Recensione: IL MIO INVERNO A ZEROLANDIA di Paola Predicatori

Titolo: Il mio inverno a Zerolandia
Autore: Paola Predicatori
Editore: Rizzoli
Pagine: 240
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo copertina: 17,50 €

Alessandra ha diciassette anni quando sua mamma muore dopo una lunga malattia. Chiusa in un dolore che non molla la presa, vuole solo essere lasciata in pace. Così quando torna a scuola s’infila nel banco di Gabriele detto Zero, la nullità della classe: solitario, silenzioso, voti pessimi. Un reietto più una reietta, pensa Alessandra, si annulleranno a vicenda. E invece Zero si rivela più interessante e attraente di quello che sembra. Non solo: sembra anche l’unica persona che riesca a capirla. E tra schegge di memoria e desideri polverizzati cresce un sentimento tutto nuovo, che forse è solidarietà di due contro il mondo, forse è reciproco conforto, forse può diventare qualcosa di più. Un romanzo di adolescenti che tocca il cuore degli adulti per l'esordio di una scrittrice rivelazione. 

RECENSIONE (a cura di Sonia)
"La spiaggia, vuota, infinita. Non è nemmeno uno spazio, ma il piano inclinato del tempo dove la memoria scivola". Sin dal primo periodo del libro ci si rende conto che esso tratterà molto più del susseguirsi di avvenimenti dopo la morte della madre di Alessandra. Il mare, da sempre luogo di mistero e vita, diventa il principale scenario in cui s'immergono ricordi ed esperienze. Un libro inondato di abbandoni ma che svela, al tempo stesso, grandi rinascite.

Alessandra è una ragazza diciassettenne che dopo la morte della madre inizia a subire dei cambiamenti. Riflessiva e pensosa cerca di trattenere nella sua memoria la vivida immagine di quella mamma che l'ha lasciata troppo presto; cerca di rimanere ancorata al ricordo delle sue abitudini e delle sue parole senza riuscire a riprendere in mano il tempo presente per trasformarlo in futuro. Per Alessandra "è un idiota chi dice che la vita va avanti. No, la vita si ferma. Il tempo va avanti, ma la vita si ferma un sacco di volte dentro se stessa e diventa una cosa che non sai più riconoscere". Ed infatti la ragazza non si riconosce più in quello che fa, a partire da quando, a scuola, decide di sedersi vicino a Gabriele, rinominato da tutti "Zero" per i suoi comportamenti asociali e i suoi interessi che sembrano essere nulli. Alessandra scoprirà una nuova immagine di sé e scoprirà in Zero un ragazzo che è molto di più di quello disegnato dai compagni di scuola.

Alessandra vive con una fragile nonna che non riesce a superare il dolore immenso di aver perso la figlia, incontra saltuariamente Angela e Claudia, le due amiche della mamma che sostengono Alessandra e che la aiutano ad affrontare positivamente la morte, ed infine, "condivide" la scuola con i compagni che sembrano essere presi da futili questioni rivelandosi spesso un pesante intralcio. Alessandra è una ragazza a cui vi affezionerete di sicuro perché si spoglia di qualsiasi suo pensiero per darsi interamente al lettore. L'unico che sembra capirla, seppur immerso nel suo significativo silenzio, è Gabriele. Zero è un ragazzo che vive seri disagi familiari, che forse è dovuto crescere troppo in fretta, che ha il talento per il disegno e che dall'esterno della storia, nella sua ambiguità, risulta essere molto più "normale" di tutti gli altri.

Lo stile è fluido e, in alcuni tratti, riesce a sfiorare l'orlo del poetico. Con la scrittura si svela ripetutamente una sottile tristezza, segno del dolore che pervade la protagonista a poco tempo dalla morte della madre. Una malinconia che emerge anche nel racconto di dolci ricordi che coinvolgono pienamente il lettore.

Consiglio il libro a chi vuole leggere una storia coinvolgente fatta di pure emozioni: sofferenza, dolcezza, paura, amore. Un racconto tanto leggero nel riportare la quotidianità di diciassettenni quanto profondo nel restituire al lettore il modo di affrontare ed elaborare il dolore postumo alla morte di una persona cara.
 
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