Recensione: L'armata degli eroi, di Joseph Kessel

Titolo:
L'armata degli eroi
Autore: Joseph Kessel
Editore: TimeCrime
Pagine: 208
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo copertina: 12,00 €

Recensione a cura di Daniela

Siamo nel 1943, la Francia è governata dalla Repubblica di Vichy, un regime collaborazionista nato all’indomani della resa del paese ai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Philippe Gerbier è uno dei membri della Resistenza francese, un tempo ingegnere, che viene sospettato di "pensieri gollisti" e quindi arrestato dalla polizia di Vichy per essere rinchiuso in un campo di concentramento. Consegnato dalle autorità francesi alla Gestapo, la polizia segreta nazista, Gerbier riesce a scappare tornando a capo della sua rete. Con l'aiuto del suo braccio destro Félix e del Bisonte, Philippe identifica un ex compagno di lotta come traditore ed insieme a Claude Lemasque, un giovane attivista, si occupano di giustiziarlo.


Subito dopo Félix incontra un ex compagno di squadra, Jean-François Jardie che decide di unirsi alla Resistenza. Durante la sua prima missione a Parigi, Jean-François incontra Mathilde che, sotto le spoglie di una casalinga anonima, diventa di fatto il fulcro della rete Gerbier, all'insaputa del marito e della figlia. Dopo varie missioni, Jean-François fa una visita a sorpresa al fratello maggiore Luc, soprannominato Saint-Luc, che conduce una vita colta e contemplativa nella sua dimora; non vedendo suo fratello da molto tempo e non sentendosi più abbastanza vicino a lui, Jean-François resiste alla tentazione di fargli sapere del suo impegno, senza sapere che proprio suo fratello nasconde il più pericoloso dei segreti...


Ambientate in Francia e a Londra, tutte le storie contenute nel libro sono narrate in terza persona da Gerbier, che mostra un quadro ampio e variegato della vita segreta delle persone che si opposero con tutte le loro forze all'occupazione nazista. La prospettiva di vita dei membri della Resistenza non era molto elevata, così come quella dei cittadini collaborazionisti, ma ognuno di loro era pronto a morire per la patria mosso da un odio profondo verso gli invasori. L'autore ci mostra le crudeltà alle quali il popolo francese era costretto a soccombere, covando un risentimento sempre più profondo, portando gli stessi protagonisti ad agire freddamente inseguendo uno spirito primitivo insito nell'animo di ognuno, ma rimasto fino a quel momento latente.


Il linguaggio usato è limpido ed esplicito, non lascia spazio ad interpretazioni, un pensiero avvallato anche dai molteplici dialoghi tra i personaggi che, attraverso le parole, includono il lettore agli eventi riportati. Per mezzo dei sabotaggi, della stampa e distruzione di giornali clandestini, esecuzioni ed azioni di spionaggio, ogni personaggio del libro diventa un inno alla libertà, dove l'identità di ognuno viene interamente annullata per lasciare spazio ad una lotta, oltre che all'invasore, contro la propria coscienza e le proprie convinzioni.

L'AUTORE
Joseph Kessel nacque a Villa Clara, Entre Ríos in Argentina, il 10 febbraio 1898. Visse i primi anni della sua infanzia a Orenburg, in Russia, finché la famiglia si trasferì in Francia. Studiò a Nizza e a Parigi, e si arruolò nell’aviazione francese durante la prima guerra mondiale. Nel 1943 Kessel assieme a suo nipote Maurice Druon scrisse il Chant des Partisans, che, con la musica di Anna Marly, fu usato come inno dalla Resistenza francese durante la Seconda guerra mondiale. Fu membro dell’Académie française dal 1962 fino alla sua morte che avvenne il 23 luglio 1979 ad Avernes in Val-d’Oise. Kessel scrisse molte novelle e romanzi, come Bella di giorno, del 1928, da cui Luis Buñuel trarrà l’omonimo film nel 1967. È sepolto nel cimitero di Montparnasse a Parigi.

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