Recensione: La ragazza nella torre. La notte dell'inverno vol. 2, di Katherine Arden

Titolo:
La ragazza nella torre. La notte dell'inverno
Autore: Katherine Arden
Editore: Fanucci
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2022
Prezzo copertina: 14,90 €

Recensione a cura di Marika Bovenzi

Nel secondo volume della trilogia "La notte dell'inverno" ritroviamo Vasja, la protagonista ormai diventata donna, sempre determinata ad inseguire il desiderio di libertà che l'ha accompagnata fin da bambina. Forte e impavida, chiede aiuto al temibile Re dell'inverno che, ancora una volta, si dimostra freddo ma collaborativo. Il legame che li unisce nasconde un terribile segreto, entrambi provano sentimenti dettati dal bisogno reciproco, ma potrebbe esserci ben altro celato saggiamente dietro le illusioni in cui amano nascondersi. In sella al suo fedele cavallo Solovej, Vasilisa affronta la fame, il freddo e i temibili briganti, ma la sua strada incontra nuovamente quella del fratello Saša e la sorella Ol'ga. La felicità del ritrovarsi viene offuscata dal vissuto di ognuno di loro, ma l'amore e la verità si rivelano ancora una volta più potenti di qualsiasi dottrina. Così, Vasja abbandona le mistiche foreste russe per ammirare tutte le meraviglie di Mosca, dove la magnificenza dei palazzi cela nuove avventure, sicuramente non prive di pericoli mortali.


Katherine Arden, in questo capitolo della saga pone molta più enfasi sulla trama della storia, sicuramente avvincente e non priva di capovolgimenti di situazione, ma a scapito di quella più fantastica che tuttavia mi aveva tanto affascinato. Tra le mura della capitale russa, prendono vita cospirazioni e rivelazioni che punteggiano questo romanzo e scuotono il lettore, costantemente immerso in un'azione esplosiva e incisiva che raramente vacilla, nonostante alcune lunghezze rilevabili. Nuovi paesaggi e altri luoghi mistici, rendono la storia ancora più intricata, ritrovando numerosi personaggi, come padre Konstantin, che accecato dai sentimenti si lascia nuovamente ingannare dall'antagonista di questo racconto. Lo stile dell'autrice si è rivelato accattivante e coinvolgente, nonostante la penna sia molto più dinamica e meno poetica del primo capitolo. La dimensione aerea di quest'ultimo svanisce per lasciare il posto all'azione e al suo ritmo costante.

Per quanto riguarda i personaggi, nulla è cambiato in merito alla protagonista che, guadagna in saggezza oltre che in maturità; di capitolo in capitolo, riesce a salvare i suoi cari con determinazione, ma restando sempre fedele alla sua immensa umanità, rivelandosi una persona completa e complessa, sempre accattivante ed estremamente commovente, caratteristica che le consente di creare magnifiche interazioni con i personaggi della storia, primo tra tutti il rapporto profondo e sincero che la lega al suo cavallo Solovaj. Il rapporto con il Dio dell'inverno è un costante sottofondo, il bisogno reciproco e l'eco di un amore eterno che rischia di privarlo dell'immortalità, è ciò che collega la labile differenza tra realtà e magia che si evince chiaramente pagina dopo pagina. Vecchi e nuovi demoni, animano le sorti della trama, rendendola avvincente ed inaspettata, dove il fantastico lascia il posto alla politica, permettendo di rivelare una nuova dimensione legata alla Russia medievale e i racconti sono di nuovo il pilastro della storia. La magia, la bellezza e la crudeltà, si rivelano nuovamente al lettore in tutto il loro mistero, abitato da demoni buoni e cattivi che, a mio avviso, hanno ancora molto da rivelare.

 

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