Titolo: Il secondo lavoro di Babbo Natale
Autore: Michele D'Ignazio
Editore: Rizzoli
Pagine: 88 ill.
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo copertina: 15,00 €
Recensione a cura di Marika Bovenzi
La casa editrice Rizzoli in quanto a libri illustrati, non si smentisce mai e non poteva essere da meno Il secondo lavoro di Babbo Natale, un racconto moderno scritto da Michele D’Ignazio e illustrato da Sergio Olivotti. Tutto ha inizio un giorno, quando il Super Direttore delle Poste Internazionali, licenzia Babbo Natale, sostenendo che fosse troppo vecchio e lento per smistare i regali in tutto il mondo. L’uomo bonario in rosso si ritrova così senza il lavoro di una vita, e alla prese con una serie di annunci lavorativi strani: tenta dapprima di diventare un cameriere, ma la sua mole gli impedisce di girare tra i tavoli; poi accetta di fare l’animatore, ma si scopre troppo vecchio per quel mestiere; e ancora, si propone come operatore di call center, però non riesce proprio a non accettare le richieste dei clienti. Quando ormai sembra disilluso e disperato, gli viene proposto di diventare un netturbino, un lavoro che in qualche modo seguiva lo stesso andamento di quello vecchio, per altro al servizio della società.
Autore: Michele D'Ignazio
Editore: Rizzoli
Pagine: 88 ill.
Anno di pubblicazione: 2019
Prezzo copertina: 15,00 €
Recensione a cura di Marika Bovenzi
La casa editrice Rizzoli in quanto a libri illustrati, non si smentisce mai e non poteva essere da meno Il secondo lavoro di Babbo Natale, un racconto moderno scritto da Michele D’Ignazio e illustrato da Sergio Olivotti. Tutto ha inizio un giorno, quando il Super Direttore delle Poste Internazionali, licenzia Babbo Natale, sostenendo che fosse troppo vecchio e lento per smistare i regali in tutto il mondo. L’uomo bonario in rosso si ritrova così senza il lavoro di una vita, e alla prese con una serie di annunci lavorativi strani: tenta dapprima di diventare un cameriere, ma la sua mole gli impedisce di girare tra i tavoli; poi accetta di fare l’animatore, ma si scopre troppo vecchio per quel mestiere; e ancora, si propone come operatore di call center, però non riesce proprio a non accettare le richieste dei clienti. Quando ormai sembra disilluso e disperato, gli viene proposto di diventare un netturbino, un lavoro che in qualche modo seguiva lo stesso andamento di quello vecchio, per altro al servizio della società.
Così, Babbo Natale comincia un nuovo mestiere e ogni sera dalle ventidue, sino al mattino all’alba raccoglie tutti i rifiuti da riciclare. Ad accompagnarlo in questa avventura, ritrova anche la Befana, addetta con le sue magiche scope a pulire velocemente le strade delle città. Mentre i due vecchietti si reinventano, accanto a Babbo Natale, si trasferisce Bice, una signora che sin da bambina aveva inviato lettere all’uomo in rosso che, dal canto suo non aveva mai risposto. Si scopre così che il Super Direttore aveva archiviato la sua corrispondenza come sogni impossibili, rinviandola al mittente originale. E come se non bastasse, per essere al passo con la modernità ufficializza il licenziamento di Babbo Natale e sostituisce le renne con dei droni per consegnare i regali in tutto il mondo.
Lo stile dell’autore è semplice e il linguaggio diretto e facilmente comprensibile. Personalmente, ho apprezzato tantissimo questo scritto poiché a mio parere, l’autore ci dimostra come la società odierna sempre più all’avanguardia, stia sostituendo la tradizione con la tecnologia; e come inevitabilmente, i bambini siano meno attratti dallo spirito natalizio e più verso il consumismo. Per quanto riguarda il personaggio principale, ovvero Babbo Natale, ci viene presentato in chiave tragicomica: un vecchietto abbandonato dalla società circostante che, ad un’età avanzata si ritrova a reinventarsi pur di sopravvivere ai cambiamenti. Infine, non posso non citare le illustrazioni, delle caricature dai tratti semplici che fanno sorridere e rallegrare.
In conclusione, è un libro interessante adatto sia ai bambini che agli adulti.
In conclusione, è un libro interessante adatto sia ai bambini che agli adulti.
L'AUTORE
Michele D'Ignazio è nato a Cosenza nel 1984. È autore della serie long-seller di “Storia di una matita”, che ha conquistato tanti bambini, divenendo una delle letture di narrativa preferita nelle scuole, e di “Pacunaimba”, un romanzo avventuroso alla scoperta del Brasile più nascosto. A novembre 2019 “Il secondo lavoro di Babbo Natale”, con le illustrazioni di Sergio Olivotti. Tutti i suoi libri sono pubblicati da Rizzoli. Tanti i progetti paralleli alla scrittura: oltre ai numerosi incontri nelle scuole e ai progetti radiofonici creati con i bambini (come “La radio nello zaino”), da “Storia di una matita” è nato uno spettacolo teatrale che, con la compagnia Aiello, viene portato in scena nelle scuole e nei teatri di tutta Italia e ha visto, ad oggi, più di 600 repliche. È direttore artistico del festival “B-Book. Un mondo di arte e letteratura per bambini e ragazzi”, che si tiene ogni primavera presso la Città dei ragazzi di Cosenza. D’estate gestisce una locanda nel centro storico di San Nicola Arcella, sull’alto Tirreno calabrese.
Michele D'Ignazio è nato a Cosenza nel 1984. È autore della serie long-seller di “Storia di una matita”, che ha conquistato tanti bambini, divenendo una delle letture di narrativa preferita nelle scuole, e di “Pacunaimba”, un romanzo avventuroso alla scoperta del Brasile più nascosto. A novembre 2019 “Il secondo lavoro di Babbo Natale”, con le illustrazioni di Sergio Olivotti. Tutti i suoi libri sono pubblicati da Rizzoli. Tanti i progetti paralleli alla scrittura: oltre ai numerosi incontri nelle scuole e ai progetti radiofonici creati con i bambini (come “La radio nello zaino”), da “Storia di una matita” è nato uno spettacolo teatrale che, con la compagnia Aiello, viene portato in scena nelle scuole e nei teatri di tutta Italia e ha visto, ad oggi, più di 600 repliche. È direttore artistico del festival “B-Book. Un mondo di arte e letteratura per bambini e ragazzi”, che si tiene ogni primavera presso la Città dei ragazzi di Cosenza. D’estate gestisce una locanda nel centro storico di San Nicola Arcella, sull’alto Tirreno calabrese.