divisione strutturale del libro in due parti, ci permette di avere una visione d’insieme sia degli antefatti, sia delle vicende accadute: la prima parte va ascritta a Velma, in cui racconta al lettore dei personaggi incontrati a Corterossa, delle vicende passate e della morte del principe consorte; nella seconda, il testimone passa a Penelope che ha il compito di investigare sulle circostanze che hanno condotto alla morte la vittima e di fare chiarezza sui misteri che lambiscono il castello.

In conclusione, un romanzo da consigliare a tutti gli appassionati dei gialli classici e agli amanti dei noir dal sapore melanconico.

LIBRI & CULTURA CONSIGLIA...