Recensione: L'orso e l'usignolo. La notte dell'inverno, di Katherine Arden

Titolo:
L'orso e l'usignolo. La notte dell'inverno
Autore: Katherine Arden
Editore: Fanucci
Pagine: 304
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo copertina: 14,90 €

Recensione a cura di Daniela

Nel profondo nord della Russia, la famiglia di Vasilisa Petrovna conduce una vita semplice ma dignitosa. Vasja, come la chiamano in famiglia, è l'ultima arrivata e come tutti i bambini è molto vivace, pertanto la sua tempra ribelle e mistica desta più di qualche preoccupazione ai suoi familiari ed in particolar modo alla sua balia Dunja. L'arrivo della matrigna Anna, tende a sconvolgere quelli che sono gli equilibri della famiglia di Pëtr Vladimirovič. Tuttavia, non è lei che viene a disturbare la pace dell'intero villaggio ma un sacerdote particolarmente carismatico, inviato da Mosca per portare conforto a questa popolazione lontana dalla capitale russa. Padre Konstantin crede di dover combattere secoli di abitudini e tradizioni, seminando la paura nei cuori degli abitanti, la cui gioia di vivere viene gradualmente offuscata. Essi cercano disperatamente di conciliare la fede in Dio con la fede negli spiriti che proteggono il focolare e la casa, ma i raccolti stanno diminuendo e la natura sta appassendo. Secondo padre Konstantin, probabilmente è perché gli abitanti del villaggio non stanno sradicando abbastanza velocemente le radici dalle superstizioni, ma Vasilisa conosce qual è la vera causa che rischia di portare la morte sulla propria famiglia e quella dell'intero villaggio ed è pronta a contrastarla con tutta sé stessa.


La storia è ricca di personaggi che vengono descritti in maniera esaustiva, come il padre di Vasja, Pëtr; la madre Marina che morirà dando alla luce proprio Vasilisa; la balia Dunja, che diventerà una seconda madre per tutti i fratelli Alëša; Kolja; Saša; la sorella Ol'ga e, naturalmente, Vasilisa. La storia è molto intrigante e resa accattivante dalle molteplici creature magiche e spiriti provenienti dal mondo del folklore russo, come i domovoj e gli upr, i vampiri delle storie russe, che riescono a rendere ancora più pittoresco il contesto in cui il libro è ambientato. Il libro è scritto in maniera quasi fiabesca, ma al tempo stesso scorrevole. La narrazione è evocativa e piena di mistica suggestione, in cui l'ambientazione gioca un ruolo chiave. Difatti, il mistero della Russia medievale ben si sposa con i racconti degli spiriti della casa e dei boschi, di cavalli in grado di farsi capire e di demoni che combattono per la supremazia, il tutto nell’incanto selvaggio e indomito della tundra russa.

Il lettore si trova ad assistere ad una battaglia quasi silenziosa tra Vasilisa e il prete Konstantin che accecato dalla sua ambizione e dal suo orgoglio, si lascia ingannare in nome del suo stesso Dio, combattendo il temperamento ribelle e mistico della protagonista. Lei la vediamo nascere e crescere tra le pagine del libro, come fosse una di famiglia, accogliendo la sua innata capacità di interagire con le creature magiche che abitano le fiabe raccontate dalla balia. Gli spiriti acquatici, i guardiani della foresta e del villaggio, l'Orso, il dio che si nutre della paura degli uomini e Morozko, il re dell'inverno o la Morte stessa, si materializzano nella realtà, ma restano invisibili al resto della famiglia che cerca di sopravvivere alla carestia che ha colpito il villaggio, assediato per buona parte dell'anno, dall'inverno, creando un'atmosfera realistica ma cupa dove la magia si unisce al sogno e la Morte decide le sorti della battaglia finale. L'orso e l'usignolo sembra una fiaba nella fiaba e tratta di perdite, lutto, lotte familiari e amori proibiti, con tutto il sapore del mistero della mitologia russa il quale fascino non può lasciare indifferenti.

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