Recensione: Huck Finn nel West, di Robert Coover

Titolo:
Huck Finn nel West
Autore: Robert Coover
Editore: NNE
Pagine: 364
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo copertina: 19,00 €

Recensione a cura di Daniela

Le avventure di Tom Sawyer e Huckleberry Finn, portano i due straordinari protagonisti nel Far West, dove incombe la Guerra di secessione americana, combattuta tra gli Stati del Nord che volevano abolire la schiavitù e gli stati del Sud che volevano invece mantenerla. Dopo aver cavalcato insieme sulle rotte del Pony Express, Tom decide di abbandonare l'avventura per sposare Becky Thatcher, una sua vecchia fiamma ed inseguire la sua vocazione per il potere. Rimasto solo, Huck si dedica ai lavori più disparati, acquisendo esperienza nella doma di cavalli selvaggi, grazie alla quale riesce a farsi una certa nomea ma attirando anche l'attenzione dei suoi acerrimi nemici, come il capitano Culo Tosto, che ama perseguitare i temibili guerrieri Lakota, una tribù di nativi americani, impiccando chiunque si rifiuti di assecondare i suoi ordini.


Eì proprio uno dei Lakota a salvare la vita di Finn, quando viene morso da un serpente velenoso e quel salvataggio diventa il pretesto per la nascita di un'amicizia sincera e duratura. Finn resta per qualche tempo con la tribù, cavalcando e imparando a vivere secondo le loro tradizioni. Grazie ad Eeteh, il suo salvatore, impara un po' del loro linguaggio, soprattutto ascoltando i racconti sui Grandi Spiriti che il suo nuovo amico ama tanto raccontare. Inseguito dal capitano Culo Tosto, si dirige verso le Colline Nere, cavalcando con il suo fidato Ne Tongo, un cavallo selvaggio che è riuscito a domare, fino a Deadwood Gulch, dove decide di restare per lungo tempo, in attesa di ricongiungersi con l'amico Lakota. La vita al Gulch non è facile, ma Finn si sente a casa, almeno fino a quando non iniziano ad arrivare i migranti, attirati dalla crescente ricerca dell'oro, trasformando il Gulch in un paesino caotico in continua espansione, incentivata anche dall'arrivo inaspettato di Tom, che si proclama Sindaco-governatore Deadwood Gulch. I due amici ritrovati passano molto tempo insieme, ma Finn, nonostante il bene che li lega, capisce che ormai non cavalcano più sulla stessa lunghezza d'onda e non smette mai di sperare nel ricongiungimento con Eeteh, tenendo vivo il desiderio di migrare verso il Messico alla ricerca di nuove avventure.


Il romanzo è ambientato durante la guerra civile americana, combattuta tra il 1861 ed il 1865, tra gli Stati Uniti d'America e gli Stati Confederati d'America. La cornice è quella del selvaggio West, che appare in tutta la sua durezza, affascinante, ma terribilmente pericoloso, una terra in cui gli uomini vivevano secondo le proprie leggi e per sopravvivere era necessario avere una buona dose di scaltrezza e un grande spirito di adattamento. Il linguaggio usato è forbito ed estremamente empirico, la narrazione in prima persona rende la storia particolarmente suggestiva, offrendo al lettore la possibilità di cavalcare in groppa al maestoso Ne Tonga, mentre il roboante suono dei tamburi accompagna le avventurose vicende che si svolgono tra una sparatoria notturna e un brindisi al whiskey nella taverna del vecchio Zeb, giù al Gulch, dove è sempre meglio dormire con un occhio aperto, poiché ogni istante può essere l'ultimo e gli amici, il giorno seguente, potrebbero diventare i tuoi peggior nemici.

Robert Coover (1932) è autore di romanzi e raccolte di racconti, ed è considerato uno dei padri del postmoderno americano. Ha insegnato per più di trent’anni alla Brown University, dove ha fondato l’International Writers Project, un programma rivolto a scrittori internazionali perseguitati per le loro idee e i loro scritti. Con il suo primo romanzo, The Origin of the Brunists, ha ricevuto il William Faulkner Foundation First Novel Award, e con The Public Burning (1977) è stato finalista al National Book Award. NNE pubblicherà anche il suo romanzo Huck Out West.

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