Titolo: Il cinema itinerante di Mr Saito
Autore: Annette Bjergfeldt
Editore: Nord
Pagine: 432
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 20,00 €
Autore: Annette Bjergfeldt
Editore: Nord
Pagine: 432
Anno di pubblicazione: 2025
Prezzo copertina: 20,00 €
Acquista su Amazon: https://amzn.to/4lc3hcN
Nel cuore dell’Atlantico settentrionale, dove il vento spazza le scogliere e i silenzi parlano più forte delle parole, si trova Upper Puffin: un’isola remota, aspra, battuta dalle onde e avvolta da una luce perennemente in bilico tra il sogno e il ricordo. Qui, in questo angolo dimenticato dal mondo, approdano Lita e sua madre Fabiola, fuggite da un passato fatto di promesse spezzate e tanghi suonati a vuoto nell’Argentina calda e contraddittoria degli anni ’70. La loro è una fuga senza meta, una rinascita tentata più per istinto che per progetto.
Annette Bjergfeldt è un’autrice danese dal talento poliedrico. Oltre a essere una pluripremiata scrittrice di bestseller, è una cantautrice nominata ai Grammy, una pittrice e un’insegnante di scrittura musicale. Il cinema itinerante di Mr Saito è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.
Recensione a cura di Luigi Pizzi
Lita è una bambina di otto anni quando la storia comincia. Ha occhi grandi che osservano tutto, una mente sveglia e un bisogno urgente di radici, di storie che diano un senso alla sua esistenza nomade. La madre, Fabiola, è una donna magnetica, appassionata e contraddittoria, il cui amore per la figlia è tanto profondo quanto incostante. Le due si rifugiano sull’isola per ricominciare, tra pescatori diffidenti, un parroco che giudica più con gli occhi che con le parole, e una comunità che si interroga su quelle due straniere senza passato. La trama si sviluppa come un viaggio: prima interiore, poi simbolico. La quotidianità sull’isola è scandita da piccole conquiste — Lita che impara a leggere l’oceano, Fabiola che si reinventa venditrice di lattine decorate, le serate in cui il silenzio cala sulle case basse come una coperta densa di pensieri. Tutto cambia, però, con l’arrivo di un uomo misterioso: Mr Saito. Nessuno sa esattamente da dove venga, né perché abbia scelto Upper Puffin come tappa. Quello che porta con sé è un cinema itinerante, fatto di vecchie bobine, schermo improvvisato e una valigia piena di storie. Ma non sono solo pellicole, quelle che proietta: Mr Saito mostra vite parallele, alternative, rivelazioni intime che colpiscono dritto al cuore. È come se sapesse, come se ogni filmato fosse stato scelto apposta per chi lo guarda. Per Lita, l’incontro con Mr Saito è una scintilla. La bambina, che ha sempre vissuto di ciò che le mancava — un padre, una casa, una storia — scopre nelle immagini mute del cinema un linguaggio che comprende senza bisogno di traduzione. Trova una via per elaborare il proprio dolore, per dare forma ai suoi sogni, per esplorare ciò che non ha mai potuto dire ad alta voce. Mr Saito diventa una guida silenziosa, un padre surrogato, forse anche un fantasma.
Accanto a Lita si muovono personaggi vividi e indimenticabili: Oona, la sua amica sorda, intelligente e sarcastica, che comunica a gesti ma comprende più di chiunque altro; il vecchio pescatore Olaf, che crede nei racconti dei marinai più che nei Vangeli; e Padre Mikkelsen, il parroco rigido, ma in fondo solo, che non riesce a comprendere il cinema di Mr Saito e perciò lo teme. La scrittura di Annette Bjergfeldt è fatta di immagini poetiche e dettagli affilati. I suoi paragrafi scorrono come onde che lambiscono la riva: a volte delicate, altre volte impetuose. Il tono mescola l’umorismo all’emozione, il surreale alla cronaca, senza mai perdere la verosimiglianza. Ogni frase sembra posata con attenzione, come tessere di un mosaico fragile e lucente. Le tematiche, sottili ma persistenti, parlano di identità, memoria e possibilità. “Il cinema itinerante di Mr Saito” non è solo il racconto di una bambina in cerca di se stessa, ma anche una riflessione sul potere delle storie — su quanto possano salvare, confondere, liberare. Il cinema di Mr Saito è il simbolo di un mondo in cui ogni persona ha diritto a una seconda visione, a un altro punto di vista, a un'altra fine possibile. Nel finale, quando Lita si trova davanti alla scelta di restare o partire, il lettore comprende che il viaggio non è mai stato geografico, ma intimo. Upper Puffin non è solo un luogo: è uno stato dell’anima, dove si impara a sopravvivere e, forse, a vivere davvero. Un romanzo incantevole e profondo, che restituisce dignità ai silenzi e valore alle immagini. Una dichiarazione d’amore alla narrazione come salvezza e come ponte tra mondi lontani.
Acquista su Amazon: https://amzn.to/4lc3hcN