Recensione: The Long Walk (tra noi e la libertà), di Slavomir Rawicz

Titolo:
The Long Walk (tra noi e la libertà)
Autore: Slavomir Rawicz 
Editore: TEA
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2024
Prezzo copertina: 16,00 €

Recensione a cura di Luigi Pizzi

"The Long Walk (tra noi e la libertà)" di Slavomir Rawicz è una storia avvincente e drammatica di resistenza umana contro le avversità. La trama segue la fuga epica di un gruppo di sette prigionieri dal gulag sovietico nel 1941 e il loro incredibile viaggio a piedi attraverso alcuni dei terreni più inospitali del mondo. Il libro inizia con la cattura di Slavomir Rawicz, un ufficiale dell'esercito polacco, da parte dell'NKVD sovietico durante la Seconda Guerra Mondiale. Accusato di spionaggio, Rawicz viene condannato a 25 anni di lavori forzati in un gulag siberiano. Le condizioni nel campo sono estremamente dure, con i prigionieri costretti a lavorare in condizioni climatiche estreme e con pochissimo cibo. Per questo, Rawicz e sei compagni di prigionia pianificano una fuga audace. Nella notte, riescono a eludere le guardie e iniziano un viaggio epico verso la libertà. Attraversano la taiga siberiana, affrontando temperature gelide, scarsità di cibo e la costante minaccia di essere catturati. Dopo mesi di marcia, raggiunto il deserto del Gobi, dove le condizioni cambiano drasticamente, devono affrontare la mancanza d'acqua e le temperature roventi del giorno, insieme al freddo notturno. Il viaggio prosegue attraverso le montagne dell'Himalaya, dove devono superare altitudini elevate e condizioni meteorologiche estreme. Nonostante le difficoltà, il gruppo continua a marciare, sostenuto dalla speranza di raggiungere l'India britannica e ottenere la libertà. 


La narrazione è intensa e dettagliata, con Rawicz che descrive in modo vivido i paesaggi ostili e le sfide che si incontrano lungo il percorso. Slavomir Rawicz, il protagonista e narratore del libro, è un ufficiale dell'esercito polacco con una forte determinazione a sopravvivere e riconquistare la libertà. La sua leadership e il suo spirito indomabile sono fondamentali per la riuscita della fuga. Mr. Smith, un americano misterioso che si unisce al gruppo di fuggitivi, appare come una figura enigmatica e la sua presenza solleva domande sulla sua vera identità e motivazioni. Tuttavia, si dimostra un compagno indispensabile durante il viaggio. Maksymilian Makowski, un ingegnere polacco che condivide con Rawicz la determinazione a fuggire, dimostra una grande competenza tecnica e un coraggio cruciale per il gruppo. Kolemenos, un prigioniero lituano, nonostante le condizioni fisiche difficili, dimostra una forza d'animo notevole e una volontà incrollabile di sopravvivere. Marchinkovas, un contadino lettone, le cui abilità pratiche e la conoscenza della natura si rivelano essenziali durante la loro traversata delle foreste siberiane. Infine Paluchowicz, un giovane polacco, che rappresenta la speranza e l'innocenza. La sua presenza ispira il gruppo a continuare a lottare.

Il libro non solo racconta un'incredibile avventura di sopravvivenza, ma esplora anche temi profondi come la resilienza umana, la solidarietà e il desiderio di libertà. La narrazione di Rawicz è potente e toccante, rendendo palpabili la sofferenza e il coraggio necessari per affrontare un viaggio di tale portata. La descrizione dei paesaggi e delle condizioni estreme è così vivida che il lettore può quasi sentire il freddo della Siberia e la sete nel deserto del Gobi​. Nonostante le controversie riguardanti la veridicità della storia, "The Long Walk" si rivela un racconto avvincente e ispiratore che celebra la capacità dell'uomo di superare le avversità più estreme.


Slavomir Rawicz (1915-2004), dopo le vicende narrate in The Long Walk (Tra noi e la libertà), si stabilì in Gran Bretagna. Solo molti anni dopo, nel 1956, decise di raccontare la sua terribile esperienza in un libro, che da allora è stato tradotto in venti lingue ed è stato anche trasposto nel film The Way Back per la regia di Peter Weir.

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