Recensione: Nel nome del figlio. Hamnet, di Maggie O'Farrell

Titolo:
Nel nome del figlio. Hamnet
Autore: Maggie O'Farrell 
Editore: Guanda
Pagine: 352
Anno di pubblicazione: 2021
Prezzo copertina: 19,00 €

Recensione a cura di Daniela

Agnes è sempre stata una donna forte, determinata e decisamente fuori dal comune. La natura è la sua dimensione, ama passare la maggior parte del tempo nei boschi, dove raccoglie erbe, piante e fiori, di cui conosce ogni segreto, per poi creare rimedi naturali in grado di curare ogni malattia. Fu la madre ad istruirla sulla vita nei boschi, fino al giorno della sua morte, avvenuta quando Agnes era molto piccola, ma nonostante questo, il ricordo di lei l'accompagnerà per tutta la vita. Dopo non molto tempo, il padre si risposò, per poi morire a sua volta, costringendo Agnes a vivere con il fratello Bartholomew, insieme ad una matrigna che mal sopporta le sue stranezze e la sua testardaggine, facendola crescere con la percezione di essere sbagliata e soprattutto con la consapevolezza di non essere amata. Agnes continua a vivere secondo le proprie regole, chiusa in una sorta di solitudine che smorza soltanto con le sue passeggiate notturne nei boschi e il tempo passato con il fratello Bartholomew, guadagnandosi in poco tempo, la reputazione di ragazza folle e solitaria.


L'incontro con John, figlio di un guantaio caduto in disgrazia per via di alcuni traffici illeciti, accenderà in lei una nuova scintilla, regalandole una vita intensa e felice da un lato, ma anche ricca di compromessi e molte sofferenze, il cui culmine avviene con la prematura scomparsa di Hamnet, uno dei suoi tre figli. La morte del figlio di soli undici anni, segnerà una spaccatura profonda nel suo animo, allontanandola sempre di più dalla realtà e facendo crollare tutte le certezze su cui aveva sempre contato, dal momento che aveva il dono di leggere il futuro con il tocco delle mani ed entrare nella mente delle persone per conoscerne i segreti più nascosti. La perdita di Hamnet lascia la protagonista in balia di un dolore profondo, allontanandola irrimediabilmente dal marito, fino a sottrarle tutto l'amore su cui aveva basato il suo matrimonio, nonostante fosse stata pronta anche a mettersi in disparte, rinunciando quindi alla sua presenza, pur di vederlo felice e soprattutto, lontano da un padre violento e ingrato, che fin da bambino, gli aveva sottratto ogni speranza di felicità.


Il ritmo del libro è scandito dai racconti concitati dei protagonisti, dove presente e passato si alternano continuamente, fungendo da guida per il lettore che, pagina dopo pagina, si appresta a scoprire la magia di un'esistenza in grado di stringere un legame che va oltre ogni pensiero razionale, di cui solo la morte sembra spezzarne l'incanto. Il linguaggio utilizzato è particolarmente fluente, impreziosito dalle minuziose descrizioni dei personaggi e la bellissima ambientazione che fa da cornice alla storia, senza mai elemosinare sui particolari, in maniera tale da rendere i personaggi e le situazioni terribilmente reali, finché diventa quasi impossibile non immedesimarsi con gli stati d'animo scaturiti. Un bel libro, in cui l'autrice racconta aneddoti sulla famiglia Shakespeare, compresa la tragica scomparsa del figlio gemello di soli undici anni, riuscendo a stuzzicare la curiosità del lettore in maniera continuativa, nonostante il dolore e la sofferenza per la perdita di un figlio designano il labile confine tra la vita e la morte, proprio come, probabilmente, William Shakespeare ha voluto raccontare in alcuni dei suoi innumerevoli capolavori, quasi a voler riportare in vita il figlio Hamnet per renderlo eterno.


L'AUTRICE
Maggie O’Farrell, nata in Irlanda del Nord nel 1972, è cresciuta tra il Galles e la Scozia, e attualmente vive a Edimburgo. Nella sua carriera di scrittrice ha vinto numerosi premi, tra cui il Somerset Maugham Award e il Costa Novel Award. Guanda ha pubblicato i romanzi La distanza fra noi, La mano che teneva la mia, Istruzioni per un’ondata di caldo, Il tuo posto è qui e il memoir Io sono, io sono, io sono. Questo suo ultimo romanzo si è aggiudicato il Women’s Prize for Fiction ed è stato inoltre inserito nella lista dei migliori libri del 2020 dalle testate più importanti, come Guardian, Observer, Times e New York Times.

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