Recensione: Km 21. Dove le ciliegie tacevano, di Valerio Evangelista e Nicola Sapio

Titolo:
Km 21. Dove le ciliegie tacevano
Autore: Valerio Evangelista, Nicola Sapio
Editore: Töpffer 
Pagine: 124
Anno di pubblicazione: 2024
Prezzo copertina: 16,00 €

Recensione a cura di Mario Turco

Non bisogna avere l'acume di un geopolitico di scuola Limes per prevedere che tra vent'anni lo sterminio dei palestinesi a Gaza diventerà l'ennesima tragedia rimossa dal corpo mollaccione dell'occidente. La porzione di mondo sempre più piccola e vecchia di cui facciamo parte, infatti, continua a pensare alla Storia come ad un campo di battaglia in cui posizionare le proprie truppe a seconda delle convenienze politiche di un colonialismo che continua ad agire in forma ancora brillantissima rispetto a quello fisico di cui non può più farsi carico. E così gli orrori e le tragedie anche recentissime vengono sepolte sotto strati di criminale oblio rispetto alla lettura (cieca) del presente in cui conta solo continuare a preservare interessi ed alleanze atte a perseguire una politica di potenza economica che, questa purtroppo ancora furiosamente, continua a muovere le leadership più moderate. 


Nel dibattito pubblico di questi ultimi anni, ad esempio, spesso si continua a far riferimento all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia come del primo scontro armato in territorio europeo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, come se la sanguinosa guerra civile che, a più riprese, ha devastato nei primi anni Novanta i Balcani fosse stato un conflitto etnico di poco conto e, in fondo, riconducibile soltanto ai popoli slava. Ecco che un libro bellissimo ed importante come "Km 21. Dove le ciliegie tacevano", di Nicolino Sapio e Valerio Evangelista e pubblicato da Töpffer edizioni funziona come un doveroso recupero mnemonico di una tragedia in realtà vicina a noi per tempi, luoghi e modi. Come scritto nella breve Introduzione dai due autori, "l’idea di questo libro nasce in una notte del 2000 e qualcosa. Un documentario trasmesso in seconda serata presentava il volto terrorizzato di un adolescente bosniaco, stipato su un camion militare insieme a decine di altri prigionieri. Quello sguardo perso si è impresso nelle nostre menti e ci ha perseguitati fino a quando non abbiamo ceduto al bisogno di recuperarne la storia". Così Sapio, fotoreporter che ha lavorato in vari teatri di guerra, ed Evangelista, co-fondatore della rivista Frontiere, raccolgono varie testimonianze dei sopravvissuti alla guerra civile balcanica e danno loro una forma romanzata che dona un ritmo finzionale a questo romanzo breve (appena 120 pagine) senza fargli perdere un'oncia della cruda verità di cui è imbevuto. La storia comincia in medias res, quando il quindicenne Adem, dopo essere stato preso dai serbi con la forza dalla škola in cui si trovava, viaggia impaurito con altri prigionieri all'interno di un camion sgarrupato e puzzolente. Uno squarcio nel telone gli permette di dare uno sguardo fuori ma il ragazzo non riesce a capire la destinazione: sa solo che si sta allontanando da casa e teme che i nazionalisti serbi vogliano uccidere presto lui e i suoi compagni di prigionia. Adem parla poco mentre gli altri attorno a lui si scambiano fittamente ricordi di una Iugoslavia che è caduta nella follia fratricida in un lasso di tempo inspiegabilmente breve. Ma le tensioni etniche che la guerra ha esacerbato si ripresentano, in maniera distorta ed amplificata, anche all'interno del camion facendo in modo che il grossolano piano di fuga ideato dentro il convoglio non abbia la necessaria unità... 


Km 21. Dove le ciliegie tacevano è un romanzo asciutto ma scritto egregiamente e che ha il principale merito di saper condensare nella sua brevità spunti e riflessioni densissimi. I due autori mostrano di avere una chiara visione delle origini politiche e sociali della disgregazione iugoslava e lavorano finemente per farla emergere dai frequenti dialoghi dei vari personaggi che condividono la paura del destino che li attende. Ma di nessuno di essi si avverte la tipizzazione romanzesca e tutti, dal protagonista Adem al professor Fahrudin, dal tragico Josip fino al soldato Jovan, hanno un sottofondo realista che amplifica le violenze di cui il libro è intessuto. Con una misuratezza da grandi narratori, Sapio ed Evangelista dosano infatti nel loro racconto alcune delle più atroci barbarie con cui i serbi hanno colpito musulmani e croati, comunisti e connazionali, che rifiutavano il disegno suprematista di cui il regime li aveva imbevuti. Km 21. Dove le ciliegie tacevano colpisce quindi duro fino alla fine, facendo in modo che il vero occultamento dell’eccidio accaduto nell’estate del 1992 nelle comunità rurali attorno a Prijedor si fissi in modo indelebile nella mente attraverso un ultimo capitolo di straordinario impatto.

Nicolino Sapio è un fotoreporter italiano naturalizzato svizzero. Si è formato presso l’accademia John Kaverdash di Milano, e per oltre dieci anni ha lenito la propria sete di umanità affiancando Ong e associazioni come fotografo negli slum tailandesi, negli orfanotrofi in India, nei villaggi ruandesi. Maturata l’esigenza di un approccio narrativo che raccontasse senza imporre, ha virato la propria carriera verso le sponde del fotogiornalismo, studiando come allievo di Massimo Mastrorillo. Ha pubblicato, tra gli altri, sulla celebre rivista tedesca Stern Crime, è stato selezionato nella shortlist del Nannen Preis 2019.

Valerio Evangelista è uno scrittore abruzzese trapiantato in Bulgaria. Già cofondatore e redattore della rivista Frontiere, si occupa dal 2011 di religioni, diritti umani e intercultura. Per numerose testate, tra cui Nuovo Paese Sera, Panorama, Aleteia, BTA, Valigia Blu, Gariwo e La Stampa, ha raccontato le traversate di sabbia e mare dei rifugiati subsahariani, le confessioni di guerriglieri e oppositori d’ogni risma e bandiera, le sfide delle comunità migranti negli spazi urbani italiani, le contraddizioni delle spinte identitarie in Europa. Oltre a fungere da base logistica per le ripetute scorribande nell’area balcanica, la "sua" Sofia è anche sede di una bottega di servizi editoriali che gestisce con cura dal 2017.

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