"The Jokerman" al Teatro Fontana dal 3 all'11 novembre

Michele Maccagno porta in scesa al Teatro Fontana dal 3 all'11 novembre THE JOKERMAN. Lo spettacolo cerca di esplorare la questione del male a partire dal concetto di libero arbitrio, lavorando sulla figura dell’antagonista per antonomasia: Joker.

Una notte un uomo vestito da Joker, reduce da una festa in maschera, prende una boccata d’aria sul cornicione di un palazzo. Guardando dall’alto vede la città muoversi nella notte. Sente amaramente il peso e la stretta del vivere nel presente. E allora tra riflessioni e aneddoti, sogno e realtà, tenterà di costruire un’azione “assoluta”, un atto che possa ribaltare l’ordine sociale. Ma tutto finirà in niente, in un effetto puramente comico. Da lì, l’amara presa di coscienza che nulla può accadere davvero, nulla può essere scosso, che l’ordine sociale procede senza sosta e fagocita ogni nostra azione. E allora la maschera di Joker, eroe del caos, mito della contemporaneità, resta solo una fantasia, un’utopia realizzabile solo nei fumetti o al cinema. Uno sguardo sull’abisso della natura umana e sui suoi meccanismi sociali; uno scavo per così dire archeologico alla scoperta di ciò che si cela dietro quel ghigno rosso sangue, potente e simbolico detentore della forza ancestrale di antiche feste e maschere.

È un evento più unico che raro che uno dei cattivi di una serie a fumetti diventi più conosciuto del protagonista stesso. Il caso più emblematico è certamente Joker: banco di prova di attori del calibro di Jack Nicholson, Heath Ledger e Joaquin Phoenix, che dandogli corpo e voce hanno trasformato il personaggio della DC Comics in un arcobaleno di forme possibili. Tutto ciò non ne ha scalfito l’iconicità, anzi: l’ha reso il simbolo di tutti coloro che non trovano posto nella società e sognano ogni notte di distruggerla, destabilizzarla, terrorizzarla. Un personaggio simile non può che appellarsi a una maggioranza nettissima: quasi otto miliardi di persone, salvo qualche inguaribile ottimista. È forse per questo che ad avere bisogno di una maschera non sia Joker, ma piuttosto la sua nemesi, il nerovestito paladino della legge e dell’ordine prestabilito. Ma per proteggersi da chi, se l’istinto umano è quello di tendere al bene?

Affrontare questo personaggio a 82 anni dalla sua prima apparizione, datata 25 aprile 1940, impone il confronto con un mondo completamente diverso: non all’alba di un’epoca d’oro ma al suo tramonto, in cui le ideologie perdono peso e manca una distinzione globalmente riconosciuta tra bene e male. Obbliga a chiedersi come mai, per 82 anni, ci siamo identificati con il cattivo pur continuando a fare la differenziata e raccogliere gli escrementi del cane. Come mai la diffusa perdita di fiducia nelle organizzazioni che regolano la nostra vita non abbia portato a un drastico cambio di rotta. E, soprattutto, se ad anni luce dall’opulenza a stelle e strisce e l’ottimismo post-bellico, dallo skyline di Gotham City e l’occhio della giustizia che vigila dall’alto, non sia Joker l’eroe che non ci meritiamo, ma di cui abbiamo bisogno.

LIBRI & CULTURA CONSIGLIA...